La giustizia europea nega a Crédit Agricole e JPMorgan la riservatezza richiesta nel caso dell'Euribor
Pubblicato il 25/10/2018 6:48:43 PM
https://www.europapress.es/economia/noticia-justicia-europea-niega-credit-agricole-jpmorgan-confidencialidad-pedian-caso-euribor-20181025184843.html
BRUXELLES, 25 ottobre (EUROPA PRESS) -
Il Presidente
del Tribunale dell'Unione europea (TUE) ha rifiutato Giovedi alle
banche Crédit Agricole e JPMorgan Chase la riservatezza, sostenendo la
decisione della Commissione europea, che ha imposto una multa non
pubblica per la partecipazione a un accordo illegale per manipolare l'Euribor.Il
7 dicembre 2016, Bruxelles ha multato queste due entità e HSBC per 485
milioni di euro per aver partecipato a un cartello che ha influenzato i
prezzi dei prodotti derivati dei tassi di interesse di riferimento
come l'Euribor.Crédit Agricole e JPMorgan hanno impugnato questa decisione alla Corte di giustizia europea e il caso è ancora in corso. Ma
hanno anche iniziato conversazioni con l'esecutivo della comunità su
informazioni riservate che non dovrebbero apparire nei documenti che
sono stati resi pubblici. Le
banche hanno sostenuto che l'intera descrizione del loro comportamento
dovrebbe essere nascosta e anche che la Commissione dovrebbe rinunciare
alla pubblicazione della decisione.
Bruxelles,
tuttavia, ha respinto le richieste di entrambe le entità, che hanno
successivamente presentato ricorso dinanzi al Tribunale dell'Unione
europea. Nei suoi scritti pubblicati questo giovedì, il presidente di questa Corte respinge anche due richieste di misure provvisorie.
In
particolare, egli dice "non merita alcuna protezione speciale
l'interesse di una società multata dalla Commissione per le violazioni
del diritto della concorrenza a non divulgare al pubblico i dettagli del
comportamento illecito di cui è accusata."Inoltre
sottolinea che, a prima vista, "non sembra valido" l'argomento delle
banche in base al quale la presunzione di innocenza preclude qualsiasi
pubblicazione di una decisione che dichiara l'esistenza di una
violazione o di nascondere per forza la descrizione del comportamento offensivo.
Di
conseguenza, il presidente del Tribunale conclude che le richieste di
riservatezza presentate dalle banche "sono prive di elementi di prova
prima facie" e respinge le richieste di misure provvisorie.
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