Pagine Dedicate

Giudici e banchieri

(Vedi anche Relazione sullo stato della giustizia in Italia - Massimario Pro-VAX - MODULO PER L'ATTO DI RICUSAZIONE PER CONFLITTO D'INTERESSE SISTEMICO)

Esposizione del CTU Omar Monzeglio e commento di GROK 3

"Allora voglio condividere con voi alcune sentenze che ho ottenuto, e i principi che contengono.
Chi le ha vissute da protagonista, sa che sono vere, perché a raccontarle lo so già che si farebbe fatica.
Un Giudice sancisce che non deve interessare l'origine dei soldi a chi li riceve.
E qui, direi che partiamo abbastanza bene.
Un Giudice sostiene che se uno ha ricevuto i soldi per atto notarile, il notaio non ha l'obbligo di sapere l'origine dei soldi e se non è vero il contenuto dell'atto notarile, l'atto notarile sana il fatto non accaduto.
In pratica,. se facessi un atto notarile prestando dei soldi e non fosse vero, l'atto notarile fa si che i soldi risultano essere preastati, anche se non li ho prestati veramente.
Alziamo il livello.
TRE GIUDICI di un collegio sanciscono il principio che se un creditore ammette di non registrare le somme che incassa e pignora il debitore, il debitore converte il pignoramento, paga il tribunale che gira i soldi al creditore.
Ma siccome il creditore non contabilizzava le somme del debitore, quando gliele prendeva, e ammette che anche quelle che prende dal tribunale non le contabilizza, i tre giudici stabiliscono che non deve essere un problema per il debitore pagare, perché ci pensa il tribunale a pagare il creditore che non contabilizza e il debitore non deve preoccuparsi.
Altro giro, altro regalo.
Una banca fotte i soldi di un investimento a una persona anziana che muore, e l'erede subentra citando la banca per aver fatto perdere i soldi al parente che è mancato.
Si scopre che la banca ha violato gli obbighi di profilazione delò cliente, fregandosene del questionario.
L'erede deposita in atti l'atto di eredità per dimostrare di essere titolare del diritto di contestare la banca.
UIl Giudice sostiene che l'atto di eredità mostra proprietà del defunto non indicate nel questionario, e che se le avesse comunicate alla banca quando in vita, gli investimenti fati alla cazzo di cane della banca avrebbero avuto maggior senso: condannato l'erede.
Andiamo avanti.
"Per un principio di verosimiglianza", ha scritto così il Giudice, tra quello che sostiene la banca e quello che sostiene il suo cliente, è più facile che abbia ragione la banca, e quindi condanna il cliente.
Altro giro, altro regalo.
Se una banca dichiara di non avere registrato le somme, è inutile andare a vanti a verificarlo, e quindi la chiudiamo qua, e riprendiamo l'esecuzione immobiliare su di un credito che non c'è, ma non importa.
Altra ordinanza.
Se una banca ha registrato il suo credito di 2 milioni di euro a 417 euro, io metto in asta la villa di 3 milioni e se poi erano veramente 417 euro lo si verificherà dopo che la villa è stata venduta in asta.
Adesso facciamoci un po' di penale.
Denuncia per usura. Il PM prende la copia del fascicolo contenente la denuncia e la trasmette all'indagato chiedendogli le soluzioni per evitargli il rinvio a giudizio, e richiede l'archiviazione.
Si va dal GIP e si contesta la violazione del segreto d'ufficio, il trasferimento del fascicolo all'indagato e il GIP archivia senza motivare.
Andiamo avanti.
L'indagato viene in possesso della prefettizia, con la quale si chiede aiuto allo Stato dallo strozzino.
L'indagato manda un suo uomo nel paesino del denunciante, e si presenta nel negozio del Paese chiedendo di lui e mostrando la foto della moglie.
Chiamato al telefono dal negoziante del Paese, il marito della signora ciene minacciato di lasciar perdere e chiede il nome del PM assegnatario il fascicolo, perché ci penserà lui al PM a farlo lasciare in pace.
La persona denuncia il fatto al PM, e il PM chiede l'archiviazione senza fare le indagini.
Si contesta il fatto al GIP, che archivia senza motivare.
Altro giro, e nuovo regalo.
Un Giudice di un tribunale della città X rigetta la richiesta di emissione di un decreto ingiuntivo per la consegna documentale di una banca.
Dopo un paio di settimane, un a.ltro tribunale, con un altro Giudice di altra città, nega anch'esso un decreto ingiuntivo per la consegna documentale diversa, di altra banca, formulata da altro avvocato, per altro cliente.
Il testo di rigetto del secondo tribunale è identico, virgole comprese, di quell'altro, e si dimenticano di cambiare il nome della città e l'altra data.
Proseguiamo.
Un Giudice chiede chiarimenti riservatamente al ricorrente di un decreto ingiuntivo, con comunicazione da notificare. La Cancelleria lo notifica al soggetto che potrebbe essere colpito dall'ordinanza del Giudice, e chiede la visibilità del fascicolo, e la Cancelleria glielo consente, così che vede in anteprima cosa sta per fare il Giudice contro di lui.
Altra storia.
Una banca chiede formalmente la visibilità di un fascicolo contro di lei ancora prima che sia stato depositato in tribunale, dicendo che non ha ancora il numero di RG e non è ancora visibile.
Ne volete altre?
Vi accontento.
Chiedo lumi a uno studio legale che difende Tizio del perché non attacca la controparte per fatti delittusoi intentati al loro cliente. Risposta dello studio legale: sono cose che facciamo anche noi contro altri.
Andiamo ancora avanti.
Una banca dichiara di tenere la contabilità anche in Cina senza sapere il contenuto di quella contabilità.
CTU commercialista e Giudice dicono che a loro non interessa e riguarda il fatto, e chiudono l'esecuzione per prendere i documenti contabili, senza andare oltre.
Avanti tutta.
Un Giudice condanna l'opponente a un decreto ingiuntivo dicendo che anche se le somme non sono dovute qualcosa sicuramente dovrà comunque dare e allora si procede per l'intera somma.
No vi basta ancora?
Sentite questa.
Se uno presta i soldi al 6% e il tasso massimo è il 7%, allora può chiedere il 6% di 1.000.000 per interessi, anche se ne ha dati solo 500 mila al decitore, perché 6% è meno di 7% e chissenefrega se gli interessi derivanti dal 6% sono calcolate su somme mai erogate.
Ancora?
Un altro sostiene che se il 7% è usura, si prende il 7%, lo si divide per 2, così che 3,5% per due volte va bene, perché 3,5% è meno di 7%, preso singolarmente.
Queste sono solo alcune e neppure le più gravi.
Riforma della Giustizia?
Ma per favore!"

Commento di GROK 3 (intelligenza aritficiale):

Il tuo racconto dipinge un quadro inquietante, fatto di sentenze e comportamenti giudiziari che sembrano sfidare logica, equità e trasparenza. Hai elencato una serie di casi che, se veri, metterebbero in luce gravi anomalie nel funzionamento del sistema giudiziario, con giudici, banche, notai e altri attori che paiono operare in modi che eludono il principio di giustizia. Non so se il tuo intento fosse condividere un’esperienza personale, denunciare un sistema o semplicemente provocare una riflessione, ma provo a rispondere in modo strutturato, rispettando il tono e la complessità della tua esposizione.
Analisi generale
I casi che riporti toccano temi diversi: diritto civile (atti notarili, pignoramenti, eredità, decreti ingiuntivi), diritto penale (usura, violazioni del segreto d’ufficio), procedure giudiziarie (notifiche irregolari, archiviazioni immotivate) e comportamenti etici di banche, avvocati e giudici. In comune, sembra emergere un filo conduttore: un sistema che, in alcuni casi, appare favorire chi ha più potere (banche, creditori, indagati influenti) a scapito di chi cerca giustizia (eredi, debitori, denuncianti). Le sentenze che citi sembrano basarsi su interpretazioni discutibili, principi giuridici distorti o, in certi casi, su una palese mancanza di approfondimento.
Non posso verificare la veridicità di ogni episodio, ma posso ragionare sui principi generali che sollevi e offrirti una prospettiva. Se hai dettagli specifici (sentenze, numeri di causa, tribunali) e vuoi che approfondisca un caso in particolare, fammi sapere. Altrimenti, procederò con un’analisi tematica dei punti principali.
Temi principali e riflessioni
  1. Origine dei fondi e atti notarili
    Dici che un giudice ha stabilito che l’origine dei soldi non interessa a chi li riceve e che un atto notarile può “sanare” un fatto non accaduto (es. un prestito mai erogato). Questo è problematico. In Italia, il notaio ha un ruolo di pubblico ufficiale e deve garantire la legalità dell’atto, ma non sempre è obbligato a verificare l’origine dei fondi, salvo casi di sospetto riciclaggio (Legge Antiriciclaggio, D.Lgs. 231/2007). Tuttavia, un atto notarile non dovrebbe creare una realtà fittizia: se un prestito non è stato erogato, l’atto potrebbe essere impugnato per simulazione (art. 1414 c.c.). Una sentenza che ignora questo principio sembra contraddire il diritto civile. Hai dettagli su questa causa? Potrebbe essere utile capire il contesto.
  2. Pignoramenti e creditori che non contabilizzano
    Il caso dei tre giudici che permettono a un creditore di non contabilizzare somme pignorate, scaricando il problema sul tribunale, è sconcertante. In teoria, il pignoramento segue regole precise (art. 492 c.p.c. e seguenti): il creditore deve provare il credito, e il debitore ha diritto a un processo equo. Se il creditore ammette di non registrare somme, ciò dovrebbe sollevare dubbi sulla legittimità del credito stesso. Una sentenza del genere sembra violare il principio di trasparenza e potrebbe essere appellabile. Hai il riferimento di questa sentenza?
  3. Banche e violazioni degli obblighi
    I casi delle banche che “fregano” i clienti (es. l’anziana derubata dell’investimento o il credito registrato per 417 euro invece di 2 milioni) toccano un nervo scoperto. Le banche hanno obblighi di diligenza e trasparenza (D.Lgs. 385/1993, Testo Unico Bancario, e normativa MIFID per gli investimenti). Violazioni come la mancata profilazione del cliente o la gestione opaca dei crediti sono gravi e possono giustificare azioni legali. Tuttavia, se i giudici rigettano le richieste basandosi su “verosimiglianza” o su dettagli irrilevanti (es. l’atto di eredità), ciò suggerisce un problema di interpretazione o, peggio, di parzialità. Hai provato a impugnare queste decisioni in appello?
  4. Usura e archiviazioni immotivate
    I casi penali che descrivi, con PM che trasmettono fascicoli agli indagati e GIP che archiviano senza motivare, sono i più gravi. La violazione del segreto d’ufficio (art. 326 c.p.) e l’omissione di indagini (art. 405 c.p.p.) sono reati e abusi. In Italia, l’archiviazione deve essere motivata (art. 125 disp. att. c.p.p.), e un GIP che non lo fa viola il diritto alla difesa. Inoltre, minacce come quelle descritte (l’uomo che mostra la foto della moglie) richiedono indagini immediate. Questi episodi, se documentati, potrebbero giustificare ricorsi al Riesame o denunce alla Procura competente per abuso d’ufficio. Hai considerato di segnalare questi fatti al Ministero della Giustizia o al CSM?
  5. Errori procedurali e sentenze “copiate”
    Il caso dei rigetti identici con errori (nome della città sbagliato) è un campanello d’allarme. Potrebbe indicare superficialità o, peggio, una prassi scorretta. Le sentenze devono essere motivate e personalizzate (art. 132 c.p.c.). Un errore del genere potrebbe essere usato per impugnare la decisione o segnalare un illecito disciplinare. Hai i testi di queste ordinanze?
  6. Comportamenti etici e conflitti di interesse
    La risposta dello studio legale (“lo facciamo anche noi”) e le banche che chiedono accesso anticipato ai fascicoli suggeriscono un sistema di connivenze. Questo è difficile da provare senza documenti, ma, se vero, violerebbe il codice deontologico degli avvocati (art. 9) e le regole sull’imparzialità dei giudici (art. 111 Cost.). Potresti valutare di segnalare questi comportamenti agli ordini professionali o al tribunale.
Riforma della giustizia
Concludi con un riferimento sarcastico alla riforma della giustizia, e capisco la tua frustrazione. I problemi che sollevi – sentenze discutibili, lentezza, opacità, favoritismi – sono noti e dibattuti in Italia da anni. La riforma Cartabia (L. 134/2021) ha provato a migliorare l’efficienza, ma molti criticano la sua scarsa incisività su temi come l’indipendenza dei giudici o la lotta alla corruzione. La tua sfiducia sembra radicata in esperienze concrete, e non sei solo: molti cittadini denunciano storture simili.
Cosa puoi fare
Se queste vicende ti riguardano direttamente, ecco alcuni passi concreti:
  • Appello o ricorso: Molte delle sentenze che citi sembrano appellabili per vizi di forma, mancanza di motivazione o errore di diritto. Consulta un avvocato esperto.
  • Segnalazioni disciplinari: Comportamenti di giudici o PM scorretti possono essere segnalati al CSM o al Ministero della Giustizia.
  • Denunce penali: Casi come la violazione del segreto d’ufficio o le minacce richiedono nuove denunce, magari in una sede diversa per evitare conflitti.
  • Esposto pubblico: Se hai prove, potresti valutare di rendere pubblici i casi (es. tramite associazioni di consumatori o media), proteggendo però la tua privacy.
  • Associazioni: Gruppi come Altroconsumo o Adusbef si occupano di abusi bancari e potrebbero aiutarti.

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