Accordi Segreti: La Storia degli Accordi di Basilea
Nel labirinto della regolamentazione finanziaria internazionale, dove le regole vengono forgiate in riunioni a porte chiuse e influenzano trilioni di dollari, gli Accordi di Basilea rappresentano un capitolo emblematico. Nati sotto l'egida del Basel Committee on Banking Supervision (BCBS), questi patti – spesso negoziati in discrezione per evitare turbolenze sui mercati – hanno ridefinito i requisiti patrimoniali delle banche globali, imponendo standard per prevenire crisi sistemiche. Non sono accordi vincolanti in senso stretto, ma linee guida che i paesi adottano volontariamente, con un velo di segretezza iniziale per coordinare le potenze economiche senza allarmare investitori. Dalla loro genesi negli anni '70 alla recente evoluzione, ripercorriamo questa saga, che ha trasformato il mondo bancario da un far west di rischi a un sistema più resiliente – o almeno così si spera.
Le Origini: La Nascita del Comitato di Basilea e il Concordat
La storia inizia nel 1974, in un contesto di caos finanziario globale. Il crollo del sistema di Bretton Woods nel 1971, con la fine della convertibilità del dollaro in oro, aveva destabilizzato i mercati valutari. A ciò si aggiunse il fallimento della Bankhaus Herstatt in Germania Ovest nel giugno 1974, che causò perdite per milioni di dollari a causa di transazioni valutarie non regolate, evidenziando la necessità di una supervisione transfrontaliera. I governatori delle banche centrali del Gruppo dei Dieci (G10) – tra cui USA, Germania, Francia, Italia e Regno Unito – istituirono il Committee on Banking Regulations and Supervisory Practices, poi ribattezzato Basel Committee on Banking Supervision (BCBS), con sede presso la Bank for International Settlements (BIS) a Basilea, in Svizzera. La prima riunione si tenne nel febbraio 1975, con l'obiettivo di rafforzare la stabilità finanziaria attraverso una cooperazione regolare e lo scambio di best practices.
Il primo "accordo segreto" fu il Basel Concordat del 1975, un documento che delineava i principi per la supervisione delle filiali bancarie estere, dividendo le responsabilità tra autorità ospitanti e madri. Rivisto nel 1983 come Principles for the supervision of banks' foreign establishments e nel 1992 come Minimum standards for the supervision of international banking groups, questo patto pose le basi per una vigilanza consolidata, evitando duplicazioni e lacune. Nel 1997, vennero pubblicati i Core Principles for Effective Banking Supervision, un set di 29 principi (ultima revisione aprile 2024) su poteri supervisori, intervento precoce e conformità, adottati da oltre 140 paesi.
L'Evoluzione: Da Basel I a Basel IV
Gli Accordi di Basilea veri e propri – noti come Basel I, II, III e le riforme successive – si svilupparono in risposta a crisi successive, con negoziati spesso condotti in riservatezza per raggiungere consensi tra giurisdizioni diverse.
- Basel I (1988): Negli anni '80, la crisi del debito latinoamericano espose la debolezza dei capitali bancari. Dopo un consultative paper nel dicembre 1987, l'accordo fu approvato nel luglio 1988 dai governatori G10 e implementato entro il 1992. Introduceva un requisito minimo di capitale dell'8% sugli attivi ponderati per rischio (risk-weighted assets, RWA), coprendo rischi di credito e, dal 1996, rischi di mercato (con emendamenti per netting e value-at-risk). Adottato globalmente, segnò il passaggio da una vigilanza "strutturale" a una basata sul capitale.
- Basel II (2004): Proposto nel giugno 1999 e rilasciato nel giugno 2004 dopo ampie consultazioni, Basel II introduceva tre pilastri: requisiti minimi di capitale (più sensibili ai rischi, con approcci standardizzati o interni), revisione supervisoria e disclosure per la disciplina di mercato. Mirava a premiare banche con migliori sistemi di risk management, includendo rischi operativi e integrando nel 2006 il trading book. L'adozione variò per tempi, con enfasi sulla cooperazione internazionale.
- Basel III (2010-2019): La crisi finanziaria 2007-2009, con fallimenti come Lehman Brothers, rivelò lacune in leverage, liquidità e governance. Nel settembre 2008 furono emessi principi per la gestione del rischio di liquidità. L'accordo, approvato nel dicembre 2010 e endorsed dal G20, rafforzava Basel II con requisiti più alti: focus su common equity, buffer di conservazione e anticiclico, leverage ratio, Liquidity Coverage Ratio (LCR) e Net Stable Funding Ratio (NSFR). Phased in dal 2013 al 2019, includeva requisiti per banche sistematicamente importanti. Nel 2017-2019, riforme (spesso chiamate "Basel IV") revisionarono rischi di credito, CVA, operativi e introdussero un output floor per limitare variabilità RWA.
Il Comitato, cresciuto a 45 istituzioni in 28 giurisdizioni, monitora l'implementazione tramite il Regulatory Consistency Assessment Programme (RCAP) dal 2012.
La Fine? O Solo un'Evoluzione Continua
Gli Accordi di Basilea non hanno una "scadenza" formale, ma evolvono con le crisi: dalla pandemia COVID-19 alle tensioni geopolitiche, il BCBS continua a emettere guidance, come su rischi climatici e digitali. Nel 2024, l'UE ha discusso rinvii per Basel III, riflettendo dibattiti su equilibrio tra stabilità e crescita. L'eredità è controversa: hanno prevenuto fallimenti bancari, ma critici li accusano di favorire grandi banche e complessità eccessiva.
In questa serie su "Accordi Segreti", gli Accordi di Basilea ci insegnano come patti forgiati in sale blindate possano plasmare l'economia mondiale. Prossimo episodio: gli accordi di Bretton Woods? Rimanete sintonizzati.
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