Campagna per la sicurezza dei risparmiatori - #SegregateNow !

Motivazione: Proteggere i consumatori da perdite in caso di fallimento delle banche o dei Depositi centralizzati dei titoli (CSD)

 La campagna per la segregazione dei conti denaro e titoli della clientela, con l’obiettivo di renderli impermeabili al fallimento del custode, è un tema che riguarda il contesto italiano e le normative UE, come l’articolo 1834 del Codice Civile del 1942 e il Regolamento UE 909/2014 (vedi: La Grande Stangata, il libro best-seller di David Webb che spiega come il regolamento UE in realtà non risolve il rischio di chi ha un deposito titoli).

Contesto normativo e rischi

L’articolo 1834 del Codice Civile italiano stabilisce che i depositi bancari diventano proprietà della banca, con obbligo di restituzione su richiesta, esponendo i depositori a rischi in caso di fallimento, specialmente oltre i 100.000 euro garantiti dai fondi di garanzia (Direttiva UE sui fondi di garanzia).

Il Regolamento UE 909/2014 richiede la segregazione dei titoli nei CSD (Central Securities Depositories), ma ci sono preoccupazioni che, in caso di fallimento, i titoli possano diventare eleggibili per il bail-in, rendendo il depositante un creditore non privilegiato. La proposta di segregazione, ispirata ai wallet blockchain, mira a proteggere gli asset, e richiede cambiamenti legislativi significativi.



Tre proposte per mettere in sicurezza i depositi


    L'articolo 1834 del codice civile è sostituito dal seguente:

       "Art. 1834 - Depositi di danaro presso le banche

        1. Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, la proprietà del denaro depositato rimane in capo al titolare del conto, il quale ne conserva la piena disponibilità e il diritto di utilizzo secondo le modalità contrattuali. 

        2. Contestualmente alla creazione del deposito, la banca è tenuta a registrare una passività verso la Tesoreria dello Stato, pari al valore nominale del deposito creato, quale contropartita del signoraggio monetario derivante dall’attività di creazione della moneta bancaria.

        3. La Tesoreria dello Stato acquisisce un credito inderogabile verso la banca, corrispondente al valore dei depositi creati, iscritto nel bilancio pubblico come “Credito da signoraggio monetario”.

        4. La banca è obbligata a garantire la restituzione del denaro al depositante, a richiesta, nella stessa specie monetaria, garantita dalla copertura del credito della Tesoreria verso il sistema bancario."


2) Proposta di modifica del Regolamento UE 909/2014

Aggiunta di un nuovo paragrafo all'Articolo 38 del Regolamento UE 909/2014:

"8. Gli Stati membri devono garantire che, in caso di insolvenza del CSD, i titoli detenuti in conti segregati ai sensi del presente articolo non siano considerati parte dell'attivo del CSD e siano prontamente restituiti ai partecipanti o ai loro clienti, secondo quanto applicabile, in base ai registri mantenuti dal CSD."


Contesto Normativo Italiano

In Italia, la gestione dei titoli è regolata principalmente dal Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo Unico della Finanza, TUF), che disciplina i mercati finanziari e gli intermediari, e dal Regolamento UE 909/2014, recepito a livello nazionale. Monte Titoli, parte del gruppo Euronext Securities Milan, è il principale CSD italiano e opera il sistema di regolamento titoli, integrato con TARGET2-Securities (T2S) della BCE (Monte Titoli - Euronext Securities).

  • TUF e segregazione: L’Articolo 79 del TUF stabilisce che gli intermediari devono custodire gli strumenti finanziari dei clienti in modo da proteggerne i diritti, ma non specifica obblighi dettagliati di segregazione individuale né protezione esplicita in caso di insolvenza (Testo Unico della Finanza).
  • Regolamento UE 909/2014: Come già discusso, l’Articolo 38 richiede la segregazione operativa dei titoli nei CSD, ma la protezione legale in caso di fallimento dipende dalle leggi nazionali sull’insolvenza, come il Decreto Legislativo 14/2019 (Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza), che non garantisce sempre la restituzione immediata dei titoli segregati (Codice della Crisi).
  • Monte Titoli: Offre opzioni di segregazione omnibus e individuale, ma la scelta è lasciata agli intermediari (banche, SIM, ecc.), che spesso optano per l’omnibus per ridurre i costi, come indicato nei documenti di Euronext Securities (Euronext Securities Milan Services).
Lacune Specifiche in Italia

  • Mancanza di obbligo di segregazione individuale: Sebbene Monte Titoli supporti conti segregati per cliente, non è obbligatorio, e molti intermediari preferiscono conti omnibus, meno costosi ma più rischiosi in caso di insolvenza (ECSDA - Account Segregation).
  • Protezione legale incerta: Il Codice della Crisi d’Impresa non specifica chiaramente che i titoli segregati sono esclusi dall’attivo fallimentare di un CSD o intermediario, lasciando spazio a interpretazioni che potrebbero penalizzare i clienti, come nel caso di fallimenti bancari passati (es. Banca Popolare di Vicenza).
  • Rischio bail-in: Anche se il bail-in (Direttiva BRRD, recepita con D.Lgs. 180/2015) si applica principalmente alle banche, un fallimento di un CSD che offre servizi bancari accessori potrebbe coinvolgere i titoli, soprattutto se non adeguatamente segregati (BRRD - Direttiva 2014/59/UE).
3) Proposta di Modifica al TUF (Decreto Legislativo 139/2015)

Suggeriamo di introdurre un nuovo Articolo 79-bis nel TUF:

"Gli intermediari e i depositari centrali di titoli devono mantenere i titoli dei clienti in conti segregati individualmente, registrati in modo da identificarne chiaramente la proprietà legale. In caso di insolvenza del depositario o dell’intermediario, tali titoli non possono essere considerati parte dell’attivo fallimentare e devono essere restituiti ai legittimi proprietari entro 30 giorni, secondo i registri mantenuti."

...e un nuovo Articolo 79-ter:

"1. Gli strumenti finanziari depositati presso un depositario centrale di titoli o un intermediario autorizzato non possono essere utilizzati come garanzia, dati in prestito o impiegati in altre operazioni finanziarie senza un accordo scritto esplicito, firmato dal proprietario legale dei titoli, che specifichi l’entità, la durata e le condizioni dell’operazione.

2. La proprietà legale dei titoli rimane soggetta alla giurisdizione italiana, e nessun trasferimento del controllo legale oltre i confini nazionali può avvenire senza il consenso scritto del proprietario.

3. In caso di insolvenza del depositario o dell’intermediario, i titoli non utilizzati come garanzia con consenso esplicito devono essere restituiti ai proprietari entro 15 giorni, sulla base dei registri mantenuti."
  • Obiettivo:
    • Chiudere la scappatoia sull’uso delle garanzie senza consenso, richiedendo un’autorizzazione chiara e specifica.
    • Riaffermare il controllo nazionale, limitando l’impatto del CSDR sul trasferimento della giurisdizione.
    • Garantire protezione in caso di fallimento, riducendo il rischio di bail-in o perdita.
  • Ruolo del governo: Il legislatore italiano deve “fare marcia indietro” rispetto all’implementazione lassista del 2014, usando la discrezionalità nazionale consentita dal CSDR per proteggere gli investitori.
Implicazioni

  • Benefici:
    • Maggiore trasparenza e controllo per i proprietari dei titoli, eliminando pratiche opache.
    • Rafforzamento della sovranità nazionale sulla proprietà finanziaria, rispondendo al punto sul “sotterfugio”.
    • Allineamento con i principi di protezione del consumatore, come richiesto da CONSOB (CONSOB - Investor Protection).
  • Sfide:
    • Possibile conflitto con l’armonizzazione europea, dato che il CSDR favorisce la flessibilità transfrontaliera. L’Italia potrebbe dover giustificare la misura come protezione legittima sotto il Trattato UE (Articolo 65 TFEU).
    • Resistenza da parte di intermediari e CSD, che potrebbero vedere ridotta la loro capacità di usare i titoli per liquidità o profitti (ECSDA - CSD Practices).
    • Costi operativi più alti per implementare registri e processi di consenso.
Dettaglio Inaspettato

Monte Titoli, pur integrato in T2S, opera ancora sotto la vigilanza di Banca d’Italia e CONSOB, ma i contratti con i partecipanti (es. banche) possono includere clausole che permettono il riutilizzo dei titoli in conti omnibus senza consenso esplicito, sfruttando l’assenza di divieti chiari nel TUF (Banca d’Italia - Oversight). Questo dimostra che il problema è locale e risolvibile a livello nazionale.



Il CSDR ha aperto scappatoie che il recepimento italiano del 2014 non ha chiuso, permettendo il trasferimento del controllo legale e l’uso non autorizzato dei titoli. La soluzione è attaccare queste lacune a livello nazionale, modificando il Decreto Legislativo 139/2015 per imporre consenso esplicito e riaffermare la giurisdizione italiana. Questo richiede un’azione decisa del governo per invertire le scelte permissive del passato, proteggendo gli investitori senza dipendere da riforme europee.


Documentazione

Asset Segregation at CSDs: Protecting Investors with a Level Playing Field

Decreto legislativo per la modifica dell'articolo 1834 del Codice Civile (bozza)


POTENZIALI SOSTENITORI (STAKEHOLDER)

La campagna si ispira ai portafogli blockchain, che offrono nativamente questa segregazione, e mira a ripristinarla per depositi di denaro e titoli.

  • Gruppi di protezione dei consumatori potrebbero sostenere la causa, dato che si occupano dei diritti finanziari degli individui.
  • Sostenitori della riforma finanziaria potrebbero spingere per un sistema più sicuro e giusto, interessandosi alla campagna.
  • Aziende blockchain e fintech potrebbero avere risorse finanziarie, vedendo un'opportunità per promuovere i loro servizi e influenzare le regolamentazioni.
  • Investitori istituzionali o gestori patrimoniali potrebbero sostenere la campagna, dato che gestiscono grandi portafogli e vogliono proteggere meglio gli asset dei clienti.
  • Istituti di ricerca o think tank focalizzati sulla stabilità finanziaria potrebbero finanziare studi o campagne per pratiche più sicure.
  • Ssettore privato, non-profit, donatori individuali e crowdfunding potrebbero essere potenziali finanziatori.
  • Scambiatori di criptovalute come Coinbase o Kraken potrebbero essere interessati, dato che operano con conti segregati tramite portafogli blockchain.
  • In Italia, ADUSBEF e Federconsumatori potrebbero sostenere o guidare la campagna, dato che difendono i diritti dei consumatori nei servizi finanziari.
  • A livello UE, BEUC potrebbe essere un alleato, essendo un'organizzazione che tutela i consumatori europei.
  • Fondazioni come Open Society potrebbero finanziare progetti legati alla giustizia economica, dato che supportano iniziative di riforma finanziaria.
  • Avvocati specializzati in contenziosi finanziari potrebbero promuovere cambiamenti legali, vedendo un'opportunità per prevenire problemi futuri.
  • Piattaforme di crowdfunding come Kickstarter o GoFundMe potrebbero essere utili, attirando piccoli donatori interessati a tecnologie finanziarie e finanza decentralizzata.
  • Comunità online, come Reddit (r/CryptoCurrency, r/Finance), potrebbero contribuire, dato che discutono i benefici del blockchain per la protezione degli asset.
  • Fintech e aziende blockchain sono cruciali, specialmente quelle che offrono soluzioni di conti segregati o promuovono la finanza decentralizzata.
  • Cooperative bancarie o casse di credito potrebbero sostenere, dato che priorizzano gli interessi dei membri.
  • Studi legali specializzati in regolamentazione finanziaria potrebbero offrire supporto pro bono, vedendo benefici per i clienti futuri.

Coordinatore della campagna: Marco Saba - email per infp: marcosabait@gmail.com

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