Shakespeare non tratta esplicitamente le "banche" come istituzioni moderne—nate secoli dopo la sua epoca—ma usa il concetto di usura (usury) come lente per esaminare avidità, morale, potere economico e relazioni umane. L'analisi cattura bene questa complessità, con un focus su conflitti etici e sociali. Espanderò su di essa, confermando i punti chiave con riferimenti testuali e critici, e strutturando i temi per chiarezza. Userò una tabella per confrontare le opere principali, evidenziando come l'usura simboleggi non solo transazioni finanziarie, ma anche "debiti" emotivi, morali e naturali.
Temi Principali nell'Opera di Shakespeare
L'usura è spesso metafora di sterilità morale (denaro che "genera" denaro senza vita reale) contro fertilità naturale (procreazione, amicizia). Shakespeare la ritrae come corrosiva per la società, ma ambigua: condannata come peccato, yet usata poeticamente per esortare alla "generosità" in amore o vita.
- L'Usura come Conflitto Morale e Sociale (The Merchant of Venice) Quest'opera è il fulcro del tema, contrapponendo l'usuraio Shylock al mercante Antonio. Shylock odia Antonio per prestare gratis, abbassando i tassi: "I hate him for he is a Christian; / But more for that in low simplicity / He lends out money gratis and brings down / The rate of usance here with us in Venice" (Act 1, Scene 3). Antonio replica definendo il denaro "barren metal" che non dovrebbe procreare, citando la Bibbia contro l'usura (Deuteronomio 23:19-20). Shylock difende il profitto con la parabola di Giacobbe (Genesi 30), paragonando interessi a pecore che si riproducono: "thrift is blessing, if men steal it not." La crudeltà emerge quando Shylock preferisce vendetta (la libbra di carne) al triplo del debito, mostrando usura come veleno sociale oltre che economico. Critici notano l'ambivalenza elisabettiana: usura era legale ma moralmente controversa, spesso legata a stereotipi antisemiti.
- L'Avidità e l'Ingratitudine dei Creditori (Timon of Athens) Qui, l'usura distrugge legami sociali. Timon, rovinato, è assediato da creditori descritti come "devils" (Act 4, Scene 3). Alcibiade condanna l'usura come vizio senile: "Pity not honour'd age for his white beard; / He is an usurer" (Act 5, Scene 4), legandola a corruzione. Timon maledice l'oro come "yellow slave" che corrompe: "This yellow slave / Will knit and break religions, bless the accursed" (Act 4, Scene 3), metafora per come denaro/usura inverte valori morali. L'usura è "malattia sociale," erodendo nobiltà e amicizia in un'economia capitalista nascente. Shakespeare, forse collaborando con Middleton, usa Timon per criticare l'etica usuraia dell'epoca giacobita.
- Metafore sull'Usura e la Contabilità Shakespeare impiega linguaggio finanziario metaforicamente, spesso per amore/procreazione. Nei Sonetti, il giovane è "profitless usurer" (Sonnet 4) per non riprodursi: "Having traffic with thyself alone, / Thou of thyself thy sweet self dost deceive." Ma in Sonnet 6, procreazione è "not forbidden usury" che "happies those that pay the willing loan." Distingue usura finanziaria (peccato) da "usura d'amore" (benedizione). In Measure for Measure, Natura è "creditor" che presta talenti aspettando ritorno (Act 1, Scene 1). In Othello, Iago sminuisce Cassio come "counter-caster" (contabile), opponendo aritmetica a azione reale (Act 1, Scene 1). In A Lover's Complaint, lacrime su lacrime sono "like usury, applying wet to wet," eccesso inutile.
Confronto Tematico tra Opere
Per sintetizzare, ecco una tabella che compara i temi dell'usura:
| Opera | Figura dell'Usuraio/Creditore | Metafora Principale | Conflitto Morale/Sociale | Riferimento Critico |
|---|---|---|---|---|
| The Merchant of Venice | Shylock (avidità vendicativa) | Denaro "sterile" vs. fertile (biblico) | Usura abbassa tassi, erode comunità; preferenza per vendetta su profitto | Ambivalenza elisabettiana su usura legale ma immorale |
| Timon of Athens | Creditori come "devils" | Oro come "yellow slave" corrompe | Usura distrugge amicizia/nobiltà; vizio senile | Risposta a etica usuraia giacobita |
| Sonnets (es. 4, 6) | Giovane come "profitless usurer" | Usura "forbidden" vs. d'amore | Avarizia in non procreare; debito verso natura | Amore "merchandised" come scambio |
| Measure for Measure | Natura come "creditor" | Prestito talenti con ritorno | Doveri naturali come transazioni | Natura parsimoniosa esige compenso |
| Othello | Cassio come "counter-caster" | Contabilità vs. azione reale | Disprezzo per "aritmetica" in guerra/amore | Riduce abilità a mera teoria |
In sintesi, Shakespeare vede l'usura come forza distruttiva—avidità che corrompe legami e valori—ma la usa poeticamente per esortare a "investire" in vita/procreazione. Questa visione riecheggia dibattiti elisabettiani su economia emergente, dove usura era legale dal 1571 ma condannata religiosamente. Se colleghi a contesti moderni come nei libri sul signoraggio bancario, Shakespeare anticipa critiche a sistemi che privatizzano profitti e socializzano perdite, simili a odierne bolle finanziarie. Per approfondire, raccomandiamo edizioni annotate come la Folger Shakespeare Library.
L'Usura in King Lear: Un'Analisi Approfondita
Shakespeare non tratta l'usura in King Lear (1605-1606) con la stessa centralità tematica che riserva ad altre opere come Il Mercante di Venezia o Timone d'Atene, dove appare come pratica finanziaria immorale e distruttiva. In King Lear, non ci sono riferimenti diretti al termine "usury" (usura) né a prestatori di denaro, interessi o transazioni economiche esplicite. Tuttavia, il concetto emerge in forma metaforica e simbolica, intrecciato ai temi di debito morale, ingratitudine filiale, disuguaglianza sociale e "prestito" della vita stessa. Questa assenza diretta riflette il focus del dramma sulla tragedia familiare e cosmica, ma critici moderni e rinascimentali identificano echi di usura attraverso giochi di parole, debiti non pagati e critiche all'avidità.
1. L'Assenza Diretta dell'Usura e il Contesto Storico
- Nessun Prestito Finanziario Esplicito: A differenza di Shylock (Merchant), che incarna l'usuraio vendicativo, King Lear non presenta scene di prestiti monetari. Le ricerche testuali (basate sul full text del dramma) confermano che parole come "usury", "interest", "lend" o "borrow" appaiono raramente e in contesti non economici. Ad esempio, "borrow" è usato da Kent in Act 1, Scene 4: "If but as well I other accents borrow, / That can my speech defuse..." – qui indica "prendere in prestito" accenti per mascherarsi, non denaro. Termini come "debt" o "owe" si riferiscono a obblighi morali, non finanziari.
- Contesto Elisabettiano: Nell'Inghilterra di Shakespeare, l'usura era legale dal 1571 (con tassi al 10%), ma condannata moralmente come peccato (basato su testi biblici come Esodo 22:25). In King Lear, Shakespeare sposta l'attenzione dall'economia alla politica e alla famiglia, ma usa metafore economiche per criticare l'ingratitudine come "debito non ripagato". Critici marxisti vedono nel dramma una critica al proto-capitalismo, con Lear come re che "divide" il regno come un investimento fallito.
2. L'Usura Metaforica: Il "Prestito" della Vita e il Pun su "Usurp'd"
Un elemento chiave per approfondire l'usura è il potenziale gioco di parole in Act 5, Scene 3, linea 317 (edizioni variano), dove Kent commenta la morte di Lear: "The wonder is he hath endured so long. / He but usurp'd his life."
- Analisi del Pun: In inglese elisabettiano, "usurp'd" (usurpato, preso illegalmente) suona simile a "usury'd" (preso con usura, borrowed with interest). Critici interpretano questa linea come metafora di vita "presa in prestito" dalla morte, con il tempo come interesse da pagare. Lear ha "usurpato" una esistenza prolungata oltre il suo corso naturale, pagando con sofferenza e follia – eco dei Sonetti, dove la vita è un debito con "Love's gentle usury" (Sonnet 9). Questo collega all'usura come "sterilità fertile": il denaro genera denaro senza vita, come Lear "genera" caos dividendo il regno.
- Contesto nella Scena: Lear muore tenendo Cordelia morta, dopo aver "prestato" il regno alle figlie ingrate. La vita di Lear è un "prestito" non ripagato, terminato con bancarotta emotiva. Come nota un'analisi, è "a life temporarily borrowed from death... less 'owned' than 'owed'."
3. Debito Filiale e Ingratitudine come Forma di Usura
L'usura in King Lear si manifesta come debito morale non onorato, specialmente nei rapporti familiari – parallelo all'usura finanziaria che erode legami sociali.
- Il "Prestito" del Regno: In Act 1, Scene 1, Lear divide il regno come un investimento, aspettando "interessi" in forma di amore: "Which of you shall we say doth love us most? / That we our largest bounty may extend..." Goneril e Regan offrono lusinghe false (come interesse esagerato), mentre Cordelia rifiuta: "Nothing, my lord." Lear la disereda, ma alla fine riconosce il "debito" non pagato dalle figlie maggiori.
- Ingratitudine come Default: Goneril e Regan "prendono" il potere senza restituire cura, echoing l'usuraio che esige più del prestato. Lear in Act 2, Scene 4: "Ingratitude, thou marble-hearted fiend, / More hideous when thou show'st thee in a child / Than the sea-monster!" Qui, l'ingratitudine è peggiore dell'usura, perché familiare.
- Povertà e Disuguaglianza: Durante la follia, Lear riflette su disparità economiche, collegabili all'usura come causa di povertà. In Act 3, Scene 4: "Poor naked wretches, whereso'er you are, / That bide the pelting of this pitiless storm, / How shall your houseless heads and unfed sides, / Your loop'd and window'd raggedness, defend you / From seasons such as these? O, I have ta'en / Too little care of this!" E poi: "Take physic, pomp; / Expose thyself to feel what wretches feel, / That thou mayst shake the superflux to them..." Questo invoca ridistribuzione, opposta all'usura che accumula ricchezza. Edgar come "Poor Tom" (Act 3, Scene 4) incarna il povero beggar, vittima di sistemi ingiusti.
4. Confronto con Altre Opere e Interpretazioni Critiche
Per contestualizzare:
- Paralleli con Timone d'Atene: Lì, creditori sono "devils"; in Lear, figlie sono "marble-hearted fiends" – entrambi mostrano avidità che distrugge.
- Interpretazioni Moderne: Analisi marxiste vedono Lear come critica al feudalesimo verso capitalismo, con usura implicita nella diseredazione (povertà come debito sociale). Studi ebraici collegano a Merchant, ma in Lear l'usura è secolarizzata in tragedia umana. Difficili passaggi come "the promised end" (Act 5, Scene 3) evocano "fine" di un debito cosmico.
| Tema | Quote Chiave | Interpretazione Usura-Related |
|---|---|---|
| Debito della Vita | "He but usurp'd his life." (Kent, 5.3) | Vita come prestito usurario dalla morte; pun su "usury'd". |
| Ingratitudine Filiale | "Ingratitude, thou marble-hearted fiend..." (Lear, 2.4) | Figlie "prendono" regno senza "interesse" di amore; default morale. |
| Disuguaglianza Sociale | "Poor naked wretches..." (Lear, 3.4) | Critica a "pomp" (ricchezza) che ignora poveri; anti-usura come ridistribuzione. |
| Povertà come Maschera | "Poor Tom... Madman and beggar too." (Old Man, 4.1) | Povertà come conseguenza di avidità familiare; eco di debiti non pagati. |
In sintesi, l'usura in King Lear è sottile e metaforica, simboleggiando debiti non ripagati in relazioni umane e sociali, culminanti nella "bancarotta" di Lear. Questo arricchisce la visione shakespeariana dell'usura come forza corrosiva, estesa oltre il denaro alla vita stessa. Per ulteriori letture, consulta edizioni commentate come Arden Shakespeare.