giovedì 13 giugno 2024

Cassazione, mutui alla francese: diritto al risarcimento del 70% degli interessi

Svolta nella causa contro le banche per i mutui con ammortamento alla francese


Una recente sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (n.15130) rappresenta una svolta significativa nella causa contro le banche per i mutui con ammortamento alla francese. La sentenza stabilisce in modo inequivocabile che, nel caso in cui la banca non abbia indicato il costo aggiuntivo derivante dalla capitalizzazione composta degli interessi, il contratto di mutuo è nullo.

Questo significa che il mutuatario ha diritto a un risarcimento pari a circa il 70% degli interessi pagati, calcolato applicando il tasso BOT. L'avvocato del mutuatario può richiedere al giudice che questo importo venga corrisposto mediante assegno circolare intestato al cliente o decurtato dal capitale residuo del mutuo.

Inoltre, l'avvocato può chiedere che, per il futuro, il piano di ammortamento sia ricalcolato senza alcuna forma di capitalizzazione, con quote capitali costanti e applicate al tasso legale o al tasso BOT. Ciò comporterebbe un ulteriore risparmio di circa il 70% sugli interessi futuri.

La recente riforma Cartabia consentirebbe di ottenere in tempi brevi (circa un anno) la sentenza di condanna della banca, con l'obbligo di pagare non solo il risarcimento, ma anche gli interessi legali, le spese legali e peritali.

L'autore mette in guardia dai presunti studi legali delle banche che potrebbero fingere di rappresentare gli interessi dei mutuatari, chiedendo il risarcimento per "indeterminatezza" anziché per "nullità testuale", come stabilito dalla Cassazione. Questo comporterebbe la perdita del diritto al risarcimento per il mutuatario.

Viene inoltre criticata la "torta miliardaria" degli studi legali delle banche nelle esecuzioni immobiliari, dove gli immobili vengono venduti a prezzi molto bassi rispetto al loro valore di mercato, con il sospetto che questi studi legali o i loro soci abbiano interessi nell'acquisire tali immobili.

L'autore auspica che, vista la chiarezza della sentenza della Cassazione, gli studi legali delle banche consiglino alle banche di conciliare nella fase di mediazione obbligatoria prevista dalla riforma Cartabia, per evitare ingenti costi di condanna.

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