Banche
commerciali: ABC della creazione di euro
Premessa: il denaro
bancario (elettronico) è tutto creato dalle banche, unici soggetti
che hanno accesso ai circuiti di movimentazione dello stesso (MOTI,
SWIFT, CLEARSTREAM, EUROCLEAR, RTGSS, etc.).
Le banche utilizzano
un proprio unico conto di cassa per tutte le operazioni dei flussi
del denaro bancario chiamato normalmente CONTO ACCENTRATO. Le
posizioni dei singoli clienti sono collegate alle operazioni sul
conto accentrato. Le banche registrano contabilmente la
movimentazione del denaro elettronico.
Le banche creano
depositi e creano moneta (ammissione di Bankitalia con risposta
scritta del 23 gennaio 2017 alla commissione finanze riunita Camera e
Senato nel 2017, audizione dell’ispettore capo Carmelo Barbagallo.
Testualmente: “creazione di depositi (che rappresentano la quasi
totalità del denaro bancario).” e “strumenti monetari
creati dal sistema bancario, denominati anche moneta bancaria e
costituiti in larga parte dai conti di deposito.”).
Domanda:
quando e come le banche commerciali creano “euro” ?
Risposta: le banche
commerciali creano euro scritturali, creando depositi intestati alla
clientela denominati in euro, in tre modi principali:
1 - quando la banca
effettua prestiti o aperture di credito (crea un deposito a nome del
cliente registrando un’uscita di cassa di denaro bancario della
banca)
2 – quando la
banca accetta depositi di contante materiale allo sportello (crea un
deposito a nome del cliente registrando un’uscita di cassa di
denaro bancario della banca, trattiene il contante versato senza
annullarlo. Si tratta di clonazione, ovvero dematerializzazione del
contante materiale senza distruzione o annullamento dell’originale)
3 – quando la
banca paga forniture di merci, servizi o stipendi (crea un deposito
a nome del cliente registrando una uscita di cassa di denaro bancario
corrispondente. La passività corrisponderebbe ai beni e servizi
acquistati, andando in pareggio...)
Domanda: cosa c’è
che non va nella contabilizzazione della creazione ?
Risposta: il denaro
viene creato effettivamente direttamente nel conto del cliente
simulando una uscita di cassa senza corrispettiva previa entrata,
dovuta alla creazione, nella cassa stessa della banca.
Esempio del primo
caso sopra: la banca ha cassa zero. Crea cento euro nel conto del
cliente (crea un deposito) e registra la corrispondente uscita di
cassa. Ma, nella realtà, il deposito è creato ex novo senza che
la cifra creata sia apparsa prima, ALLA CREAZIONE, come entrata nella
cassa della banca (come se la banca avesse speso disponibilità
preesistenti – o fosse andata sotto zero - invece di aver creato
il denaro).
Risultato contabile:
cassa della banca, meno cento euro (- 100), deposito del cliente: +
100. La banca lavora con flussi negativi di cassa (va sotto zero) che
compensa, a fine giornata, col deposito del cliente CREATO DOPO
l’uscita di cassa.
La banca è
contabilmente a zero, anche se sono stati creati ex novo cento euro.
La creazione del capitale è nascosta al pubblico contabilmente.
Il cliente ha cento
euro sul conto che prima non c’erano, ma la banca è in pari, tra
depositi e cassa.
Il cliente spende i
100 euro. La banca è a meno 100. Il cliente restituisce i cento euro
piu’ gli interessi. La banca ora è a cassa zero (piu’ gli
interessi) e il conto del cliente è a zero. Appaiono solo gli
interessi pagati che risulteranno nel Conto economico della banca (ma
il capitale sarà sparito contabilmente, mentre si troverà nel conto
accentrato della banca dove è stato registrato quando il cliente ha
ripagato il debito alla banca).
Quindi la banca,
sostanzialmente, crea denaro fuori bilancio senza registrarselo, lo
spende registrandone l’uscita, e “soffre” se non viene
restituito interamente perchè rimane un falso buco di cassa dopo la
creazione del deposito. Piu’ una banca è grande e piu’ sono le
transazioni registrate quotidianamente nel conto accentrato della
banca e piu’ sarà complesso ricostruirne tutti i movimenti.
Domanda: cosa non
si legge nel bilancio finale della banca ?
Risposta: Nel
bilancio finale della banca non si legge la creazione del denaro a
favore della banca stessa che ne ha poi disposto con gli impieghi. La
banca sfrutta, con un gioco scorretto di prestidigitazione contabile,
l’art.1834 del codice civile. La banca pretende di finanziarsi –
non causa pro causa, ex post factum – con gli stessi depositi che
ha creato facendoli sembrare disponibili prima che li avesse
utilizzati.
Domanda: perchè
non si legge la creazione di denaro nei flussi di cassa o rendiconto
finanziario della banca ?
Risposta: La banca
commerciale sfrutta una eccezione contabile per le società
d’intermediazione che le permette di riportare AL NETTO i flussi di
cassa, senza indicarli in maniera progressiva. In questo modo è piu’
difficile ricostruire la mancata registrazione del nuovo denaro
creato nella parte attiva (ENTRATE) dei flussi di cassa alla
creazione. Le banche centrali, dal canto loro, non pubblicano nemmeno
il Rendiconto Finanziario talché diventa impossibile ricostruire la
creazione del denaro.
Domanda: Esiste
un registro, tipo catasto, usato dalle banche per riportare la
creazione di denaro bancario e dove i notai, ad esempio, possano
controllare la provenienza del denaro usato dalle banche nei
contratti (antiriciclaggio) ?
Risposta: No.
Domanda: Esiste o
è mai esistito uno STUDIO DI SETTORE per le banche commerciali o la
banca centrale ?
Risposta: No, per i
codici ATECO 64.11.00 (Attività della Banca Centrale) e 64.19.10
(Intermediazione monetaria di istituti monetari diverse dalle Banche
centrali) non esistono studi di settore.
Domanda: in
sostanza, in parole semplici, cosa si vede nel bilancio annuale di
una banca ?
Risposta: Un
banchiere svizzero, Francois De Siebenthal, ha riassunto la
situazione cosi’: “Analizzare il bilancio di una banca è
inutile, è come guardare a una vasca da bagno per stabilire quanta
acqua è rimasta. Senza un contatore dell’acqua a monte, non
possiamo sapere quante volte la vasca è stata riempita e svuotata
precedentemente. E, soprattutto, dov’è finita l’acqua che è
passata nella vasca (il denaro non contabilizzato alla creazione, una
volta che viene restituito alla banca)”.
In sostanza,
l’enormità della situazione è visibile controntando il conto
economico e lo stato patrimoniale. Le cifre enormi dello stato
patrimoniale non trovano corrispondenza nemmeno nel rendiconto
finanziario, che dovrebbe rivelare le fonti di finanziamento
dell’azienda.
Domanda: che
strumenti avrebbe il magistrato che volesse approfondire la
situazione per la singola banca ?
Risposta: il
magistrato puo’ avvalersi d’ufficio dello strumento
dell’accertamento giudiziario dello stato d’insolvenza
acquisendo dalla banca tutti i documenti contabili necessari ad
appurare e ricostruire quanto sopra.
Domanda: cosa
dicono le banche in merito ?
Risposta:
recentemente un legale di una banca ha commentato cosi’ a proposito
di un mutuo:
"Il mutuo
erogato dalla banca con denaro da essa creato contabilmente
come "euro", anche se la medesima non ne ha la facoltà,
è pertanto valido perché il mutuatario lo ha comunque
utilizzato...".
Domanda: cosa
vuol dire dunque “euro scritturali” ?
Risposta: "Si
potrebbe quindi sostenere che il denaro è sempre
scritturale e che il denaro è intrinsecamente una unità
di conto. La valuta, sotto forma di monete, banconote o altri oggetti
fisici, può essere vista come manifestazione fisica
dell'unità di conto. La valuta fisica sarebbe quindi solo
un'altro modo per mantenere i conti, una forma più tangibile di
contabilità."
- Banca centrale
della Finlandia, The Great Illusion of Cryptocurrencies, 2018, pag.6
Domanda: dove
trovare altra documentazione autorevole in italiano ?
Risposta:
- Falsità nei bilanci delle banche – in: “False attestazioni del
credito bancario”, di G.B. Frescura, 2018
- “Il Non-Mutuo Bancario”, Avv. Silvio Orlandi, ed. Sindimedia,
2018
- Monete - antiche e nuove - sotto le lenti della contabilità
moderna, di Biagio Bossone, Massimo Costa, 2018 (documento originale pubblicato
in inglese nel sito della Banca Mondiale "The “accounting view” of money: money as equity" e qui tradotto):
- L’iniziativa del pubblico ministero e i poteri officiosi del
Tribunale - in: “L’accertamento giudiziario dello stato
d’insolvenza delle banche alla luce della riforma della legge
fallimentare” - Prof. Emma Sabatelli, 2012
- “Note per uno studio di settore sull’attività bancaria”, di
Marco Saba, 2014
CODICE CIVILE
TITOLO V
Delle Società
CAPO V — Società per azioni
Sezione IX. — Del bilancio
Art. 2423
Redazione del bilancio
- [1] Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa.
- [2] Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell'esercizio.
- [3] Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari necessarie allo scopo.
- [4] Se, in casi eccezionali, l'applicazione di una disposizione degli articoli seguenti è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. La nota integrativa deve motivare la deroga e deve indicarne l'influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico. Gli eventuali utili derivanti dalla deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura corrispondente al valore recuperato.
- [5] Il bilancio deve essere redatto in unità di euro, senza cifre decimali, ad eccezione della nota integrativa che può essere redatta in migliaia di euro.
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