LA GRANDE STANGATA: LE CONSEGUENZE
The Great Taking: the last chapter?
Nei corridoi oscuri della finanza globale, dove i meccanismi di controllo ronzano invisibilmente sotto la superficie delle transazioni quotidiane, gli eventi del dicembre 2025 non segnano solo una scaramuccia geopolitica, ma il primo scricchiolio udibile del grande edificio contro cui abbiamo a lungo messo in guardia. La decisione dell'Unione Europea di immobilizzare a tempo indeterminato 210 miliardi di euro di asset della banca centrale russa – di cui 185 miliardi di euro giacciono nei caveau di Euroclear – mentre Mosca reagisce con una causa nei propri tribunali, non è un atto isolato di sanzione o ritorsione. È la scintilla che illumina il progetto esposto in queste pagine: un sistema progettato per l'espropriazione sistematica di titoli, innescato dagli stessi meccanismi di default, insolvenza e priorità "safe harbor" che rendono vulnerabili tutti gli asset in pool. Questa è la conseguenza, non di una guerra nell'Europa orientale, ma di decenni di silenziosa alchimia giuridica che ha smaterializzato la proprietà in un diritto, e il diritto in un'arma per i creditori garantiti che aspettano dietro le quinte.
Per cogliere la profondità di questo momento, bisogna innanzitutto ricordare l'architettura che abbiamo analizzato in precedenza: la smaterializzazione dei titoli in fantocci dematerializzati, detenuti non come beni segregati, ma come pool fungibili in custodia di depositari centrali di titoli (CSD) come la Depository Trust Company (DTC) di New York o la sua controparte europea, Euroclear. Queste entità, apparentemente guardiane neutrali del valore, operano secondo i regimi armonizzati dell'articolo 8 del Codice dei Conti (UCC), del Regolamento sui Depositi Centralizzati di Titoli (CSDR) dell'UE e delle norme PRIMA della Convenzione dell'Aja. Ciò che custodiscono, tuttavia, non è vostro o mio, e nemmeno del Cremlino, ma un diritto collettivo: un credito pro-rata su un registro condiviso, revocabile in caso di ammanco. Come ha affermato la Federal Reserve di New York nella sua risposta del 2006 al Legal Certainty Group dell'UE, in caso di insolvenza, "i crediti dei creditori [dell'intermediario] hanno la priorità" su quelli dei titolari dei diritti. Euroclear, in quanto Deposito Centrale Internazionale di Titoli (ICSD), incarna questo pericolo: i suoi titoli aggregati, collegati transfrontalieri tramite sistemi automatizzati di gestione delle garanzie, consentono il trasferimento istantaneo degli asset alle controparti centrali di compensazione (CCP) in periodi di stress. Nessun titolo di proprietà individuale in questo caso; solo la fredda aritmetica della fungibilità.
Il congelamento degli asset russi, imposto dal 2022 e ora sancito a tempo indeterminato dai poteri di emergenza dell'UE, interrompe questo delicato equilibrio non per caso, ma di proposito. Questi titoli sovrani – obbligazioni, azioni e strumenti equivalenti – non sono mai stati veramente "russi" in senso di custodia. Depositati presso Euroclear tramite una rete di intermediari (banche svedesi come SEB, CSD finlandesi acquisiti in nome dell'"efficienza"), si mescolano in conti omnibus ai sensi del Regio Decreto n. 62 della legge belga. Questo decreto, come le stesse comunicazioni di Euroclear ai sensi del mandato CSDR, nega esplicitamente il diritto di separazione in caso di insolvenza di un partecipante: i clienti, siano essi stati o speculatori, diventano creditori non garantiti, condividendo le perdite pro-rata, mentre la Banca Nazionale del Belgio gode di privilegi sui titoli di proprietà. L'immobilizzazione a tempo indeterminato da parte dell'UE, annunciata il 12 dicembre 2025, poche ore prima che la banca centrale russa presentasse una causa presso la Corte Arbitrale di Mosca, fa molto di più che bloccare il rimpatrio. Interrompe i flussi di liquidità, trasformando le partecipazioni passive in ancore illiquide che mettono a dura prova il bilancio di Euroclear. Consideriamo la cascata: Euroclear, che detiene 16 miliardi di euro di asset dei clienti in Russia come esposizione reciproca, ora si trova ad affrontare l'esplicita minaccia di confisca dei beni da parte di Mosca qualora i fondi russi venissero "ritirati" o riutilizzati. La causa intentata dalla Banca di Russia accusa Euroclear di "azioni illecite" che infliggono "danni... derivanti dalla sua incapacità di disporre di fondi monetari e titoli", chiedendo un risarcimento per le perdite accumulate dal congelamento del 2022. Ma non si tratta di una semplice disputa bilaterale; è foriera di ritorsioni transfrontaliere. La Russia ha promesso una "campagna globale" di azioni legali – attraverso tribunali nazionali, tribunali internazionali e persino meccanismi di esecuzione delle Nazioni Unite – qualora l'UE procedesse con il suo previsto "prestito di riparazione" all'Ucraina, garantito dagli interessi su questi asset congelati (stimati a 3-5 miliardi di euro all'anno). In risposta, i partecipanti a Euroclear – banche globali invischiate in reti di derivati per un totale di quadrilioni – potrebbero attivare richieste di margine sulle esposizioni legate alla Russia. Un singolo default in questa catena, ad esempio un intermediario sanzionato che non soddisfa le richieste della CCP, invoca le disposizioni di salvaguardia del Codice Fallimentare degli Stati Uniti (come modificato nel 2005) e della Direttiva UE 2002/47/CE. Queste protezioni esentano i contratti di pronti contro termine (repo) e le transazioni in derivati dall'elusione della "preferenza fraudolenta", consentendo ai creditori garantiti – istituzioni con "controllo" sulla garanzia – di procedere al pignoramento senza interferenze giudiziarie.
Ecco, quindi, innescato il meccanismo: una dichiarazione di default. Mentre la liquidità evapora, a causa del peso delle garanzie sovrane congelate, i sistemi automatizzati di Euroclear, progettati per l'"ottimizzazione" nei regimi di garanzia imposti dalla BRI, iniziano la pulizia. Gli asset vengono re-ipotecati, trasformati da obbligazioni in equivalenti di liquidità e convogliati verso CCP come LCH.Clearnet o ICE Clear Europe. Se un partecipante (una banca che detiene titoli russi) risulta inadempiente, viene avviata una procedura di insolvenza ai sensi del diritto belga o di un'altra normativa armonizzata dell'UE. I protocolli di condivisione delle perdite del CSDR si attivano: le perdite a cascata si riversano verso il basso, con il buffer azionario di Euroclear (una mera frazione dei suoi oltre 30.000 miliardi di euro in custodia) esaurito per primo, seguito dai contributi dei partecipanti. I titolari di titoli, russi o di altri paesi, sono considerati crediti non garantiti generali, le cui quote pro-rata sono ridotte dalla priorità concessa alle società di compensazione e alle banche centrali. Nessuna rivendicazione; nessuna riconducibilità a titoli specifici. Come stabilisce l'UCC §8-503(b), e come riecheggiano i termini di Euroclear Sweden per i suoi conti collegati, "il titolare del diritto acquisisce solo diritti nei confronti dell'intermediario finanziario". Nella massa fallimentare, tali diritti svaniscono, subordinati ai "partecipanti finanziari" che hanno architettato la crisi.
Non si tratta di un'iperbole; è un precedente in atto. Ricordiamo Lehman Brothers nel 2008: JPMorgan, sotto gli auspici del safe harbor, incassò 8,6 miliardi di dollari dalle garanzie dei clienti senza contestazioni, poiché il curatore fallimentare ritenne i trasferimenti "protetti". O il crollo di MF Global del 2011, quando i fondi segregati dei clienti furono saccheggiati per coprire le scommesse proprietarie, lasciando agricoltori e hedger con pochi centesimi sul dollaro. Il congelamento russo amplifica questi modelli a livello globale: 210 miliardi di euro immobilizzati, ma migliaia di miliardi di valore nozionale dei derivati gravati indirettamente attraverso la stessa infrastruttura condivisa. Una richiesta di fallimento – magari contro un partecipante a Euroclear messo a dura prova dalle controsanzioni russe, o persino contro Euroclear stessa se i sequestri di Mosca innescassero una spirale di liquidità – non richiederebbe ai tribunali un risarcimento, ma una risoluzione. Nell'ambito del Meccanismo di Risoluzione Unico (SRM) dell'UE, il Comitato di Risoluzione Unico potrebbe invocare poteri di "bail-in", convertendo i diritti in azioni per ricapitalizzare l'entità in difficoltà. I creditori garantiti se ne vanno indenni; il resto, fantasmi pro-rata.
Eppure, queste conseguenze rivelano la genialità del piano: mascherare la predazione con un'apparenza di stabilità. La mossa dell'UE, lodata come un "impegno per la difesa dell'Ucraina", elude la confisca vera e propria prendendo di mira solo i "profitti" – un gioco di prestigio semantico che ignora come gli interessi maturano sugli asset già impegnati nei mercati dei pronti contro termine. La causa russa, depositata il 12 dicembre 2025 presso i tribunali commerciali di Mosca, chiede il risarcimento dei danni, ma rischia di accelerare proprio l'insolvenza che denuncia: adducendo "azioni lesive", sollecita domande riconvenzionali, aumenti dei margini e l'invocazione di clausole di forza maggiore negli accordi quadro ISDA. Mentre la catena di controllo si stringe – beni russi congelati a Bruxelles, esposizioni belghe sequestrate a Mosca – le controparti centrali sottocapitalizzate del sistema (3,5 miliardi di dollari di capitale proprio di DTCC contro 79 trilioni di dollari in derivati) vacillano. Si profila un "giorno festivo", non come quello del 1933, ma digitalizzato: vendite forzate automatizzate, quarantene imposte dalle CBDC e riaperture selettive in cui solo le "importanti a livello sistemico" emergono indenni.
In questo dramma in corso, la Grande Stangata non è più una teoria; è il prologo dell'atto principale. I titoli russi congelati presso Euroclear sono il canarino nella miniera di carbone, la loro immobilizzazione è un banco di prova per l'implosione deflazionistica che travolgerà tutti i titoli in pool nelle fauci delle banche centrali. Con l'ulteriore stagnazione della velocità del denaro – già dimezzata dal 1997 – il superciclo del debito raggiunge il suo apice e la carenza di garanzie collaterali diventa la norma. Ciò che inizia come una sanzione contro un nemico sovrano si metastatizzerà: conti di intermediazione al dettaglio, fondi pensione, persino i beni mobili digitali della classe media, tutti smaterializzati in diritti maturi per una ripartizione proporzionale.
L'autore, dopo aver documentato questa architettura in prima linea tra hedge fund e crolli di mercato, non conclude con disperazione, ma con un appello squillante. I meccanismi sono oliati, le leve tirate; ma l'esposizione è il solvente. Richiedete la segregazione dei vostri titoli – vera proprietà, non crediti in pool. Sfidate i porti sicuri nei tribunali e nell'opinione pubblica. E soprattutto, riconoscete la guerra ibrida: non carri armati nelle strade, ma algoritmi nei registri contabili, condotti da una squadra nascosta contro la sovranità dell'individuo. Le conseguenze sono alle porte, ma lo è anche l'opportunità di smantellare, non semplicemente assistere, alla Grande Stangata. Perché vedendo la trappola, possiamo forgiare la chiave per la sua dissoluzione.
Note finali
- Il Fallimento di un CSD Europeo: Ipotetico Scenario di Reipoteca e Conseguenze a Catena. M. Saba, 2025.
- Decisione del Consiglio dell'UE sull'immobilizzazione a tempo indeterminato degli asset, 12 dicembre 2025.
- Comunicato stampa della Banca di Russia sulla causa contro Euroclear, 12 dicembre 2025.
- Informativa CSDR di Euroclear sulla gestione del default dei partecipanti (2024).
- Risposta della Federal Reserve di New York al Legal Certainty Group della CE (2006).
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Allegato di SuperGrok:
Attenzione: non si tratta di consigli finanziari. Il trading speculativo è ad alto rischio, specialmente in contesti geopolitici, e può portare a perdite totali. Consulta un professionista e fai DYOR (Do Your Own Research).
Sfruttare lo Scenario per Speculazioni: Opportunità e Rischi
Lo scenario descritto nel capitolo "THE AFTERMATH" – il congelamento indefinito di circa 210 miliardi di euro in asset russi su Euroclear, con la causa intentata dalla Banca Centrale Russa e le minacce di ritorsioni – crea un contesto di alta instabilità finanziaria. Questo potrebbe innescare una catena di default, crisi di liquidità e fughe verso asset rifugio, amplificando i meccanismi del "Great Taking". In un tale ambiente, le speculazioni si concentrano su posizioni long su beni "sicuri" (come oro e Bitcoin) e short su asset vulnerabili (azioni europee, banche esposte).
Strategie Speculative Principali
Basandomi su analisi di crisi passate (come il freeze del 2022) e reazioni recenti al dicembre 2025, ecco come potresti posizionarti:
- Long su Asset Rifugio (Hedge contro Instabilità):
- Oro (Gold): In periodi di sanzioni e dubbi sulla sicurezza delle riserve sovrane, l'oro beneficia di acquisti massicci da banche centrali. Il dibattito UE sugli asset russi ha già accelerato questa tendenza, con record di acquisti nel 2022 e un rimbalzo immediato dopo l'annuncio del freeze indefinito. Dopo la causa russa contro Euroclear del 12 dicembre, il prezzo dell'oro è salito di oltre 50 dollari l'oncia in una sessione. Previsioni per fine 2025 indicano un potenziale +10-15% se la crisi si approfondisce, grazie a un "premio rischio" su bond sovrani europei. Strategia: Compra futures su COMEX o ETF come GLD; usa opzioni call per leva.
- Bitcoin (BTC): Come "oro digitale", BTC attrae flussi in scenari di erosione della fiducia nei sistemi finanziari centralizzati. Le tensioni geopolitiche (Ucraina, sanzioni) lo posizionano come hedge contro inflazione e sequestri. La Russia sta spingendo per riserve in BTC, con VTB (seconda banca russa) che lancerà trading crypto nel 2026 – un segnale di adozione istituzionale nonostante le sanzioni. Economisti russi prevedono BTC a 120-130k USD entro fine anno, mentre analisti globali puntano a 150k entro mid-2026, trainati da ETF e "flight to quality". Strategia: Long su spot BTC o futures su CME; considera wrapped BTC su DeFi per esposizione decentralizzata.
- Short su Asset Vulnerabili:
- Azioni e Banche Europee: Euroclear e istituzioni collegate (es. banche belghe/svedesi) rischiano offset di asset e litigation decennale. Una crisi di liquidità potrebbe colpire indici come EURO STOXX 50 o banche come BNP Paribas. Strategia: Short via ETF come VGK o opzioni put; monitora spread su bond sovrani, che potrebbero widening se il piano UE spaventa investitori.
- Valuta Euro (EUR): Debolezza da rischi legali e ritorsioni russe. Strategia: Short EUR/USD via forex.
- Opzioni Avanzate e Derivati:
- Usa volatility trading: Compra VIX futures o opzioni straddle su indici per catturare spike di volatilità.
- Collateral management: In un "sweep" di asset, short repo-heavy securities; long su T-bills USA come safe haven.
Salirà l'Oro e il Bitcoin?
- Oro: Sì, con alta probabilità nel breve termine. Il freeze rafforza lo scetticismo sulle riserve fiat, spingendo acquisti centrali (già record nel 2025). Prezzi attuali ~2.450 USD/oncia, target 2.600+ se litigation escalano.
- Bitcoin: Sì, potenzialmente esplosivo. Prezzi ~91.000 USD oggi, con momentum da geopolitica (Siria, Ucraina) e adozione russa. Rischio downside da regolamentazioni, ma upside da "digital gold" narrative.
| Asset | Posizione Suggerita | Motivo Principale | Rischio Chiave | Target Prezzo (Fine 2025) |
|---|---|---|---|---|
| Oro | Long | Acquisti banche centrali vs. sequestri | Deflazione improvvisa | +10-15% (da 2.450 USD) |
| Bitcoin | Long | Hedge decentralizzato + adozione RU | Regolamentazioni USA/EU | 120-150k USD |
| EURO STOXX 50 | Short | Esposizione a Euroclear/default | Bailout EU | -5-10% |
| EUR/USD | Short | Debolezza da rischi legali | Escalation inflazione | 1.05-1.08 |
In sintesi, questo scenario premia chi anticipa il "flight to safety", ma la tempistica è cruciale – monitora vertici EU (18-19 dic) e risposte russe. La speculazione qui è un'arma a doppio taglio: il "Great Taking" potrebbe accelerare, ma anche stabilizzarsi con garanzie EU.
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