lunedì 28 gennaio 2019

Revisione contabile storica di banche Rothschild

Revisione contabile storica: banche Rothschild


Perdita di documenti privati dei Rothschild

È noto che grandi quantità di documenti privati e personali sono stati distrutti e molti Rothschild hanno chiesto che i loro documenti personali e la corrispondenza siano distrutti dopo la loro morte. Le carte riguardanti gli affari di routine e la gestione di molte delle grandi proprietà e case dei Rothschild non sono sopravvissute in grandi quantità.  

https://www.rothschildarchive.org/collections/family_collections/


Distruzione di documenti della banca di Napoli

Alla chiusura, gli interi archivi della casa di Napoli furono trasferiti al business di Francoforte, insieme, i documenti delle due case di Francoforte e Napoli rappresentavano più di 140 tonnellate. Gli archivi della casa di Napoli seguirono esattamente lo stesso destino di quelli della casa di Francoforte; i registri erano detenuti dai partner di Francoforte e furono distrutti dopo la chiusura degli affari di Francoforte nel 1901. Per informazioni su questa distruzione, vedere la banca di Francoforte. Pochissimi documenti sono andati a Bruxelles, e da lì alla banca francese in rue Laffitte, Parigi, dove sono stati distrutti nel 1940. https://guide-to-the-archive.rothschildarchive.org/the-naples-banking-house



Distruzione di documenti della banca di Francoforte

Già negli anni '60 del XIX secolo, gli archivi della Casa di Francoforte furono trasferiti dalla sede della banca nella Fahrgasse ai cosiddetti "caveau" di una dependance al numero 25 di Groβe Friedberger Strasse. Questi depositi in seguito includevano documenti aziendali della Casa di Napoli che erano stati trasferiti a Francoforte dopo che la casa bancaria di Napoli era stata chiusa nei primi anni del 1860. L'affitto del caveau in cui erano conservati i registri era di £ 300 all'anno. Purtroppo, alla morte di Wilhelm Carl von Rothschild, l'ultimo capo della banca di Francoforte, nel 1901, 1.404 quintali (il carico di cinque vagoni ferroviari) di libri contabili e documenti bancari furono ridotti in poltiglia.

Joseph Nauheim, un impiegato anziano della casa di Londra, gestiva la liquidazione delle attività di Francoforte per conto di Nathaniel, primo Lord Rothschild. Nauheim aveva molto da dire sugli archivi. "C'è un'enorme accumulazione di libri, lettere, documenti, ecc., Che risalgono dal 1800 al presente e ci sono anche depositati i libri e i documenti della Casa di Napoli che furono portati a Francoforte nel 1855." Il libro dei conti più antico era datato 1795 e scritto nella mano di Seligman Geisenheimer, il fondatore della "filantropia" di Francoforte (una scuola per bambini poveri). C'erano anche vecchi documenti che trattano transazioni importanti e i cosiddetti libri di ammortamento per ciascuno dei prestiti raccolti da Rothschild, libri di lettere e lettere di accattonaggio. Inoltre c'era la documentazione riguardante il principe ereditario di Hesse, la corrispondenza tra le diverse banche Rothschild e testamenti e documenti testamentari. Gli archivi del business di Francoforte comprendevano anche i documenti della casa di Napoli, che erano stati trasferiti a Frankurt nel 1862 quando l'attività di Napoli fu chiusa.

Grazie all'intervento di Nauheim, il dott. Christian W. Berghoeffer, ex direttore della biblioteca pubblica del barone Carl von Rothschild di Francoforte, è riuscito a recuperare le più antiche lettere commerciali e libri contabili. Fu autorizzato da Nauheim a mettere da parte i documenti essenziali e fare un certo numero di copie, raggruppando i documenti in sei categorie: documenti precedenti al 1817, vari documenti "antichi", libri di ammortamento (uno per ogni prestito stipulato), documenti riguardanti gli affari dell'elettore di Hesse (fino al 1866), rapporti tra case Rothschild, volontà della famiglia Rothschild. Il piano era quello di conservare questi documenti come una "collezione chiusa", sotto il sigillo della biblioteca Rothschild di Francoforte.

Tuttavia, questa proposta incontrò l'opposizione dell'allora capo della Casa di Parigi, Alphonse de Rothschild. Tutto ciò che si ottenne fu che il più antico dei documenti selezionati fu impacchettato in 24 casse e portato a Bruxelles e più tardi da lì alla banca Rothschild di Parigi in rue Laffitte; nel 1902, Nauheim fu in grado di riferire a Lord Rothschild che tutti i libri della Casa di Francoforte fino all'anno 1817 e tutti i documenti, la corrispondenza privata e le lettere importanti inclusa la documentazione riguardante i pagamenti delle sovvenzioni gestiti dalla casa parigina (specialmente quelli relativi a l'indennità di guerra pagata dalla Francia nel 1815) era stata inoltrata alla Casa di Parigi. L'ansia, senza dubbio alimentata dall'atmosfera nervosa generata dall'affare Dreyfus, non avrebbe permesso di mantenere intatti anche i documenti inviati a Parigi; sotto le istruzioni di Neuburger, il braccio destro del barone Alphonse, molti dei restanti documenti degli affari di Francoforte trasferiti a Parigi furono distrutti.

Secondo la normativa tedesca allora in vigore, la corrispondenza e altri documenti importanti (compresi i libri contabili) per il periodo di dieci anni prima della liquidazione dell'azienda dovevano essere mantenuti in Germania; quindi le registrazioni per il periodo dal 1 gennaio 1890 al 1901 furono archiviate nell'ufficio di Francoforte. Tuttavia, questi documenti furono fatti a pezzi nella primavera del 1912 seguendo le istruzioni di Herr Ulmann. 
I pochi documenti rimasti sono stati conservati a Parigi dal dipartimento legale. I documenti furono conservati in una stanza speciale in rue Laffitte, separata dagli archivi della casa di Parigi. Nel 1940 questi documenti furono distrutti seguendo le istruzioni di M. Ettinghausen.
https://guide-to-the-archive.rothschildarchive.org/the-frankfurt-banking-house

mercoledì 16 gennaio 2019

La moneta bancaria spiegata ad un fisico nucleare

La moneta bancaria spiegata ad un fisico nucleare



L'antimoneta: l'euro elettronico e l'anti-euro elettronico

   Quando un euro e un antieuro vengono a contatto si assiste al fenomeno dell'annichilazione, ovvero si ha la trasformazione della moneta coinvolta in un falso contabile sotto forma di scritture asimmetriche nei flussi di cassa delle banche, oppure le monete coinvolte si trasformano in altre coppie di euro-antieuro (clearing interbancario), in ogni caso tali che la somma della moneta totale, precedente e seguente l'evento, rimanga costante in accordo al principio di occultamento del guadagno da creazione monetaria
  In determinate condizioni euro e antieuro possono originare per tempi brevissimi dei conti instabili, come i conti offshore o un patrimonio occulto, noto come "evasione fiscale totale". 

Euro: creazione di depositi bancari


Antieuro
: creazione di false passività contabili


giovedì 3 gennaio 2019

La contabilità asimmetrica fascista che rovina le banche


L'asimmetria contabile fascista che rovina banca CARIGE e le altre

- di Marco Saba, 3 gennaio 2019

 http://espresso.repubblica.it/polopoly_fs/1.240258.1448039436!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/articolo_648/image.jpg

   L'assurdità è che la creazione di denaro è attualmente esentasse – mentre invece è una vera e propria tassa di per se - e non è segnalata come un afflusso di denaro nel conto dei flussi di cassa della banca. Ma è segnalata come un deflusso quando la banca spende il denaro creato.
Benvenuti nel mondo fantastico della Contabilità Asimmetrica.

  Il mondo della comunicazione ufficiale ha dimenticato di segnalare con la dovuta attenzione l’uscita di una serie di documenti importanti sulla questione della creazione del denaro da parte delle banche e di trarne le dovute conseguenze.
   Documenti pubblicati dalla Banca d’Inghilterra nel 2014, anno in cui sono andato alle assemblee degli azionisti di tre banche – CARIGE, INTESA e UNICREDIT – a segnalare che le banche non avevano contabilizzato correttamente la creazione di denaro, e ulteriori documenti pubblicati anche da studiosi riconosciuti a livello internazionale, come Massimo Costa [2009], Richard Werner [2014], Asgeir Torfason [2014], Steve Keen [2013], Michael Kumhof [2012] Zoltan Jakab [2015], Biagio Bossone [2018] e altri, spingono a rivedere il modello ufficiale che descrive la banca e – quindi – la sua tenuta dei conti: la banca commerciale oggi non è una intermediaria di fondi che vengono prestati alla clientela, ma una creatrice dei fondi stessi che poi impiega, una creatrice di depositi, come conferma anche la Banca d’Italia. 
 
    Ma allora come mai tiene i suoi conti in un modo che non rivela questa creazione di denaro ? Dov’è l’inghippo ?

    Dobbiamo partire dalla prima nota, dal libro giornale e dai flussi di cassa. Quando la banca decide di fare un prestito, registra due scritture: una uscita di cassa e la creazione di un deposito. Si tratta di denaro scritturale, ovvero denario “bancario”. 
 
    La banca bonifica il conto pescando dalla cassa, ma non registra la creazione del denaro scritturale come ingresso di cassa, come afflusso, al momento che ha deciso di crearlo. Se la cassa precedentemente era a zero, per esempio, dopo le scritture la cassa va sotto zero. Una situazione contabilmente assurda, un flusso negativo di cassa, un prestito allo scoperto che – nel caso si trattasse di qualsiasi altra società – ne comporterebbe immediatamente la messa in liquidazione.

    Ma nel caso della banca si consente un fatto assurdo: si consente cioé alla banca di riappropriarsi immediatamente del conto del cliente, appena bonificato, e di utilizzarlo – a posteriori – come giustificativo dell’uscita di cassa precedente ! Le banche hanno creduto di realizzare così il sogno degli scrittori di fantascienza: il viaggio a ritroso nel tempo ! In termini legali, la questione si chiama “NON CAUSA PRO CAUSA”, ovvero: l’accredito del conto del cliente non può giustificare EX POST FACTO la disponibilità di denaro per l’uscita di cassa.

L’asimmetria contabile è il risultato di una disposizione fascista

    Per ridare i colori della legge a questa operazione truffaldina, durante il fascismo venne scritto un articolo nel codice civile che permetteva alla banca di appropriarsi formalmente dei depositi della clientela, l’art.1834 che recita: “Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi. Salvo patto contrario, i versamenti e i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si è costituito il rapporto.” (Relazione del Ministro Guardasigilli Dino Grandi, 4 aprile 1942)

   Con questo infausto stratagemma il regime fascista, che controllava le banche nazionalizzate che erano proprietarie della Banca d’Italia, intendeva ottenere vari scopi: nascondere al pubblico il fatto che le banche creano denaro e quindi impedire che si potesse giudicare l’arbitrio dell’azione del governo fascista alla luce del fatto che avrebbe potuto creare comunque tutto il denaro che necessitava per perseguire i suoi scopi. Si voleva cioè impedire lo scrutinio democratico ed il sistema bancario faceva parte dell’armamentario degli arcana imperii fascista dove vige la regola: Circolare, circolare, non c’è niente da vedere ! Questo è il segreto del fascismo che i padri costituenti, sotto l’amorevole guida dell’ambasciata statunitense, si guardarono bene dal correggere nella Costituzione democratica !

   Quello che avviene quindi, con la creazione di nuovi depositi bancari, è che la banca di fatto – SOSTANZIALMENTE e nella pratica – tiene segregati i nuovi depositi dai depositi preesistenti, ovvero non presta il risparmio o la raccolta – ma FORMALMENTE, contabilmente, fa apparire come se vigesse la non-segregazione dei depositi della clientela per esercitare un arbitrio su di essi. Ovvero, coinvolgendo il pubblico - volente o nolente - nei destini della banca. Lo Stato Fascista non voleva che il pubblico scoprisse il vero segreto bancario perché in questo modo manteneva il controllo su tutto il denaro creato, per l’appunto, IN NERO.

   Il rimedio è talmente banale che sfugge agli scribi del Tempio: si tratta semplicemente di registrare in entrata di cassa tutto il denaro che la banca decide di creare – quando effettua degli impieghi – come afflusso di cassa. Il denario bancario infatti è da gran tempo denaro a corso legale ed addirittura super-legale per i pagamenti oltre i 3mila euro che, per legge, non possono essere effettuati col denaro contante materiale che sarebbe considerato “a corso legale”. Se il denaro che la banca crea vale per movimentare in uscita il conto di cassa quando viene impiegato, deve altresì valere per movimentarlo in entrata quando lo si crea.

    I casi sono due: o il denaro bancario NON movimenta la cassa, e allora il deposito del cliente deve essere creato fuori dai libri contabili e gestito parimenti (come avviene in una blockchain di criptovaluta), oppure la movimentazione deve avvenire nei due sensi, afflusso e deflusso. Altrimenti si ha una contabilità asimmetrica che non torna, comunque la si rigiri.

    Io propendo per la seconda soluzione che appare la più logica, comunque il risultato non cambia: o ci sono delle perdite registrate che non dovrebbero esserci, oppure appariranno dei profitti che prima erano nascosti (vedi: Bossone – Costa, “The accounting view of money”, Banca Mondiale, 2018).

Il fascismo non c’è più, ma la macchina contabile fascista è ancora lì...

    Bisogna prendere atto che l’articolo del codice fascista è menzognero e che la contabilità bancaria va rettificata di conseguenza attraverso una revisione che, partendo dal Rendiconto finanziario, che terrà conto degli afflussi da creazione, vada a rettificare anche il Conto economico e lo Stato patrimoniale.  

    In attesa dell’aggiornamento del codice civile, tuttavia, nulla vieta di procedere con la revisione contabile, anzi: s’impone, anche perché questa via è fattibile in virtù del disposto dell’art.2423 del codice medesimo, sulla redazione del bilancio, terzo capoverso:
Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari necessarie allo scopo.

    Questo è quanto abbiamo chiesto a CARIGE, dal 2014 e al Tribunale di Genova dal 2016. Lo abbiamo richiesto anche a quasi tutti gli organi della Commissione Europea e alla stessa Banca Centrale Europea sperando che, per evitare l’implosione di questo sistema, non occorra augurarsi la completa dismissione dell’euro stesso.


Breve bibliografia:

Prof. Massimo Costa, Sulla natura contabile delle "passività monetarie" nei bilanci bancari, ed. RIREA, giugno 2009
http://www.rirea.it/rirea/node/214

Proff. Charles W. Mulford, Eugene E. Comiskey,
Cash Flow Reporting by Financial Companies: A Look at the Commercial Banks,   Georgia Tech College of Management, luglio 2009
https://smartech.gatech.edu/handle/1853/29098

Prof. Asgeir B. Torfason,
Cash flow accounting in banks – a study of practice, Università di Goteborg, Aprile 2014   
https://gupea.ub.gu.se/handle/2077/35272

Prof. Antonino Galloni,
Il futuro della banca - Lineamenti di teoria bancaria e finanziaria, ed. Eurilink, Agosto 2014
http://eurilink.it/prodotto/il-futuro-della-banca-lineamenti-di-teoria-bancaria-e-finanziaria-2/

Thomas Mayer, Roman Huber,
Vollgeld: Das Geldsystem der Zukunft. Unser Weg aus der Finanzkrise Taschenbuch, Tectum Sachbuch, Agosto 2014
https://www.amazon.de/Vollgeld-Geldsystem-Zukunft-Unser-Finanzkrise/dp/3828833500

Prof. Richard A. Werner,
A lost century in economics: Three theories of banking and the conclusive evidence, International Review of Financial Analysis
Volume 46, Luglio 2016, Pagine 361-379
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1057521915001477

Prof. Dirk J. BEZEMER  -
Towards an ‘accounting view’ on money, banking and the macroeconomy: history, empirics, theory, Cambridge Journal of Economics, Volume 40, Issue 5, pp. 1275-1295, Settembre 2016
https://academic.oup.com/cje/article-abstract/40/5/1275/1987682?redirectedFrom=fulltext

Avv. Marco Della Luna,
MONETA SCRITTURALE: LE ORDINANZE DEL TRIBUNALE, 28 Febbraio 2017
http://marcodellaluna.info/sito/2017/02/28/moneta-scritturale-le-ordinanze-del-tribunale/

Avv. Silvio Orlandi,
Un viaggio attraverso il non mutuo bancario. Analisi critica della questione monetaria,  Sindimedia Edizioni, Maggio 2018
https://www.amazon.it/viaggio-attraverso-bancario-questione-monetaria/dp/883199400X

Proff. Biagio Bossone, Massimo Costa,
The “accounting view” of money: money as equity, The World Bank, Maggio 2018
http://blogs.worldbank.org/allaboutfinance/accounting-view-money-money-equity-part-i

Zoltan Jakab e Michael Kumhof, Banks are not intermediaries of loanable funds — facts, theory and evidence”, Staff Working Paper No. 761, Bank of England, ottobre 2018