sabato 30 dicembre 2023

PIAZZA LIBERTA’ , sabato 30 dicembre 2023: Marco Saba ci parla de ”La grande stangata”

 LA GRANDE STANGATA

PIAZZA LIBERTA’, il programma di informazione condotto da Armando Manocchia, ritorna sabato 30 dicembre 2023 alle 20,30 su BYOBLU CANALE 262 DT CANALE 816 SKY CANALE 462 TIVUSAT

Nel corso della puntata due interviste esclusive.
La prima a Marco Saba. economista che ci parla de ”La grande stangata” il libro e documentario di David Rogers Webb, gestore di obbligazioni, secondo il quale siamo di fronte ad un collasso finanziario, ad una razzia di azioni, obbligazioni e titoli di stato, ma anche di contanti. Verrà spiegato come tutto ciò che risulta depositato si trova presso un’entità di custodia di titoli dematerializzati, come Euroclear e Clearstream, che detengono il monopolio degli scambi di obbligazioni a livello internazionale.

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venerdì 29 dicembre 2023

Opinione: la proprietà privata e la blockchain

 

L'attacco istituzionale alla proprietà privata

Fonte dell'immagine

  In termini generali, la proprietà privata si riferisce al diritto di una persona fisica o giuridica (un essere umano o una società di capitali) di possedere, utilizzare, godere e disporre liberamente di un bene, entro i limiti stabiliti dalla legge.

Le modalità dell'attacco: l'articolo del codice del 1942

Parlando di denaro e di beni mobiliari immateriali (azioni, obbligazioni, titoli di Stato, derivati) occorre tenere in considerazione due fatti importanti: correntemente la proprietà privata di questi beni custoditi presso una banca o un deposito titoli è da pochi anni è nnnnnn soggetta al rischio di fallimento del custode. Infatti, per il denaro presso la banca vale il dettato dell'articolo 1834 del codice civile che risale al 1942 e che recita: "Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi. Salvo patto contrario, i versamenti e i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si è costituito il rapporto". Quest'articolo modificava il precedente statuto albertino che invece prevedeva che la proprietà rimanesse del cliente della banca. Venne voluto quando le banche erano nazionalizzate e lo stato fascista.

Quindi, in sostanza, oggi la proprietà del denaro personale affidato ai banchieri è a rischio in caso d'insolvenza della banca.

Il "denaro bancario", denaro scritturale, ancorché largamente e prevalentemente utilizzato, non è denaro definito "a corso legale" come i cosiddetti contanti, ovvero le banconote e le monete metalliche, che sono di proprietà di chi le possiede . Occorre precisare che, contabilmente, i depositi bancari sono considerati "contante" secondo i principi contabili internazionali IAS /IFRS (International Accounting Standards - International Financial Reporting  Standards) ma nel sistema bancario vengono considerati irregolarmente solo come "passività" creando una serie di paradossi per lo più ignoti alla popolazione che si concretizzano nell'appropriazione del signoraggio (il guadagno di chi crea il simbolo monetario che è equivalente alla differenza tra il costo del simbolo - un costo nullo per il denaro di conto - ed il suo valore ufficiale) da parte delle banche (sia commerciali che centrali). Poiché questo fatto non emerge dai bilanci, si ha una rappresentazione falsata della reale situazione degli istituti di credito. E questo aumenta il rischio perché la popolazione potrebbe, prima o poi, chiederne ragione agli istituti stessi. Si porrebbe quindi il problema del rimborso delle enormi somme "scomparse contabilmente" negli anni. Ma questo argomento merita approfondimenti a parte (magari in Tribunale quando la magistratura uscirà dal letargo).

L'attacco alla proprietà dei beni mobili: azioni, obbligazioni, titoli di Stato

Per quanto riguarda i titoli mobiliari, ovvero le azioni, le obbligazioni, i titoli di stato e i derivati, essi oggi sono concentrati in società di deposito che però, a seguito della recente evoluzione normativa degli ultimi anni - la dittatura europeista - in caso di fallimento è previsto che i creditori della società custode stessa possano appropriarsi dei titoli detenuti in deposito anche se sono intestati a terzi ("bail-in", salvataggio interno). Questa situazione appare assurda, e lo è, perché i beni in deposito dovrebbero essere segregati (separati) dall'andamento degli affari del custode, separati dal patrimonio del custode. I conti in denaro e in beni mobiliari dovrebbero essere quindi segregati in modo da garantire il depositante che paga anche un costo per il servizio di deposito. E in particolar modo quando le funzioni di custodia sono affidate a privati anziché allo Stato.

Immaginate una situazione in cui fallisca il Catasto, per esempio. Sarebbe assurdo che i suoi creditori si rivalessero sulle unità immobiliari accatastate ed intestate a terzi. Così come se fallissero le società di deposito bagagli saremmo stupiti se i nostri bagagli finissero nelle mani dei creditori della società che gestisce il deposito bagagli. Eppure, per il denaro e per i beni mobili la situazione è come sopra descritta: non c'è certezza della proprietà privata dei propri risparmi.

Uscire dalla Borsa

La mia opinione è che se importanti attori del mercato, come Rothschild ed Elon Musk, sono usciti dalla Borsa riacquistando le proprie azioni (di Rothschild & Co. e della Tesla, rispettivamente, delistandole, ovvero togliendole dalla Borsa a seguito di OPA - Offerta Pubblica d'Acquisto, il motivo potrebbe essere proprio questo, cioè: in caso di fallimento di un custode importante, come ad esempio Euroclear o Clearstream, i creditori potrebbero ritrovarsi in mano concentrazioni di pacchetti importanti di azioni che permetterebbero di controllare le società a cui si riferiscono. E quindi il socio di controllo prima del fallimento del custode, il proprietario del pacchetto di controllo della società, perderebbe appunto questo controllo.

Una volta che le azioni vengono tolte dalla Borsa, la custodia rimane ai privati possessori delle azioni stesse senza essere legate alla sorte dei custodi. Questa descritta è la soluzione dei grandi proprietari di importanti società, ma il piccolo e medio investitore che protezioni ha ? Come fa a segregare i conti delle azioni dalle sorti del custode? Ed il broker - ovvero l'intermediario di borsa - come può proteggere i conti dei suoi clienti se non sono segregati? Il rischio di sequestro rimane finché non si disinveste dal mercato dei titoli, magari diversificando su beni fisici che si possano portare e custodire a casa (opere d'arte, metalli preziosi, etc.).

Il nuovo trucco dei banchieri centrali

Per quanto riguarda il denaro, la cosiddetta nuova moneta digitale di banca centrale, la CBDC (Central Bank Digital Currency),  non pare offrire una protezione migliore poiché si è capito che anche questo tipo di denaro può essere programmato per essere bloccato nei conti, essere vincolato a determinati usi a piacere del banchiere centrale (moneta "politica"),  oppure addirittura sparire. Anche qui il proprietario nominale del conto CBDC non ha grandi difese. Immaginate se si inventano di bloccarvi il conto perché non accettate di fare da cavia per la sperimentazione di farmaci letali...

Una alternativa tecnologica prossibile ed economica

Per mantenere la certezza della proprietà privata di denaro e di beni mobiliari la soluzione che oggi appare la più sicura, economica ed efficiente è il circuito della blockchain. Le somme di denaro, o i titoli azionari sotto forma di "token" (gettone digitale), potrebbero essere detenute in borsellini digitali (wallet) protetti da chiavi crittografiche (password). Rimarrebbero inviolabili e al sicuro finché non si perdono le chiavi d'accesso (come succederebbe se le chiavi d'accesso al vostro conto bancario online fossero sottratte ed usate da estranei). Nessuno può manometterli finché sono gestite dal proprietario. Diverso è il caso se i conti di nuovo vengono tenuti presso un gestore, una piattaforma o una banca, che magari non gestisce direttamente la valuta nominale del conto (Bitcoin, Ether o quant'altro) ma magari ne usa una rappresentazione simbolica come avviene per il rapporto tra denaro contante e denaro bancario. In questo caso bisogna di nuovo sperare che il custode abbia la copertura al 100% del valore delle valute rappresentate nei saldi dei suoi wallet. Per cui questa soluzione della piattaforma tipo exchange, resa appetibile dal malsano desiderio di speculazione, rimane di nuovo poco sicura. Ma se i borsellini sono gestiti direttamente ("Peer-to-peer"), senza usare intermediari, la sicurezza è garantita e l'inviolabilità da qualsiasi tipo di sequestro o blocco per qualsiasi motivo (si pensi alle sanzioni politiche che hanno portato al sequestro di denaro di persone provenienti da paesi sgraditi al regime dominante di turno...).

Perché odiano la tecnologia blockchain

Quindi la gestione di beni mobili tramite blockchain è sicura e gradita alla singola persona ma è attivamente osteggiata da banche e dai governi corrotti e/o collusi con i padroni del sistema bancario. Spesso quando si apre un nuovo conto online tra le domande che pone la banca c'è quella relativa alle criptovalute: se si ha a che fare con le criptovalute il conto non verrà aperto. O, se è già aperto, potrebbe venir chiuso come è già accaduto. Il sistema non tollera che il cittadino utilizzi strumenti per emanciparsi dal totalitarismo globalista.

Aziende farmaceutiche e bancarie, pluricondannate, continuano ad operare

Purtroppo il sistema, con la scusa di combattere la criminalità, tende ad introdurre norme sempre più stringenti e soffocanti arrivando addirittura - come accaduto recentemente - a sottoporre intere popolazioni inermi a trattamenti sanitari semiobbligatori poi rivelatisi letali (vedi le sempre più frequenti "morti improvvise" a seguito della somministrazione di farmaci sperimentali). È da notare l'assoluta mancanza di scrupoli anche di fronte alle prove più evidenti: si sono addirittura proibite le autopsie, per non parlare del fatto che una grande compagnia farmaceutica coinvolta nell'operazione COVID aveva già preso la più grande multa della storia per comportamento sleale.

Ma anche nel settore bancario desta preoccupazione che una delle più grandi banche abbia già subito cinque incriminazioni penali e continui ad operare come se nulla fosse (negli Usa, un privato cittadino dopo tre reati viene messo in prigione immediatamente).

Il confronto col regime totalitario vigente

Si comincia ad avere l'impressione che o il cittadino si trasforma in una multinazionale o altrimenti ha ben poche possibilità di scamparla. E più il sistema peggiora, più diventa violento per mantenere la sua impunibilità. Siamo addirittura arrivati a misure violente (proattive) adottate da parte delle istituzioni europee se uno osasse dire la sua opinione con verità sgradite.

Ci sono avvocati, in Italia e all'estero, che ormai parlano chiaramente di fine della democrazia e dello stato di diritto.

Ulteriori note

Tornando quindi alla blockchain, come una possibile alternativa per proteggersi dalla grande criminalità "invisibile" degli innominati, rimane una soluzione praticabile ed a basso costo premesso che venga adottata da un gruppo o da una comunità con regole prestabilite ben precise. Un po' come avveniva nel caso dell'introduzione delle cosiddette monete complementari (come il WIR, in Svizzera, in vigore dagli anni '30 del secolo scorso, oppure dei vari esperimenti di monete locali che via via vengono adottate in periodi di crisi ma che poi finiscono per scomparire perché non adottate su vasta scala o sono boicottate dalle istituzioni).

Uno Stato potrebbe mettere giudizio

Esiste la possibilità concreta che un Ministero del Tesoro di un paese che volesse ristabilire la fiducia nelle istituzioni, promuova direttamente l'emissione di un token "a corso legale" sul suo territorio e che ribalti il rapporto attuale tra tesoro e sistema bancario. Infatti oggi è lo Stato - apparentemente depositario nominale della sovranità monetaria, secondo la Lex Monetae - che prende a prestito dai banchieri anziché - come dovrebbe essere - prestare loro il denaro creato dallo Stato stesso e potendo così eliminare la tassazione non più necessaria cancellando l'obbrobrio del Debito Pubblico. Infatti uno Stato che crea la propria moneta non ha necessità d'indebitarsi e quindi di seguire le politiche dettate da chi gli presta soldi.

Democrazia o democidio

Democrazia è un concetto diverso da Creditocrazia o Bancocrazia. La sovranità popolare non è un concetto vuoto, se lo si riempie degli strumenti adatti. E se il problema sono le persone, o la loro dubbia moralità di fronte alla possibilità di abusare impunemente, allora ci si può far aiutare volentieri dalla tecnologia. Così come si sono adottati i semafori al posto dei vigili urbani per dirigere il traffico, in un sistema semiautomatico che nel tempo ha ridotto l'occorrenza degli incidenti (oggi purtroppo la situazione si è aggravata e occorrerebbe sospendere la patente ai soggetti a rischio di morte improvvisa).

Il bene più importante è il tempo (che ci resta): un ruolo per l'intelligenza artificiale

Se quindi si volesse cercare di emendare, ripulire, correggere  il sistema attuale, oggi destinato ad incentivare la violenza e la giustizia fai-da-te, gli strumenti non mancherebbero e anche l'intelligenza artificale, affiancata dal buon senso umano, può dimostrarsi un alleato prezioso facendoci risparmiare il bene più importante: il tempo. Naturalmente occorrerebbe un governo che fosse consapevole della situazione reale e degli strumenti disponibili con il supporto della popolazione. E, una volta tanto, nell'interesse della popolazione stessa.

giovedì 14 dicembre 2023

Come le banche centrali salvano gli amici creando denaro dal nulla

La Fed di New York ha esteso il suo piano di salvataggio da mezzo trilione di dollari a una banca giapponese tentacolare di cui non hai mai sentito parlare

Di Pam Martens e Russ Martens: 14 dicembre 2023 ~

FONTE

Kazuto Oku, amministratore delegato della Norinchukin Bank


In silenzio, il 1° dicembre, la Fed di New York ha pubblicato la seguente dichiarazione sul suo sito web: "La Norinchukin Bank, filiale di New York, è stata aggiunta all'elenco delle controparti delle operazioni di pronti contro termine, a partire dal 1° dicembre 2023."

La Standing Repo Facility (SRF) è una struttura di salvataggio permanente da 500 miliardi di dollari creata dalla Federal Reserve e gestita dalla Fed di New York, la banca regionale privata della Fed dove i salvataggi multimiliardari delle banche di Wall Street sono diventati una caratteristica regolare delle sue operazioni.

Senza alcuna azione da parte del ramo legislativo statunitense (altrimenti noto come Congresso), la Fed ha deciso unilateralmente di diventare prestatore di ultima istanza per le società commerciali di Wall Street (che la Fed preferisce chiamare i suoi “operatori primari”) e le banche depositarie, comprese le filiali non assicurate di New York di banche straniere come la Norinchukin Bank.

Se non hai mai sentito parlare della Norinchukin Bank, non sentirti male. Nemmeno noi, e monitoriamo le banche globali da decenni. Secondo il rendiconto finanziario della Norinchukin Bank per l’anno fiscale terminato il 31 marzo 2023, aveva un patrimonio di 708 miliardi di dollari. Se fosse una banca statunitense, sarebbe la quinta più grande per asset, subito dietro JPMorgan Chase, Bank of America, Wells Fargo e Citibank.

L'avviso della Fed di New York sull'aggiunta della Norinchukin Bank al suo piano di salvataggio ha attirato la nostra attenzione per due motivi. In primo luogo, è uscito di venerdì, che di solito è il momento in cui le entità finanziarie scaricano cattive notizie che sperano scompaiano durante il fine settimana. E anche perché la Standing Repo Facility è stata il successore dei trilioni di dollari in prestiti pronti contro termine di emergenza ancora inspiegabili che la Fed ha dovuto pompare a Wall Street nel quarto trimestre del 2019.

Come indicato nel grafico seguente, un'unità di un'altra banca giapponese, Nomura, è stata la maggiore beneficiaria della generosità del piano di salvataggio della Fed nell'ultimo trimestre del 2019. Nomura ha preso in prestito complessivamente 3,7 trilioni di dollari nell'ambito del programma di prestiti pronti contro termine di emergenza della Fed, superando l'importo preso in prestito da JPMorgan. Inseguimento di 1,11 trilioni di dollari. Gli importi dei prestiti nel grafico provengono direttamente dai dati sui prestiti pronti contro termine di emergenza pubblicati trimestralmente dalla Fed di New York, adeguati alla durata del prestito. (Gli importi dei pronti contro termine inversi devono essere cancellati dai dati rilasciati dalla Fed.)

Prestiti pronti contro termine della Fed ai maggiori mutuatari, quarto trimestre 2019, adeguati alla durata del prestito

La Fed è entrata in modalità emergenza il 17 settembre 2019, quando il tasso sui prestiti pronti contro termine overnight è improvvisamente aumentato da circa il 2,25% fino al 10%, suggerendo fortemente che le banche di Wall Street si stavano allontanando dai mutuatari discutibili. La Fed ha istituito il proprio sistema di pronti contro termine per rendere disponibili decine di miliardi di dollari in prestiti alle società commerciali di Wall Street su base giornaliera e a tassi di interesse molto convenienti che non riflettevano il rischio di credito delle singole società commerciali. (I pronti contro termine, abbreviazione di accordi di riacquisto, sono una forma di prestito a breve termine in cui società, banche, società di intermediazione e hedge fund garantiscono prestiti, in genere per un giorno, fornendo forme sicure di garanzia come titoli del Tesoro.) La Fed non aveva Non ho concesso questi prestiti pronti contro termine di emergenza dopo la crisi finanziaria del 2008.

Invece di concedere solo i tipici prestiti pronti contro termine overnight nel 2019, la Fed di New York ha esteso alcuni di questi prestiti pronti contro termine a prestiti a termine a 14, 28 e 42 giorni, suggerendo inoltre che alcune banche avevano un disperato bisogno di prestiti a lungo termine. liquidità.

Le difficoltà vissute da Nomura probabilmente derivavano dalla sua ampia esposizione in derivati. Il fatto che anche JPMorgan Chase e Goldman Sachs abbiano preso ingenti prestiti dalla Fed, suggerisce che le tre società fossero controparti l’una dei derivati dell’altra. (Vedi il grafico a 14 giorni qui sotto a partire da quando la Fed ha lanciato per la prima volta i suoi salvataggi di emergenza sui prestiti pronti contro termine nel settembre 2019.)

Prestiti pronti contro termine erogati dalla Fed, dal 17 al 30 settembre 2019 – Adeguati alla durata del prestito

Celebrando quest'anno i 100 anni di esistenza, la Norinchukin Bank si descrive come un gruppo sano sul suo sito web:

"Si tratta di un'istituzione finanziaria privata cooperativa con la chiara missione di "contribuire allo sviluppo dell'economia della nazione sostenendo il progresso delle industrie agricole, della pesca e della silvicoltura del Giappone fornendo servizi finanziari ai membri del sistema cooperativo di agricoltura, pesca e silvicoltura". 

Aiutare le industrie agricole, ittiche e forestali in Giappone, purtroppo, si è in qualche modo trasformato in questo:

“Nell’ambito della politica di rafforzamento della nostra attività di gestione patrimoniale, nell’anno fiscale 2021 abbiamo trasferito le nostre funzioni di credito e di investimenti alternativi a Norinchukin Zenkyoren Asset Management (NZAM), una società affiliata alla Banca. Inoltre, abbiamo recentemente costituito Norinchukin Capital (NCCAP) , per investimenti di private equity e Nochu-JAML Investment Advisors (NJIA), per la gestione di REIT privati immobiliari nazionali.

"NZAM offre ora una gamma completa di prodotti in base ai cicli economici e ha lanciato il suo fondo di credito di punta nell'agosto 2022. NJIA ha iniziato a gestire un REIT privato immobiliare nazionale, in cui anche la Banca detiene una partecipazione, offrendo opportunità di investimento privilegiate denominate in yen . Continueremo a garantire l’uso efficace della nostra esperienza di gestione per soddisfare le esigenze diversificate dei clienti (compresi i prodotti di investimento ESG).”

A noi sembra una missione seria. Invece della sua “chiara missione” di sostenere il “progresso delle industrie giapponesi dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura”, la Norinchukin Bank sembra stia tentando di trasformarsi in un incrocio tra Blackstone e Blackrock.

Secondo il suo rendiconto finanziario più recente, la Norinchukin Bank non sembra essere fortemente coinvolta nei derivati. Tuttavia, è stata fortemente coinvolta nei CLO – Collateralized Loan Obligations, che spesso includono debiti ad alto rischio.

Nel febbraio del 2020, Reuters ha riferito quanto segue: "Norinchukin, il più grande investitore mondiale in CLO, ha cessato i suoi acquisti nella seconda metà del 2019. Le sue partecipazioni a dicembre ammontavano a 8 trilioni di yen (72 miliardi di dollari), lo stesso livello di giugno dello scorso anno, secondo agli ultimi risultati della banca pubblicati all’inizio di questo mese.”

La Fed potrebbe avere un altro interesse particolare nel garantire che la Norinchukin Bank abbia ampio accesso alla liquidità. La banca è stata in genere un grande acquirente di titoli del Tesoro statunitense.

In un’intervista su NikkeiAsia.com nel marzo di quest’anno, il Chief Investment Officer della Norinchukin Bank, Hiroshi Yuda, ha affermato quanto segue:

“Siamo stati colpiti da perdite non realizzate, in gran parte sui titoli di Stato statunitensi. In realtà abbiamo iniziato a rimescolare le nostre partecipazioni obbligazionarie nel 2021 per prepararci all’aumento dei tassi, ma ci siamo affrettati a alleggerire in risposta al balzo del 2022. Abbiamo venduto circa 12mila miliardi di yen in titoli, principalmente titoli di stato statunitensi, nella metà di aprile-settembre. Abbiamo continuato a vendere da ottobre”.

Al tasso di conversione odierno, scaricare 12mila miliardi di yen in titoli di stato americani equivale a scaricare 84,6 miliardi di dollari. Quando i titoli di stato statunitensi vengono venduti in grandi quantità, si esercita una pressione al ribasso sul prezzo del titolo nel mercato secondario, con conseguente aumento dei rendimenti. Rendimenti più elevati, a loro volta, aumentano il costo del servizio del debito per il governo degli Stati Uniti.

Come le mega banche negli Stati Uniti, anche la Norinchukin Bank è alle prese con pesanti perdite non realizzate sui titoli di debito governativi che non ha immesso sul mercato ma che mantiene nel suo bilancio. Secondo il rendiconto finanziario di fine anno fiscale collegato sopra, alla fine dell’anno fiscale (31 marzo 2023) aveva perdite non realizzate su titoli di investimento per 20 miliardi di dollari, che compensavano una perdita di 10,76 miliardi di dollari dopo aggiustamenti per riclassificazione ed effetti fiscali. .

La conclusione è questa: in che tipo di patto faustiano si è intrappolata la Fed diventando il prestatore di ultima istanza per estese operazioni commerciali in tutto il mondo? E per quanto tempo gli americani continueranno a permettere alla Fed di New York, di proprietà privata, di usurpare il potere (NDT: DI CREARE DENARO) dai membri eletti del ramo legislativo degli Stati Uniti?

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martedì 12 dicembre 2023

Segnali di default da banca WISE - ma anche su REVOLUT non va megliio... In Ucraina le nazionalizzano.

ISTANZA DI FALLIMENTO PER BANCA WISE?

Molti lettori ci stanno segnalando il blocco dei fondi sui loro conti presso la Banca WISE, un servizio online che prima si chiamava TRANSFERWISEhttps://wise.com


Un utente segnala il blocco di oltre centomila euro per oltre tre mesi mesi. Un altro segnala un blocco per soli trecento euro... Qualcosa scricchiola. La banca richiede documenti assurdi, per esempio, se uno ha ricevuto soldi da un parente o un amico, la banca pretende la dichiarazioni dei redditi del parente o amico. Ma anche se le richieste vengono esaudite, come nel caso di un cliente pignolo che ha spiegato chiaramente e definitivamente qual'è l'origine ultima dei fondi bancari: la banca stessa (attraverso false scritture contabili: in sostanza, gli euro sull'estratto conto sarebbero solo un derivato creato dalla banca della moneta a corso legale, sicché quando la banca fallisce tutti i conti sono a rischio).

Fatto sta che contro WISE è stata presentata oggi una istanza di fallimento (NOTIZIA DI DEFAULT) alla Banca Nazionale Belga.


E SU REVOLUT ?

Su REVOLUT, ma stavolta si parla di conti business, la banca discrimina fra gli stessi cittadini dell'UE:


"Sfortunatamente, richiediamo che il richiedente per conto dell'azienda provenga da uno di questi paesi: Australia, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Regno Unito o Stati Uniti. Avete dipendenti che risiedono in uno di questi paesi che possono presentare domanda per conto dell'azienda?"


In Ucraina sono corsi ai ripari e stanno nazionalizzando le banche dal 2016
 
27 novembre 2023

Il 27 novembre, il Tribunale commerciale di Kiev ha archiviato il caso (910/15737/20) presentato da Gennadiy Boholyubov per invalidare le transazioni effettuate nell'ambito della nazionalizzazione di PrivatBank nel 2016 e ha confermato l'impossibilità statutaria di annullare le decisioni prese durante la nazionalizzazione di PrivatBank e la restituzione delle azioni della banca ai precedenti proprietari.

Il caso è allo studio dal 2020.

"In questo caso, G. Bogolyubov, l'ex proprietario di PrivatBank, ha cercato di rivendicare le azioni di PrivatBank, che era stata nazionalizzata, come sua proprietà. Il tribunale, seguendo rigorosamente le disposizioni di legge, ha chiuso il procedimento in questo caso, poiché richiesto dalla legge n. 590. "Questa è sicuramente una vittoria per la giustizia e per lo Stato come unico azionista della banca", ha affermato Viktor Tarasenkov, avvocato di PrivatBank.

Nell'esaminare il caso, la corte ha tenuto conto della prassi della Grande Camera della Corte Suprema nel caso di Oleksandr Dubilet e, sulla base della legge n. 590, ha definitivamente chiuso il procedimento in questo caso sulla nazionalizzazione di PrivatBank.

In conformità con le disposizioni di questa legge, i procedimenti in tutti questi casi giudiziari devono essere chiusi se gli ex azionisti di PrivatBank hanno scelto un modo inappropriato per proteggere i loro interessi.

Ricordiamo che, il 15 novembre 2023, la Sesta Corte d'appello amministrativa ha confermato anche l'impossibilità statutaria di annullare le decisioni prese dalle autorità statali in occasione della nazionalizzazione di PrivatBank e di restituire le azioni della banca ai precedenti proprietari, annullando la decisione illegittima del tribunale di primo grado chiudendo il relativo procedimento nell'ambito del ricorso amministrativo presentato da I. Kolomoisky.


La domanda finale è: vi fidate più di Zelensky o dei banchieri privati? 

Nel dubbio, utilizziamo denaro su blockchain che non può essere sequestrato da nessuno.

martedì 5 dicembre 2023

In caso di democidio il debito pubblico diventa “odioso” e può essere ripudiato

 Il ‘democidio’ (dal greco δχ͂μος, ‘popolo’) – è l’uccisione intenzionale, da parte di un governo, di individui disarmati e indifesi, quale che sia la motivazione dell’atto. – Treccani

Il termine democidio è stato coniato da Rudolph J. Rummel per indicare “l’assassinio di qualsiasi persona, o persone, da parte di un governo, compresi genocidio, omicidio politico e omicidio di massa”.

Il democidio attuato tramite i farmaci sperimentali rappresenta la base giuridica sulla quale un governo successivo potrà ripudiare il debito pubblico come “debito odioso”.

Ma cos’è il debito odioso ?

Il debito odioso secondo Alexandre Sack e secondo il CADTM

18 novembre 2016, di Eric Toussaint

FONTE

Alexandre Nahum Sack (Mosca 1890 – New York 1955), giurista russo che insegnò a San Pietroburgo poi a Parigi, è considerato uno dei padri della dottrina del debito odioso. Questa dottrina, che si fonda su una serie di giurisprudenza, ha fatto versare molto inchiostro. Secondo Alexandre Sack, cos’è un debito odioso?

Ecco la parte più citata del libro di Sack: “Se un potere dispotico contrae un debito non secondo i bisogni e gli interessi dello Stato, ma per rafforzare il suo regime dispotico, per reprimere la popolazione che lo combatte, questo debito è odioso per il popolo dell’intero Stato. Questo debito non è obbligatorio per la nazione: è un debito di regime, un debito personale del potere che lo ha contratto; quindi cade con la caduta di questo potere. » (pag. 157) [1]. “La ragione per cui questi debiti ‘odiosi’ non possono essere considerati gravanti sul territorio dello Stato è che essi non soddisfano una delle condizioni che determinano la regolarità dei debiti statali, vale a dire che: i debiti statali devono essere contratti e i fondi derivanti da essi utilizzati per le necessità e nell’interesse dello Stato (supra, § 6). I debiti “evidenti”, contratti e utilizzati per scopi che, con la consapevolezza dei creditori, sono contrari agli interessi della nazione, non vincolano quest’ultima – nel caso in cui riesca a liberarsi del governo che li aveva contratti – (…) I creditori hanno commesso un atto ostile contro il popolo; non possono quindi contare sul fatto che la nazione liberata da un potere dispotico si faccia carico dei debiti “odiosi”, che sono debiti personali di questo potere. » (pag. 158).

Molti commentatori di questo passaggio hanno dedotto che, secondo Sack, affinché un debito possa essere qualificato come odioso, deve essere stato contratto da un regime dispotico. Questa non è la posizione di Sack. Il giurista ritiene infatti che vi siano diverse situazioni in cui un debito può qualificarsi come odioso. La citazione precedente riguarda solo uno scenario, ma ce ne sono altri.

Il CADTM ed io abbiamo commesso l’errore di pensare che Sack considerasse il carattere dispotico del regime una condizione sine qua non. Noi non siamo d’accordo con la dottrina di Sack su questo punto e abbiamo più volte scritto che il carattere dispotico del regime non può costituire una condizione obbligatoria, bensì facoltativa e aggravante. In realtà, su questo punto, c’è stato un malinteso legato ad alcune formulazioni utilizzate da Sack e soprattutto dovuto all’interpretazione più diffusa della sua dottrina. Dal canto loro, autori come Sarah Ludington, G. Mitu Gulati, Alfred L. Brophy hanno messo il dito su questo errore di interpretazione, anche se essi stessi sembrano ritenere che Sack abbia erroneamente incluso come condizione necessaria la natura dispotica del regime [ 2]. Loro stessi sono convinti che la natura del regime non debba essere considerata una condizione necessaria. Affermano inoltre, come abbiamo accennato, che nel giudizio di Taft sul caso Tinoco, l’ex presidente degli Stati Uniti si è guardato bene dal sottolineare il carattere dispotico del suo regime [3 ]. Nel suo articolo “La dottrina dei debiti odiosi nel diritto internazionale”, la giurista Sabine Michalowski riassume correttamente i criteri definiti da Sack. Non comprende tra questi il ​​carattere dispotico del regime [4].

Cinque pagine dopo la citazione evidenziata, Sack definisce più in generale i criteri per determinare se un debito è odioso o meno. In questa definizione generale, egli non mantiene come condizione il carattere dispotico del regime: «Di conseguenza, affinché un debito regolarmente contratto da un governo regolare (vedi sopra, §§ 1 e 5) sia da considerarsi incontestabilmente odioso, con tutte le conseguenze sopra indicate che ne derivano, sarebbe opportuno stabilire le seguenti condizioni (vedi anche supra, § 6 in fine):

1. — Il nuovo governo dovrà dimostrare e un tribunale internazionale riconoscere come stabilito:
a) Che i bisogni per i quali il precedente governo aveva contratto il debito in questione erano “odiosi” e francamente contrari agli interessi della popolazione di tutto o parte del vecchio territorio, e
b) Che i creditori, al momento dell’emissione del prestito, erano consapevoli della sua odiosa destinazione.

2. — Stabiliti questi due punti, ricadrebbe sui creditori l’onere di provare che i fondi prodotti dai detti prestiti siano stati effettivamente utilizzati non per bisogni odiosi, dannosi per la popolazione di tutto o parte dello Stato, ma per bisogni generali o speciali bisogni di questo Stato, che non sono di natura odiosa (vedi anche infra, p. 170). »

In questa citazione, Sack descrive lo scenario più generale e chiarisce chiaramente che i debiti odiosi possono essere attribuiti al governo regolare. Rileggiamo la prima frase della citazione: “affinché un debito regolarmente contratto da un governo regolare fosse considerato incontestabilmente odioso, sarebbe opportuno che…”.

Sack definisce un governo regolare nel modo seguente: “Dobbiamo considerare come governo regolare il potere supremo che esiste effettivamente entro i limiti di un territorio determinato. Se questo potere sia monarchico (assoluto o limitato) o repubblicano; se provenga dalla “grazia di Dio” o dalla “volontà del popolo”; se esprima o meno la “volontà del popolo”, di tutto il popolo o solo di una parte di esso; che sia stato stabilito legalmente o meno, ecc., tutto ciò è irrilevante per il problema in questione. » (pag. 6).

Non vi sono quindi dubbi sulla posizione di Sack: il fatto che il regime sia dispotico non è una condizione sine qua non per definire l’esistenza di debiti odiosi e suscettibili di essere cancellati [5]. Secondo Sack, tutti i governi regolari, siano essi dispotici o democratici, nelle diverse varianti, possono essere accusati di aver contratto debiti odiosi. Cos’è il governo non regolare secondo Sack? Risposta: un governo che non esercita il controllo sull’intero territorio, ad esempio una coalizione ribelle che tenta di rovesciare il governo regolare in carica. L’esempio emblematico per Sack: gli stati del sud che si ribellarono agli Stati Uniti non costituirono un governo regolare. Di conseguenza, i debiti contratti sono debiti personali degli insorti. Non sono debiti che deve farsi carico lo Stato. Se i “meridionali” (noti come “Confederati”) avessero sconfitto i nordisti (cioè gli Stati Uniti) nella guerra civile del 1861-1865, sarebbero diventati il ​​nuovo governo regolare. Il governo regolare del Nord sarebbe scomparso [6].

Quali sono i due criteri che permettono di stabilire che un debito è odioso?

Torniamo alla citazione di Sack: “Il nuovo governo dovrebbe dimostrare e un tribunale internazionale riconoscere come stabilito:

a) Che i bisogni per i quali il precedente governo aveva contratto il debito in questione erano “odiosi” e francamente contrari agli interessi della popolazione di tutto o parte del vecchio territorio, e

b) Che i creditori, al momento dell’emissione del prestito, erano consapevoli della sua odiosa destinazione. »

Più sintetizzando possiamo dire che secondo Sack un debito è odioso se è stato contratto per soddisfare bisogni francamente contrari agli interessi della popolazione e se, al momento della concessione del credito, i creditori ne erano consapevoli.

In un parere pubblicato sulla rivista “Finanza e Sviluppo” del FMI, Michael Kremer e Seema Jayachandran hanno definito nel 2002 la dottrina del debito odioso come segue: “La dottrina del debito odioso afferma che il debito sovrano contratto senza il consenso delle popolazioni e senza il beneficio loro concesso non deve essere trasferito allo Stato successore, in particolare se i creditori erano a conoscenza di questa situazione. » [7]

Questa sintesi è a prima vista convincente e non contiene come condizione obbligatoria il carattere dispotico del regime. Ma in seconda lettura ci si accorge che una delle condizioni avanzate dai due autori non è presente nella definizione di Sack [8]. Sack, infatti, non menziona “l’assenza di consenso delle popolazioni” come una delle condizioni che devono essere soddisfatte affinché un debito sia odioso. Il fatto che Sack non abbia indicato questa condizione è del tutto coerente con la sua posizione poiché afferma chiaramente che la natura del governo non ha importanza.

Se qualche lettore avesse ancora dei dubbi sulla logica che Sack applica nella sua dottrina riguardo ai regimi dispotici, ecco un’ulteriore citazione: “Anche se un potere dispotico fosse rovesciato da un altro, non meno dispotico e non più rispondente alla volontà del popolo, i debiti “odiosi” del potere deposto restano comunque debiti personali e non sono obbligatori per il nuovo potere. » (pag. 158). Possiamo vedere chiaramente che ciò che conta per Sack è solo l’uso fatto dei debiti e la conoscenza che ne avevano i creditori.

I commenti di Sack riguardo a diversi ripudi o cancellazioni di debiti

Come esempio di debiti odiosi, Sack include i debiti che sono serviti all’arricchimento personale di membri del governo e alle operazioni disoneste dei creditori: “Si potrebbero collocare in questa categoria di debiti anche i prestiti contratti con interessi evidentemente egoistici e personali di i membri del governo o persone e gruppi legati al governo – opinioni che non hanno alcuna relazione con gli interessi dello Stato. » (p. 159) E dichiara subito dopo che questo tipo di debiti odiosi furono ripudiati negli Stati Uniti negli anni Trenta dell’Ottocento: «Cfr. i casi di ripudio di alcuni prestiti da parte di vari stati dell’America del Nord. Uno dei motivi principali che giustificavano questi ripudi era lo spreco del denaro preso in prestito: il più delle volte veniva preso in prestito per la creazione di banche o la costruzione di ferrovie; Tuttavia, queste banche fallirono e le linee ferroviarie non furono costruite. Queste operazioni losche erano spesso il risultato di un accordo tra membri del governo senza scrupoli e creditori disonesti” (p. 159). Ricordiamo che in questo caso specifico di ripudio, che riguarda quattro Stati diversi, non si trattava di debiti contratti da governi dispotici [9].

Poi, Sack fa un altro esempio di debiti odiosi: “Quando il governo contrae debiti per schiavizzare la popolazione di una parte del suo territorio o per colonizzarlo da parte di cittadini della nazionalità dominante, ecc., questi debiti sono odiosi per la popolazione indigena. di quella parte del territorio dello Stato debitore. » (pag. 159)

Sack cita diversi esempi e li commenta. Comincia ricordando che gli Stati Uniti hanno citato, tra le ragioni che li hanno indotti a ripudiare i debiti vantati dalla Spagna nei confronti di Cuba, che questi debiti servivano in particolare a mantenere il popolo cubano sotto il giogo coloniale [10].

Poi, discute di due cancellazioni di debiti decise in applicazione del Trattato di Versailles, firmato il 28 giugno 1919.

La prima cancellazione riguarda i debiti contratti da Germania e Prussia per colonizzare la Polonia e, tra le altre cose, per insediarvi i tedeschi su terreni acquistati dai polacchi. Dopo la sconfitta tedesca venne ricostituita la Polonia indipendente. Il Trattato di Versailles dichiara che i debiti utilizzati per colonizzare la Polonia non dovrebbero essere assunti da questo paese liberato dal giogo coloniale. Sack è riservato su questa decisione, ritiene che una parte del debito non avrebbe dovuto essere cancellata perché non era odiosa: “I prestiti che il governo prussiano ha potuto concedere durante i trent’anni della sua attività colonizzatrice avevano in mente le necessità generali del bilancio o, almeno, non aveva in mente esigenze “odiose”. Questi prestiti non possono essere considerati odiosi. » (pag. 164).

Sack commenta poi una seconda cancellazione del debito contenuta nel Trattato di Versailles. L’Impero tedesco vede ritirarsi le sue colonie africane, i cui debiti vengono cancellati. Tuttavia, le colonie tedesche non furono emancipate; passarono sotto il controllo delle potenze che vinsero la guerra. A questo proposito Sack cita parte della risposta degli Alleati alla Germania, che non era disposta ad accettare questa cancellazione dei debiti perché presumeva che sarebbe stata la Germania a doverli pagare. Gli Alleati risposero: “Le colonie non dovrebbero essere obbligate a pagare alcuna parte del debito tedesco, e dovrebbero essere liberate da qualsiasi obbligo di rimborsare alla Germania i costi sostenuti dall’amministrazione imperiale del protettorato. Sarebbe infatti ingiusto gravare sugli indigeni facendo pagare loro spese manifestamente sostenute nell’interesse della Germania, e non sarebbe meno ingiusto scaricare tale responsabilità sulle Potenze mandatarie le quali, nella misura in cui sono state designate dalla Società delle Nazioni, non beneficeranno di tale supervisione. » [11]

Ecco due commenti di Sack: “Queste considerazioni non sembrano del tutto fondate. Se le spese a favore delle colonie fossero state fatte nell’interesse della Germania, non ne consegue che fossero odiose per le colonie (…)” (p. 162). E aggiunge: “Ci si può chiedere se sia del tutto giusto, da un lato, che i prestiti coloniali non siano stati trasferiti alle rispettive colonie, sebbene a nome di questi prestiti, un buon numero di spese produttive in queste stesse colonie” (p. .161).

Ciò che la dice lunga sull’orientamento conservatore, eurocentrico e colonialista di Sack è che egli non critica il fatto che gli Alleati affermino che non beneficeranno della “tutela” (espressione del tutto ipocrita) che eserciteranno sulle ex colonie tedesche . Inoltre, ritiene che la spesa dell’America nelle colonie era produttiva anche se serviva a sottomettere le persone e ottenere i massimi profitti a favore della metropoli coloniale.

È rilevante parlare di una dottrina del debito odioso elaborata da Sack?

Se consideriamo che una “dottrina” designa in modo globale le opere contenenti le opinioni espresse dai giuristi come frutto di una riflessione su una regola o su una situazione, se quando si tratta di elaborare una dottrina è opportuno presentare “una costruzione giuridica, definirla, collocarla in tutti i rapporti giuridici, indicarne i limiti, le condizioni di attuazione, specificarne gli effetti sulla vita delle società, effettuarne un esame sistematico, analitico, critico e comparativo allo stesso tempo” [ 12], allora è giustificato ritenere che Sack abbia sviluppato una dottrina del debito odioso.

Per elaborarlo si basò su un ampio elenco di trattati internazionali relativi in ​​particolare ad arbitrati riguardanti transazioni di debiti conclusi tra la fine del Settecento e gli anni Venti; ha analizzato le modalità con cui sono state gestite le controversie debitorie, i provvedimenti legislativi, amministrativi e giudiziari a cui hanno dato luogo; raccolse e classificò le opinioni di molti autori (in realtà solo europei e americani) che scrissero sull’argomento. Ha presentato la sua visione sulla natura giuridica della successione dei debiti, sugli obblighi dei debitori e sui diritti dei creditori, sui rapporti tra gli Stati successori, sulle modalità di distribuzione tra loro dei debiti, sugli effetti dei cambiamenti di regime e ha definito i criteri per la definizione debiti odiosi.

La sua dottrina è criticabile, contiene debolezze, dà priorità ai diritti dei creditori, non tiene conto dei diritti umani, ma bisogna riconoscerle una reale coerenza. Va inoltre sottolineato che, sebbene criticato da potenti detrattori (la stampa mainstream, la Banca Mondiale, molti governi), ispira una serie di movimenti che cercano nell’opera di Sack una fonte per trovare soluzioni in materia di risoluzione dei problemi del debito. I due criteri scelti da Sack per determinare l’esistenza di un debito odioso che una nazione può rifiutarsi di pagare sono operativi e giustificati: l’assenza di beneficio per la popolazione e la complicità dei creditori.

Si tratta ormai di superare la dottrina di Sack mantenendo ciò che è operativo, eliminando a priori ciò che è inaccettabile e integrando elementi legati alle conquiste sociali e democratiche che hanno trovato espressione nell’evoluzione del diritto internazionale a partire dalla Seconda Guerra Mondiale. Guerra (vedi la posizione del CADTM sotto). È inoltre necessario integrare direttamente nella dottrina del debito odioso la responsabilità dei creditori perché essi sono regolarmente all’origine di violazioni dei trattati e di altri strumenti internazionali di tutela dei diritti. Il FMI e la Banca Mondiale hanno imposto ai paesi debitori politiche che violano deliberatamente e ripetutamente una serie di diritti umani fondamentali. La Troika, istituita nel 2010 per imporre brutali politiche di austerità alla Grecia, ha dettato leggi che calpestano diverse convenzioni internazionali e nazionali sui diritti. I creditori non sono solo occasionalmente complici di atti illegali o addirittura criminali commessi dai governi, ma in alcuni casi sono anche gli artefici di tali atti. Sono gli sponsor.

L’esperienza accumulata da quando Sack ha svolto il suo lavoro ha portato a modificare molte delle scelte fatte da Sack. Uno dei punti fondamentali da respingere nella sua posizione, coerente con l’ordinamento dominante, è il principio della continuità degli obblighi degli Stati nei confronti dei creditori anche in caso di cambiamento di regime[13] . Certamente Sack è favorevole ad aggiungere un’eccezione – il debito odioso – ma non è sufficiente. Un altro punto che deve essere respinto nella posizione di Sack è il sostegno al sistema creditizio internazionale così com’è. Infine, Sack ritiene che uno Stato sovrano non possa ripudiare i debiti che ritiene odiosi senza il previo consenso di un tribunale internazionale che dovrebbe essere istituito (vedi il passaggio già citato in cui Sack scrive: Il nuovo governo dovrebbe dimostrare ed essere riconosciuto da un tribunale internazionale come stabilito: a) che i bisogni per i quali il governo precedente aveva contratto il debito in questione erano “odiosi” e francamente contrari agli interessi della popolazione di tutto o parte dell’ex territorio, e b ) Che i creditori, al momento dell’emissione del prestito, erano consapevoli della sua odiosa destinazione.). Da quando Sack ha fatto questa proposta, nessun tribunale internazionale nel quadro del debito è stato messo in atto. Sono state avanzate molte proposte, ma nessuna è stata concretizzata. L’esperienza dimostra che bisogna optare per un’altra strada: lo Stato sovrano che si trova di fronte ad un debito odioso deve e può compiere un atto unilaterale di ripudio di questo debito. Si può, come primo passo in questa direzione, iniziare con la sospensione unilaterale del pagamento di questo debito e con la realizzazione di un audit con la partecipazione dei cittadini, senza includere i rappresentanti dei creditori, come fece l’Ecuador nel 2007-2009.

Dobbiamo sviluppare un’altra dottrina dei debiti illegittimi, odiosi, insostenibili e illegali. Movimenti come il CADTM stanno lavorando su questo, unendo le forze con quante più associazioni possibili e mettendo insieme un gran numero di competenze. Ecco un ampio estratto della posizione CADTM adottata nel 2008 sul debito odioso e che rimane molto attuale oggi:

“Diversi autori hanno successivamente cercato di estendere il lavoro di Sack per ancorare questa dottrina al contesto attuale. Il Centro per il diritto internazionale dello sviluppo sostenibile (CISDL) dell’Università McGill in Canada, ad esempio, offre questa definizione generale: “I debiti odiosi sono quelli contratti contro gli interessi della popolazione di uno Stato, senza il suo consenso e in piena consapevolezza dei fatti da parte dei creditori» [14]. Jeff King [15] si è basato su questi tre criteri (assenza di consenso, assenza di beneficio, conoscenza dei creditori), considerati cumulativamente, per proporre un metodo per caratterizzare i debiti odiosi.

Sebbene l’approccio di King sia interessante sotto molti aspetti [16], esso è a nostro avviso insufficiente in quanto non tiene conto di tutti i debiti che dovrebbero essere qualificati come odiosi. Secondo King, infatti, il semplice fatto che un governo sia stato istituito attraverso libere elezioni è sufficiente perché i suoi debiti non siano considerati odiosi. Tuttavia, la Storia ha dimostrato, con A. Hitler in Germania, F. Marcos nelle Filippine o Fujimori in Perù, che i governi eletti “democraticamente” possono essere dittature violente e commettere crimini contro l’umanità.

È quindi necessario interessarsi al carattere democratico dello Stato debitore al di là della sua modalità di designazione: qualsiasi prestito concesso a un regime, anche se democraticamente eletto, che non rispetta i principi fondamentali del diritto internazionale come i diritti umani fondamentali, l’uguaglianza sovrana degli Stati, ovvero l’assenza dell’uso della forza, deve essere considerata abominevole. I creditori, nel caso delle dittature famigerate, non possono rivendicare l’ignoranza e non possono pretendere il pagamento. In questo caso la destinazione dei prestiti non è fondamentale per la caratterizzazione del debito. Infatti, sostenere finanziariamente un regime criminale, anche per ospedali o scuole, equivale a consolidare il suo regime, permettendogli di mantenersi. In primo luogo, alcuni investimenti utili (strade, ospedali, ecc.) possono poi essere utilizzati per scopi odiosi, ad esempio per sostenere lo sforzo bellico. Quindi, il principio di fungibilità dei fondi significa che un governo che prende prestiti per scopi utili alla popolazione o allo Stato – cosa che ufficialmente avviene quasi sempre – può rilasciare fondi per altri scopi meno accettabili.

Al di là della natura del regime, la destinazione dei fondi dovrebbe però essere sufficiente a qualificare un debito come odioso, quando questi fondi vengono utilizzati contro gli interessi maggiori delle popolazioni o quando arricchiscono direttamente la cerchia del potere. In questo caso, questi debiti diventano debiti personali e non più debiti statali che vincolerebbero il popolo e i suoi rappresentanti. Ricordiamo anche una delle condizioni per la regolarità dei debiti secondo Sack: «I debiti dello Stato devono essere contratti e i fondi da essi derivanti utilizzati per i bisogni e nell’interesse dello Stato». Pertanto, i debiti multilaterali contratti nel quadro degli aggiustamenti strutturali rientrano nella categoria dei debiti odiosi, poiché la natura dannosa di queste politiche è stata chiaramente dimostrata, in particolare dagli organismi delle Nazioni Unite [17].

In pratica, per tenere conto dei progressi compiuti nel diritto internazionale a partire dalla prima teorizzazione del debito odioso nel 1927, potremmo almeno qualificare i debiti odiosi come quelli contratti da governi che violano i grandi principi del diritto internazionale come quelli che figurano nella Carta dei Diritti Umani. Nazioni Unite, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e i due patti sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali del 1966 che la integrano, nonché le norme imperative del diritto internazionale (jus cogens). Tale affermazione trova conferma nella Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 1969, che all’articolo 53, prevede la nullità degli atti contrari allo jus cogens[18], che comprende, tra le altre, le seguenti norme: il divieto di intraprendere guerre di aggressione, il divieto di praticare la tortura, il divieto di commettere crimini contro l’umanità e il diritto dei popoli all’autodeterminazione.

Questa è anche la direzione in cui andava la definizione proposta dal Relatore speciale Mohammed Bedjaoui nel suo progetto di articolo sulla successione in materia di debiti degli Stati per la Convenzione di Vienna del 1983: «Ponendosi dal punto di vista della comunità internazionale, per debito odioso si potrebbe intendere qualsiasi debito contratto per scopi non conformi al diritto internazionale contemporaneo, e più in particolare ai principi del diritto internazionale incorporati nella Carta delle Nazioni Unite» [19].

Pertanto, i debiti contratti sotto il regime dell’apartheid in Sud Africa sono odiosi, poiché questo regime ha violato la Carta delle Nazioni Unite, che definisce il quadro giuridico delle relazioni internazionali. L’ONU, attraverso una risoluzione adottata nel 1964, aveva inoltre chiesto alle proprie agenzie specializzate, tra cui la Banca Mondiale, di cessare il sostegno finanziario al Sudafrica; ma la Banca Mondiale non ha attuato questa risoluzione e ha continuato a concedere prestiti al regime dell’apartheid, in totale spregio del diritto internazionale [20].

Nel caso dei debiti derivanti dalla colonizzazione, il diritto internazionale prevede anche la loro non trasferibilità agli Stati che hanno acquisito l’indipendenza, in conformità con l’articolo 16 della Convenzione di Vienna del 1978 che prevede: “Uno Stato recentemente indipendente non è tenuto a mantenere in vigore un trattato o divenirne parte semplicemente perché alla data della successione degli Stati il ​​trattato era in vigore rispetto al territorio al quale si riferisce la successione degli Stati». L’articolo 38 della Convenzione di Vienna del 1983 sulla successione degli Stati in materia di beni, archivi e debiti dello Stato (non ancora in vigore) è esplicito al riguardo:

1. Se lo Stato successore è un nuovo Stato indipendente, nessun debito statale dello Stato predecessore passa al nuovo Stato indipendente, a meno che un accordo tra loro non disponga diversamente, tenuto conto del rapporto tra il debito dello Stato predecessore relativo alla sua attività nel territorio cui si riferisce la successione degli Stati e i beni, i diritti e gli interessi che passano al nuovo Stato indipendente.

2. L’accordo di cui al paragrafo 1 non deve compromettere il principio della sovranità permanente di ogni popolo sulle sue ricchezze e risorse naturali, né la sua esecuzione deve mettere in pericolo l’equilibrio economico fondamentale del nuovo Stato indipendente.

Va ricordato a questo punto che la Banca Mondiale è direttamente coinvolta in alcuni debiti coloniali, poiché durante gli anni ’50 e ’60 ha concesso prestiti alle potenze coloniali per progetti che permettessero alle metropoli di massimizzare lo sfruttamento delle loro colonie. Va inoltre notato che i debiti contratti con la Banca dalle autorità belghe, inglesi e francesi per le loro colonie furono poi trasferiti ai paesi che ottennero l’indipendenza senza il loro consenso [21].

Inoltre, si rifiutò di seguire una risoluzione adottata nel 1965 dalle Nazioni Unite che ordinava di non sostenere più il Portogallo fintantoché non avesse rinunciato alla sua politica coloniale.

È inoltre necessario qualificare come odiosi tutti i debiti contratti al fine di ripagare debiti considerati odiosi. La New Economic Foundation [22] equipara giustamente il prestito per ripagare prestiti odiosi con un’operazione di riciclaggio di denaro. Lo strumento di controllo deve consentire di determinare la legittimità o meno di questi prestiti.

Naturalmente non tutti sono unanimi sulla definizione di debito odioso, ma il fatto che questo elemento di diritto sia dibattuto non toglie nulla alla sua rilevanza e ai suoi meriti. Dovremmo piuttosto interpretarlo come un segnale della posta in gioco che la questione rappresenta, sia per i creditori che per i debitori, e come la traduzione sul piano giuridico di un conflitto tra interessi divergenti. Del resto, diversi casi hanno dimostrato che tale argomento può essere legittimamente invocato per il mancato pagamento di un debito. »

Cancellazioni o ripudi di debito in base alla sua natura odiosa o illegittima

L’elenco delle cancellazioni o dei ripudi di debiti che in un modo o nell’altro evocano l’argomento dell’illegittimità o della natura odiosa del debito è lungo. Senza pretesa di esaustività, citiamo: le tre ondate di ripudio del debito negli Stati Uniti negli anni Trenta, Sessanta e Settanta dell’Ottocento; ripudio del debito da parte del Messico nel 1861, 1867, 1883 e negli anni ’10; il ripudio da parte del Perù del debito vantato dalla Banca Dreyfus di Parigi; il ripudio del debito preteso dalla Spagna nei confronti di Cuba nel 1898; il ripudio dei debiti boeri da parte del Regno Unito durante la conquista del Transvaal nel 1899-1900; il ripudio dei debiti zaristi da parte della Russia bolscevica nel 1918; il ripudio dei debiti contratti dalla Germania per colonizzare la Polonia e le sue colonie africane nel 1919; la cancellazione del debito della parte della Polonia che era stata colonizzata dall’Impero zarista; la cancellazione da parte del governo bolscevico del debito delle 3 repubbliche baltiche e della Persia nel 1920; il ripudio del debito verso la Royal Bank of Canada da parte del Costa Rica nel 1922-1923; la cancellazione della maggior parte del debito del Brasile e del Messico nel 1942-1943; il ripudio dei debiti da parte della Cina rivoluzionaria nel 1949-1952; il ripudio dei debiti verso i Paesi Bassi da parte dell’Indonesia nel 1956; il ripudio dei debiti di Cuba nel 1959-1960; il ripudio dei debiti coloniali da parte dell’Algeria nel 1962; il ripudio dei debiti dell’URSS da parte delle 3 repubbliche baltiche nel 1991; la cancellazione del debito della Namibia nei confronti del Sud Africa da parte del governo di Nelson Mandela nel 1994; la cancellazione del debito coloniale di Timor Est nel 1999-2000; la cancellazione dell’80% del debito iracheno nel 2004; il ripudio da parte del Paraguay dei debiti verso le banche svizzere nel 2005 [23]; la cancellazione da parte della Norvegia delle sue pretese nei confronti di 5 paesi (Ecuador, Perù, Egitto, Sierra Leone, Giamaica) riguardo ad un contratto di vendita di pescherecci nel 2006 [24]; la cancellazione nel 2009 di una parte del debito ecuadoriano identificato come illegittimo dalla commissione di revisione nel 2007-2008… [25]

Da ascoltare, per completare la lettura: Casi d’uso della dottrina del debito odioso, prima e dopo Sack, di Éric Toussaint.

Note:

[1] Gli effetti delle trasformazioni degli Stati sui loro debiti pubblici e altri obblighi finanziari: trattato giuridico e finanziario, Recueil Sirey, Parigi, 1927. Si veda il documento quasi completo scaricabile gratuitamente dal sito CADTM

[2] Sarah Ludington, G. Mitu Gulati, Alfred L. Brophy, “Storia giuridica applicata: demistificare la dottrina dei debiti odiosi”, 2009.

[3] Eric Toussaint, “Come il ripudio del debito del Costa Rica dovrebbe ispirare altri paesi”, pubblicato il 30 agosto 2016.

[4] Il suo testo fa parte di un lavoro collettivo molto interessante al quale ha contribuito il CADTM dal titolo How to Challenge Illegitimate Debt Theory and Legal Case Studies, curato da Max Mader e André Rothenbühler per Aktion Finanzplatz Schweiz (AFP). Può essere scaricato liberamente qui.

[5] Un’altra citazione di Sack conferma chiaramente che egli è contrario al fatto che la natura (dispotica) del governo sia una condizione sine qua non per identificare un debito odioso: “L’applicazione di condizioni diverse da quelle che abbiamo stabilito (p. 6- 7) porterebbero alla paralisi dell’intero sistema internazionale del credito pubblico, perché giudizi arbitrari, diversificati e contraddittori sul carattere di questo o quel governo (se tali giudizi avessero un peso reale sulla questione del riconoscimento o non riconoscimento dei debiti come debiti statali) priverebbe il mondo dei benefici del credito pubblico. » (pag. 11).

[6] A proposito del ripudio dei debiti del Sud, si veda Eric Toussaint, “Tre ondate di ripudio dei debiti pubblici negli Stati Uniti nel 19° secolo”, pubblicato il 25 ottobre 2016.

[7] FMI, Michael Kremer e Seema Jayachandran, “The Odious Debt”, Finanza e sviluppo, giugno 2002, Washington DC.

[8] Ovviamente, Michael Kremer e Seema Jayachandran hanno tutto il diritto di aggiungere essi stessi questa ulteriore condizione. Ma sembra ovvio che il consenso venga regolarmente ottenuto attraverso la manipolazione dell’opinione pubblica. Possiamo anche trovarci di fronte a una situazione in cui una maggioranza fanatica della popolazione dà il suo consenso all’attuazione di politiche odiose e criminali, come avvenne ad esempio sotto il regime nazista.

[9] Cfr. Eric Toussaint, “Tre ondate di ripudio del debito pubblico negli Stati Uniti nel XIX secolo”, pubblicato il 25 ottobre 2016.

[10] Cfr. Eric Toussaint, “Il ripudio da parte degli Stati Uniti del debito reclamato dalla Spagna a Cuba nel 1898: che dire della Grecia, di Cipro, del Portogallo, ecc.?” ? », pubblicato il 24 agosto 2016.

[11] Fonte: Serie Trattati, n° 4, 1919, p. 26. Citato da Sack, p. 162. Testo originale in lingua inglese: “Le colonie non dovrebbero sopportare alcuna parte del debito tedesco, né restare obbligate a risarcire alla Germania le spese sostenute dall’amministrazione imperiale del protettorato. Sarebbe infatti ingiusto gravare sulla nativi con spese che sembrano essere state sostenute nell’interesse proprio della Germania, e che non sarebbe meno ingiusto far ricadere questa responsabilità sulle potenze mandatarie le quali, nella misura in cui potranno essere nominate fidate dalla Società delle Nazioni, deriveranno nessun beneficio da tale amministrazione fiduciaria”.

[12] Serge Braudo, Dizionario di diritto privato.

[13] Cfr. Odette Lienau, Rethinking Sovereign Debt: Politics, Reputation, and Legitimacy in Modern Finance, Harvard, 2014

[14] Khalfan et al., “Advancing the Odious Debt Doctrine”, 2002, citato in Global Economic Justice Report, Toronto, luglio 2003

[15] Jeff King, “Debito odioso: i termini del dibattito”

[16] King propone in particolare l’effettuazione di audit per determinare l’assenza o meno di benefici.

[17] Cfr. Eric Toussaint, La finanza contro il popolo: la borsa o la vita. Parigi: Sillessi; Ginevra: CETIM; Liegi: CADTM, 2004, pag. 516-519.

[18] L’articolo 53 recita: “È nullo ogni trattato che, al momento della sua conclusione, sia in conflitto con una norma imperativa del diritto internazionale pubblico generale. Ai fini della presente Convenzione, una norma imperativa di diritto internazionale generale è una norma accettata e riconosciuta dall’insieme della comunità internazionale degli Stati come norma alla quale non è consentita alcuna deroga e che può essere modificata soltanto da una nuova norma di diritto internazionale generale. diritto internazionale avente lo stesso carattere”.

[19] Mohammed Bedjaoui, “Nono rapporto sulla successione in materie diverse dai trattati”, A/CN.4/301 e Add.l, p. 73.

[20] Cfr. Eric Toussaint, Banca Mondiale, the permanent coup d’état: the hidden agenda of the Washington consensus, Syllepse-CETIM-CADTM, 2006.

[21] Cfr. Eric Toussaint, op. cit.

[22] Si veda il rapporto della New Economics Foundation, “Odious Lending: Debt Relief as if Moral Mattered”, p. 2: “Il risultato è un circolo vizioso del debito in cui nuovi prestiti devono essere contratti dai successivi governi per servire quelli odiosi, di fatto ‘riciclando’ i prestiti originali. Questi prestiti difensivi possono dare un legittimo manto ai debiti che originariamente erano il risultato di prestiti odiosi”. Disponibile su www.jubileeresearch.org/news/Odiouslendingfinal.pdf

[23] Hugo Ruiz Diaz Balbuena, “La decisione sovrana di dichiarare la nullità del debito o la decisione di non pagare il debito: un diritto dello Stato”, pubblicato il 7 luglio 2008.

[24] CADTM – “Il CADTM accoglie con favore l’iniziativa norvegese sul debito e chiede a tutti i creditori di andare oltre“, pubblicato il 12 ottobre 2006.

[25] Alcuni di questi esempi sono elencati da Jeff King in The Doctrine of Odious Debt in International Law. A Restatement, Cambridge University Press, 2016.

 

Autore

Eric Toussaint Dottore in scienze politiche presso le università di Liegi e Parigi VIII, portavoce del CADTM internazionale e membro del consiglio scientifico di ATTAC France.
È autore dei libri, Banca Mondiale – Una storia critica, Syllepse, 2022, Capitolazione tra adulti: Grecia 2015, un’alternativa era possibile, Syllepse, 2020, Il sistema del debito. Storia dei debiti sovrani e del loro ripudio, I legami che liberano, 2017; Bancocrazia, ADEN, Bruxelles, 2014; Processo a un uomo esemplare, Éditions Al Dante, Marsiglia, 2013; Uno sguardo allo specchietto retrovisore. L’ideologia neoliberale dalle origini a oggi, Le Cerisier, Mons, 2010. È coautore con Damien Millet dei libri AAA, Audit, Annulation, Autre politique, Le Seuil, Parigi, 2012; Debito o vita, Aden/CADTM, Bruxelles, 2011. Questo ultimo libro ha ricevuto il Premio del Libro Politico assegnato dalla Fiera del Libro Politico di Liegi.
Ha coordinato i lavori della Commissione per la Verità sul Debito Pubblico della Grecia, creata il 4 aprile 2015 dal Presidente del Parlamento greco. Questa commissione ha operato sotto gli auspici del Parlamento tra aprile e ottobre 2015.

 

Bibliografia di Sack pubblicata da lui stesso nel 1927:

Principali opere dello stesso autore:

  • Banca fondiaria dei contadini, 1883-1910, ricerca economica, statistica e finanziaria, Mosca, 1911, (in russo).
  • Il concetto di diritto finanziario e scienza della finanza, Yaroslavl, 1913, 42 p. (in russo).
  • La partecipazione degli organi legislativi al controllo delle banche statali in Russia e all’estero, Yaroslavl, 1913, 36 p. (in russo).
  • I tedeschi e la capitale tedesca nell’industria russa, San Pietroburgo, 1913, 67 p. (in russo).
  • Banche di credito centrale e associazioni bancarie, San Pietroburgo, 1914, 171 p. (in russo).
  • Il finanziamento della riforma agraria, Pietrogrado, 1917, 57 p. (in russo).
  • La legge sulle obbligazioni emesse dalle compagnie ferroviarie in Russia e all’estero, Pietrogrado, 1917, 47 p. (in russo).
  • Circolazione monetaria in Russia, Pietrogrado, 1918, 123 p. (in russo).
  • Fallimento dello Stato, Pietrogrado, 1918, 128 p. (in russo).
  • La distribuzione dei debiti pubblici in caso di smembramento dello Stato debitore, Berlino, 1923 (Opere degli studiosi russi all’estero, vol. III), 158 p. (in russo).
  • Probleme der Geldreform in den baltischen Staaten, Kiel, 1924, 13 p.
  • Fissare il valore del denaro, Riga, 1925, 50 p.
  • Die Verteilung des Schulden der oesterreichisch-ungarischen Monarchie, Kiel, 1926, 22 p.  Ringraziamenti: L’autore ringrazia per la correzione di bozze e i suggerimenti: Ilias Bantekas, Nathan Legrand, Benjamin Lemoine, Damien Millet, Emilie Paumard, Brigitte Ponet, Claude Quémar, Anouk Renaud, Patrick Saurin e Renaud Vivien.

martedì 26 settembre 2023

Presentazione


In questo sito viene trattato il problema dell'insolvenza cronica pianificata del sistema bancario italiano. In particolare ci soffermiamo sulla voce più importante oscurata nei bilanci: la rendita da creazione di denaro a corso legale o para-legale (moneta scritturale). La Banca d'Italia, e tutte le altre banche italiane, sono in bancarotta tecnica finché non contabilizzano all'attivo l'aggregato monetario all'atto della creazione (come invece avveniva nel periodo 1943-1950 con le AM-LIRE). La nascita di una entità terza come "Centrale Rischi Banche" è resa necessaria dal fatto che la Banca Centrale Europea è arrivata ad accentrare i poteri assoluti di vigilanza bancaria in Europa - in spregio ai più elementari principi del conflitto d'interessi - per nascondere al pubblico l'immensa frode.

lunedì 17 luglio 2023

Brevissima storia della dominazione bancaria in Italia

 Brevissima storia della dominazione bancaria in Italia


1849 – Nasce la Banca Nazionale degli Stati Sardi dalla fusione della Banca di Genova con la Banca di Torino.

1853 - Grazie alle pressioni di Cavour la Banca Nazionale degli Stati Sardi si vide affidata i compiti di Tesoreria di Stato e conseguentemente ebbe una notevole disponibilità economica per effettuare prestiti.

1860 – Sbarco di Garibaldi e dei Mille in Sicilia.

1861 –Tredici giorni prima della proclamazione dell’Unità d’Italia, il 4 marzo 1861, sparì nel nulla, tra Palermo e Napoli, il piroscafo “Ercole”. Fra i passeggeri c’erano alcuni ufficiali garibaldini guidati da Ippolito Nievo, che avevano il compito di portare a Torino la documentazione economica relativa alla spedizione militare dei Mille. In una cassa, da cui Nievo non si separava mai, erano contenuti soldi, ricevute, fatture, lettere e tutto quello che riguardava la gestione dell’ingente patrimonio garibaldino e di quello “trovato” nelle casse delle banche siciliane. Tutti avevano interesse a tenere nascosto un finanziamento di 10mila piastre turche (paragonabili a milioni di euro attuali) che era arrivato a Garibaldi dalla massoneria inglese. Cavour muore il 16 giugno. Consolidamento del debito dei Savoia: il 10 luglio viene istituito il “Gran Libro del Debito Pubblico del Regno d’Italia” con la legge n. 94 per procedere all'unificazione dei debiti pubblici degli stati preunitari.

https://it.wikipedia.org/wiki/Gran_Libro_del_Debito_pubblico

1862 - Dopo il conseguimento dell'Unità d'Italia viene introdotta ufficialmente la Lira italiana.

1865 - La Banca Nazionale degli Stati Sardi “assume l'onere di servizio” di Tesoreria dello Stato.

1866 - Banca Nazionale del Regno d'Italia è la denominazione che assume nel 1866 la Banca Nazionale negli Stati Sardi. Ottenne il privilegio del corso forzoso dei suoi biglietti, in compenso di un largo prestito allo Stato…

1871: Dopo Torino (1861-1865), Firenze (1865-1871), Roma diviene capitale del Regno d'Italia

1893 - La Banca Nazionale nel Regno d'Italia, dopo lo scandalo della Banca Romana, si fuse con la Banca nazionale toscana e con la Banca toscana di credito per dar vita alla Banca d’Italia, i cui soci verranno resi pubblici solo nel 2005.

https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_della_Banca_Romana

1894 – La Banca d’Italia comincia la gestione della Tesoreria di Stato che continua ancor oggi, rinnovandosi automaticamente ogni vent'anni senza alcuna gara. Se non verrà disdetta entro il 2025, continuerà fino al 2050.