MONETA NOSTRA, GIUSTIZIA LORO
dell'Avv. Marco Della Luna
Stiamo conducendo una campagna culturale e giudiziaria per portare i
giudici a riconoscere (o a rifiutarsi di riconoscere)
l’incostituzionalità e illegalità dell’attuale sistema monetario, in cui
le banche esercitano – senza autorizzazione legale e senza pagarci
sopra le tasse – il potere monopolistico di creare denaro dal nulla, e
in cui tutti gli altri soggetti, Stato compreso, sono costretti a
prenderlo a prestito a interesse composto, subendo così un preordinato
processo di indebitamento a strangolo di tutte la società, che la spreme
fino a spogliarla dei beni, dei redditi, dei risparmi, della
possibilità di fare politica, in favore del capitale finanziario, e
attua così esattamente l’opposto di quanto prescritto dalla
Costituzione, la quale letteralmente si fonda sul lavoro e sulla
realizzazione dell’eguaglianza sociale.
Stiamo spingendo i magistrati a compiere una scelta riconoscibile da
tutti: o dichiarano l’illegalità di questo sistema, oppure si schierano
con esso, rendendo percepibile a tutti che might is right, cioè la forza
fa il diritto, il diritto è la canonizzazione dei rapporti di forza
materiale e di interesse economico, mentre la legge e i giudici servono a
dare una parvenza di legittimità e di moralità al sistema risultante.
In realtà, la legalità, lo stato di diritto, la giustizia, non possono
esistere, sono chimere, perché i detentori del potere reale, materiale,
dirigono sempre, nel complesso, l’azione del potere giudiziario come di
quello legislativo, esecutivo, informativo.
Alcuni rari magistrati hanno già riconosciuto l’illegalità del
sistema monetario, però è improbabile che lo facciano in molti, perché
farlo significa porsi contro il sistema di potere che governa il mondo,
compromettersi la carriera e i grandi privilegi che il sistema tributa
ai magistrati. La maggior parte di questi continuerà quindi a escogitare
giustificazioni o a eludere il problema.
Espongo qui sotto per estratto una vicenda molto interessante, in cui
ho fatto un’opposizione all’esecuzione, chiedendo la sospensione delle
aste, come difensore di un professionista che aveva pagato con moneta
nostra il debito di sua moglie per un mutuo bancario mandando la
relativa pec alla banca mentre questa procedeva a mandare all’asta la
casa della donna.
Siamo davanti al Tribunale di Savona. Ecco in sintesi i motivi di opposizione:
CONTINUA
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