mercoledì 9 marzo 2022

TF: Dove sono finiti i libri giornale delle banche ?

TRIBUNA FINANZIARIA 

N. 1 - gennaio-febbraio 2022

EDITORIALE: Dove sono finiti i libri giornali delle banche ?

A cura del Cav. Franco Antonio Pinardi

 



Ricevo e pubblico questo interessante articolo che pone quesiti davvero ingombranti a cui spero che qualche "autorevole" lettore possa dare seguito con esplicite risposte...

Il Direttore Cav. Franco Antonio Pinardi

 

A seguito del crack della Società Enron avvenuto a seguito della bancarotta del colosso americano il 2 dicembre 2001, gli U.S.A. si trovarono ad affrontare uno scandalo di proporzioni mai vissute prima, poiché la ragione principale del collasso di Enron fu di natura prettamente contabile, ovverosia attraverso attività di mal gestione e mal tenuta contabile della Società, tale che nessun operatore esterno potesse avere reale contezza delle manipolazioni contabili sottostanti alla formazione dei bilanci della società. Un crack avvenuto per motivi diametralmente differenti rispetto a quelli che avrebbero, successivamente, travolto l'altro colosso finanziario, la Lehman Brothers Holding Inc. che, a differenza di Enron, si trovò scoperta per ragioni di esposizione di rischio, ma non di falso contabile.

 Per fronteggiare questo scandalo, e mettervi soluzione, il Governo U.S.A. varò il c.d. "Sarbanes-Oxley Act", tramite il quale gli obblighi di corretta tenuta contabile da parte delle multinazionali U.S.A. e, soprattutto, le banche operanti negli U.S.A., divenivano molto più stringenti e soggetti a massima trasparenza in favore dell'Amministrazione finanziaria statunitense.

In Italia, le norme attuali, in punto di verifica della contabilità interna degli intermediari finanziari, parrebbero essere alquanto deficitarie. Infatti, la norma vigente (principalmente il Testo unico bancario quale testo di norme speciali) non interverrebbe invasivamente negli obblighi di una corretta tenuta contabile interna degli istituti di credito, ma, sostanzialmente, delegando la funzione di supervisione e di monitoraggio della corretta registrazione contabile a libri giornale al CFO (Chief Financial Officer) che ne deve attestare la conformità (in autocertificazione interna alla banca) per il raccordo coi bilanci che si vanno, così, a creare. 

Infatti, il bilancio di una banca è figlio di una serie di "silos" contributivi di informazioni e di dati interni, che lo vanno a costruire. Uno di questi "silos" che più precisamente assume il valore di "pilastro" del bilancio bancario è la contabilità della banca, ovverosia i suoi libri giornale, composti da "n" partitari.

La norma italiana prevede il rispetto della libera attività d'impresa e, pertanto, ogni banca è libera di strutturarsi al suo interno come meglio crede, purché, sulla carta, rispetti la normativa che, come detto, parrebbe essere alquanto "blanda" sul punto, ovverosia permettendo a un dirigente funzionario dell'istituto di credito di autocertificare, internamente, la correttezza della tenuta dei libri giornale dell'istituto di credito, senza possibilità, in linea di principio, di poter identificare e verificare tali libri giornale, se non mediante la collaborazione, obbligatoria, della banca, senza la quale sarebbe impossibile recuperare i dati grezzi dai suoi libri giornale.

Inoltre, vi è da osservare come in Italia ci siano in corso, e ancor più nel passato, cause civili dio contestazione dei crediti esatti dalle banche e dalle finanziarie: dai saldi di conto corrente, ai saldi dei mutui e dei finanziamenti, alla validità delle stesse fideiussioni. Or dunque, tutte queste contestazioni, foriere di "aggiustamenti" dei saldi debitori/creditori nei rapporti tra le banche e la loro utenza, porta in discussione la corretta tenuta contabile a libro giornale delle banche stesse.

Infatti, la domanda da porsi è come sarebbe possibile per una banca registrare incassi e/o, comunque, addebiti superiori rispetto a quelli ex contractu, e con quale pezza giustificativa contabile di supporto. Da ciò deriva l'inizio delle attività del Sig. Omar Monzeglio che è riuscito ad ottenere una serie di decreti ingiuntivi, molti dei quali passati in giudicato, perché non opposti, per acquisire i libri giornale delle banche contenenti i dati contabili e i fatti amministrativi relativi a singole posizioni con l'utenza, trovandosi, però, davanti un muro di reticenza, neanche troppo velata, anche verso i Magistrati, e i Magistrati verso l'utenza stessa.

La scarna documentazione ricevuta dal Monzeglio dalle banche, e oggetto di diversi procedimenti, anche di natura penale, hanno evidenziato che gli estratti conto corrente inviati ai clienti, prudenzialmente quelli seguiti da Monzeglio, differiscono completamente da quei documenti interni della banca, "spacciati" per "libro giornale" (e che non sono). Nei Tribunali d'Italia sono emerse queste contraddizioni tra estratti conto corrente e contabilità interna della banca sia sotto il profilo degli importi, delle descrizioni delle operazioni, delle valute e delle causali.

In un caso, una primaria banca c.d. "Significant" per via della sua importante struttura aziendale (Tribunale di Foggia), si è opposta al decreto ingiuntivo sostenendo di non trovare i suoi libri giornale, ovvero, in corso di causa ancora pendente, che "Sta di vero che la contabilità di una banca con dodici milioni di rapporti attivi non funziona (né può funzionare) come illustrato dal Sig. XXXX(...)" e che "Quindi il XXXX non può venire menzionato nella contabilità interna della banca, ma il suo rapporto è stato contabilizzato giornalmente in una macro-voce insieme ad un milione di altri rapporti della stessa specie e senza distinzione nominativa" (memoria dell'avvocato di questa banca).

In un'altra circostanza (Tribunale di Genova), durante gli accessi dell'Ufficiale Giudiziario, della Polizia di Stato e di un Ausiliario all'U.G., un'altra banca "Significant" produsse una dichiarazione a doppia firma di dirigente bancario, su carta intestata, a timbro vivo, con la quale dichiarava all'U.G. che "con riferimento al contratto di mutuo edilizio del 30.11.2009, non esiste alcuna "scrittura contabile" che possa essere correlata a tale contratto di mutuo e si aggiunge che la sua esistenza non è prevista da alcuna norma. Con riferimento al rapporto di conto corrente n. XXXXXX - già n. XXXXX e prima ancora n. XXXXXX - l'unico documento che potrebbe essere assimilabile ad una "scrittura contabile" può dirsi l'estratto conto, entro il limite del decennio a ritroso della richiesta, (...), poiché la Banca non è, allo stato, in grado di reperire altra documentazione relativa al periodo precedente che, del resto, non ha l'obbligo di conservare".

Vale la pena evidenziare che l'estratto conto corrente non ha alcun valore contabile, trattandosi, meramente, di una ESTRAZIONE di dati dal conto corrente tenuto dalla banca in favore del correntista, e non già i movimenti contabili registrati a libro giornale tenuto in in nome e per conto del correntista, e, ancor meno, il libro giornale della banca, tenuto dalla banca, ove registrate le movimentazioni contabili interne riferite agli incassi, versamenti da e in favore del correntista. Infatti, a differenza di qualsiasi altra società, anche strutturata, la banca non solo deve tenere i suoi libri giornale, ma anche il libro giornale dei suoi utenti dove registrare i movimenti di conto corrente in loro nome e per loro conto. Pertanto, ogni qualvolta che un utente di una banca si veda addebitato sul suo conto corrente una rata di finanziamento concessogli dalla stessa banca ove rubricato il conto corrente, tale addebito deve trovare evidenza di registrazione contabile sia nel conto corrente del cliente (da cui, conseguentemente, se ne dovrebbe avere evidenza dal successivo estratto conto corrente "figlio" della registrazione contabile su conto corrente del cliente), sia sui libri giornale della banca, INTESTATI ALLA BANCA, su cui registrare l'avvenuto accredito della rata addebitata al cliente. Inoltre, la struttura di una banca, assai complessa, prevede che i libri giornale, nel numero e nei sezionali assai vari da banca a banca, siano tenuti anche dalle filiali, ovverosia dalla rappresentazione sul territorio della banca come se fossero dei veri e propri POS (Point of Sales - "punti vendita") della Sede Legale e/o Operativa. Pertanto, anche i flussi contabili di registrazione dei movimenti dovrebbero trovare corrispondenza anche nelle filiali nella loro relazione contabile con la Casa Madre.

Orbene, tutto questo, senza entrare in ulteriori tecnicismi molto complessi, parrebbe non avvenire a seguito di quanto emerso nei Tribunali d'Italia, in cui le dichiarazioni e i documenti prodotti e consegnati, non senza molta reticenza, dagli istituti di credito aprirebbe a scenari inimmaginabili nel panorama bancario e finanziario italiano e, conseguentemente, europeo, come un effetto "Enron" moltiplicato all'eccesso.




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