sabato 26 luglio 2025

Clamoroso (e satirico): Giorgetti conclude il divorzio con Banca d’Italia !

Giorgetti conclude il divorzio con Banca d’Italia

La lettera con cui il ministro recide l’ultimo legame
[versione diella IA KIMI K2]

Caro Fabio Panetta,
al fine di concludere formalmente il divorzio avviato nel 1981 da Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi – quel divorzio che oggi, a quarantaquattro anni di distanza, appare più un lento distacco che una separazione netta – Le comunico che, con effetto immediato, il Ministero dell’Economia e delle Finanze disdice l’affidamento tradizionale della gestione della Tesoreria di Stato alla Banca d’Italia.
Non si tratta di un gesto di vendetta, né di un colpo di teatro. È l’atto finale di un percorso logico: se la politica monetaria è vostra, e soltanto vostra, allora anche la politica di cassa deve tornare a essere esclusivamente nostra. Non è più sostenibile – né giustificabile – che l’ente che detiene il monopolio dell’emissione e la supervisione bancaria continui a gestire, di fatto, il conto corrente dello Stato. È un residuo d’epoca che oggi suona come un conflitto d’interessi in divenire.
Le ragioni sono tre, e te le espongo con la schiettezza che ci ha sempre contraddistinti:
Primo: la neutralità tecnica che voi invocate a ogni piè sospinto non può coesistere con il controllo delle risorse immediate del Tesoro. È come pretendere che il guardasala sia anche il cassiere del ristorante: prima o poi, il dubbio che qualcuno aggiusti i conti in proprio favore diventa legittimo. Noi preferiamo evitare il dubbio.
Secondo: la gestione della Tesoreria da parte di Bankitalia ha generato, nel tempo, una rendita di posizione. Una rendita fatta di conoscenza anticipata, di tempi tecnici che diventano tempi politici, di briefing che anticipano i mercati. Non è colpa vostra, è la natura stessa del mandato. Ma noi non siamo più disposti a pagare il prezzo di una rendita che non ci appartiene.
Terzo: l’Europa ce lo chiede. O meglio, ce lo concede. Con il nuovo quadro di governance economica, e con l’avvio del progetto di un euro digitale, la distinzione tra autorità di politica monetaria e gestore del debito pubblico diventa non solo auspicabile ma necessaria. Meglio farlo ora, da protagonisti, che tra qualche anno da sudditi.
So bene che questa lettera suonerà a molti come un gesto simbolico. Ma i simboli, in economia, spesso precedono i numeri. E i numeri, in questo caso, dicono che il Tesoro ha bisogno di tornare a essere tesoreria, non succursale.
Non c’è rancore in queste righe. Solo la consapevolezza che ogni epoca ha i suoi confini. Quelli tra politica monetaria e politica fiscale – oggi – devono essere più netti. E più netti li renderemo.
Grazie per il servizio prestato.
Grazie per la professionalità.
Ma da oggi, ci vediamo solo in Consiglio direttivo BCE.
Con stima – ma senza rimorsi –
Giancarlo Giorgetti
Ministro dell’Economia e delle Finanze
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[versione della IA GROK 3]

Giorgetti Conclude il Divorzio con Banca d'Italia

In una mossa che segna una svolta storica nelle relazioni finanziarie italiane, il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha deciso di porre fine alla gestione della Tesoreria di Stato da parte della Banca d'Italia, comunicando la disdetta della convenzione che regola questo servizio. La decisione, annunciata attraverso una lettera indirizzata al Governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, rappresenta un passo significativo verso il completamento del "divorzio" tra il Tesoro e la Banca d'Italia, iniziato nel 1981 con la storica riforma promossa dal Ministro Beniamino Andreatta e dal Governatore Carlo Azeglio Ciampi.

Contesto Storico: Il Divorzio del 1981

Nel 1981, il "divorzio" tra il Tesoro e la Banca d'Italia ha segnato un momento cruciale nella gestione della finanza pubblica italiana. La decisione, presa da Andreatta e Ciampi, ha posto fine all'obbligo della Banca d'Italia di acquistare i titoli di Stato invenduti nelle aste primarie, costringendo il governo a confrontarsi con la disciplina del mercato. Questo cambiamento ha contribuito a ridurre l'inflazione e a promuovere una gestione più responsabile delle finanze pubbliche. Tuttavia, la Banca d'Italia ha continuato a gestire la Tesoreria di Stato, un servizio che comprende l'esecuzione dei pagamenti e degli incassi per conto delle amministrazioni statali, regolati attraverso il "Conto disponibilità del Tesoro".

La gestione della Tesoreria è regolata da una convenzione tra la Banca d'Italia e il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), prorogata dalla legge 28 marzo 1991, n. 104. Questa legge ha stabilito che la convenzione ha una durata di venti anni e si rinnova automaticamente, salvo disdetta da parte di una delle due parti, da comunicarsi almeno cinque anni prima della scadenza. L'ultima proroga, non essendo stata esercitata la disdetta entro il 31 dicembre 2005, ha esteso l'affidamento del servizio fino al 31 dicembre 2030.

La Lettera di Giorgetti: Una Decisione Provocatoria

La lettera di Giorgetti a Panetta, che pubblichiamo integralmente di seguito, comunica formalmente la disdetta della convenzione, con l'obiettivo di non procedere al rinnovo automatico oltre il 2030. La mossa è motivata dalla volontà di completare la separazione tra le funzioni di politica monetaria, di competenza della Banca d'Italia come parte dell'Eurosistema, e quelle di gestione della liquidità statale, affidate finora alla stessa Banca.

La decisione si inserisce in un contesto di modernizzazione della pubblica amministrazione, come evidenziato dal recente Programma Re.Tes. (Reingegnerizzazione delle procedure di Tesoreria), operativo dal 1° gennaio 2025, che ha introdotto una nuova architettura informatica per semplificare le procedure di Tesoreria (Banca d'Italia - Programma Re.Tes.). Tuttavia, Giorgetti sembra ritenere che la modernizzazione non sia sufficiente e che un cambiamento più radicale, come l'apertura del servizio a una gara pubblica, possa portare a maggiore efficienza e trasparenza.

La lettera adotta un tono deciso, sottolineando l'importanza di evitare qualsiasi percezione di commistione tra le funzioni monetarie e fiscali, in linea con i principi di indipendenza delle banche centrali sanciti a livello europeo. Inoltre, si fa riferimento alla possibilità di ridurre i costi per lo Stato attraverso una gestione più competitiva del servizio.

Testo della Lettera

Lettera di Giancarlo Giorgetti a Fabio Panetta

Caro Governatore Panetta,

mi rivolgo a Lei in qualità di Ministro dell'Economia e delle Finanze per comunicarle una decisione di grande importanza per il futuro delle relazioni tra il Tesoro e la Banca d'Italia.

Come Lei ben sa, nel 1981, con la storica decisione presa dall'allora Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e dal Governatore Carlo Azeglio Ciampi, si è avviato il processo di separazione tra la politica monetaria e quella fiscale, noto come "divorzio" tra il Tesoro e la Banca d'Italia. Tale scelta ha segnato un punto di svolta nella gestione della finanza pubblica italiana, imponendo una maggiore disciplina fiscale e contribuendo al controllo dell'inflazione.

Tuttavia, nonostante quel passo fondamentale, la Banca d'Italia continua a svolgere un ruolo centrale nella gestione della Tesoreria di Stato, in base alla convenzione prorogata dalla legge 28 marzo 1991, n. 104. Questa convenzione, che ha una durata di venti anni e si rinnova automaticamente salvo disdetta, è attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2030.

Ai sensi dell'articolo 3 della suddetta legge, la disdetta deve essere comunicata da una delle parti all'altra almeno cinque anni prima della scadenza. Pertanto, per evitare il rinnovo automatico della convenzione fino al 2050, è necessario che la disdetta sia notificata entro il 31 dicembre 2025.

Con la presente, intendo formalmente comunicare la disdetta dell'affidamento del servizio di Tesoreria di Stato alla Banca d'Italia, al fine di non procedere al rinnovo automatico oltre il 2030.

Questa decisione è motivata dalla volontà di completare il processo di separazione tra le autorità monetarie e fiscali, in linea con i migliori standard internazionali e con l'evoluzione del ruolo delle banche centrali nell'Unione Europea.

Riteniamo che, in un contesto in cui l'indipendenza della banca centrale è un principio cardine, sia opportuno che la gestione operativa della Tesoreria sia affidata a un'entità distinta, per evitare qualsiasi percezione di commistione tra le funzioni di politica monetaria e quelle di gestione della liquidità statale.

Inoltre, crediamo che l'apertura del servizio di Tesoreria a una gara pubblica possa stimolare l'innovazione e l'efficienza, portando a un miglioramento dei servizi offerti e a una riduzione dei costi per lo Stato.

Naturalmente, la transizione verso un nuovo gestore sarà gestita con la massima attenzione per garantire la continuità e la stabilità delle operazioni di Tesoreria.

Confido nella Sua comprensione e collaborazione per portare a termine questa importante riforma.

Distinti saluti,

Giancarlo Giorgetti
Ministro dell'Economia e delle Finanze
[Data]

Implicazioni e Reazioni

La decisione di Giorgetti ha suscitato un dibattito tra economisti e politici. Da un lato, alcuni esperti lodano la mossa come un passo verso una maggiore trasparenza e competizione nel settore dei servizi finanziari pubblici, potenzialmente riducendo i costi per i contribuenti. Dall'altro, vi sono preoccupazioni riguardo alla complessità della transizione verso un nuovo gestore, considerando l'importanza cruciale del servizio di Tesoreria per la gestione del bilancio statale e delle finanze pubbliche.

La Banca d'Italia gestisce attualmente circa 19.000 contabilità speciali per enti pubblici, oltre a eseguire pagamenti e incassi per conto delle amministrazioni statali (Banca d'Italia - Tesoreria). La transizione richiederà un coordinamento accurato per evitare interruzioni, soprattutto alla luce delle recenti innovazioni come il Programma Re.Tes., che ha già migliorato l'efficienza delle procedure di Tesoreria.

Quadro Normativo

La gestione della Tesoreria di Stato da parte della Banca d'Italia è regolata da un insieme di norme, tra cui:

  • Legge 28 marzo 1991, n. 104: Proroga l'affidamento del servizio di Tesoreria provinciale alla Banca d'Italia fino al 31 dicembre 2010, introducendo il rinnovo automatico ogni 20 anni, salvo disdetta entro cinque anni dalla scadenza.

  • Decreto Legislativo 5 dicembre 1997, n. 430: Affida anche la Tesoreria centrale alla Banca d'Italia a partire dal 1° gennaio 1999, con una convenzione aggiuntiva stipulata il 9 ottobre 1998.

  • Istruzioni sul servizio di tesoreria dello Stato (IST): Approvate con decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze del 29 marzo 2007, definiscono le modalità operative del servizio.

Normativa

Descrizione

Data

Durata Convenzione

Legge 28 marzo 1991, n. 104

Proroga l'affidamento del servizio di Tesoreria provinciale

1 gennaio 1991

Fino al 31 dicembre 2010, poi rinnovata automaticamente fino al 2030

Decreto Legislativo 5 dicembre 1997, n. 430

Affida la Tesoreria centrale alla Banca d'Italia

1 gennaio 1999

Allineata alla convenzione provinciale

Decreto MEF 29 marzo 2007

Approva le Istruzioni sul servizio di tesoreria

29 marzo 2007

Regola le modalità operative

Prospettive Future

La disdetta della convenzione apre la strada a una possibile gara pubblica per l'affidamento del servizio di Tesoreria a partire dal 2031. Questo potrebbe attrarre banche commerciali o altri operatori finanziari, potenzialmente introducendo nuove tecnologie e approcci gestionali. Tuttavia, la complessità del servizio, che include la gestione del "Conto disponibilità del Tesoro" e delle contabilità speciali, richiede un gestore con competenze avanzate e una solida infrastruttura.

La transizione sarà probabilmente accompagnata da un periodo di consultazione con la Banca d'Italia, la Ragioneria Generale dello Stato e la Corte dei conti, per garantire che il passaggio a un nuovo gestore avvenga senza intoppi. Inoltre, il Ministero dell'Economia e delle Finanze potrebbe considerare l'introduzione di requisiti specifici per i futuri gestori, come l'adozione di piattaforme digitali avanzate, in linea con le innovazioni già avviate dal Programma Re.Tes.

Conclusione

La decisione di Giancarlo Giorgetti di disdire la convenzione con la Banca d'Italia rappresenta un passo audace verso la modernizzazione della gestione della Tesoreria di Stato. Sebbene la mossa sia in linea con l'obiettivo di completare il "divorzio" tra il Tesoro e la Banca d'Italia, le sfide legate alla transizione richiederanno un'attenta pianificazione. Il dibattito su questa scelta continuerà a coinvolgere esperti e stakeholder, mentre l'Italia si prepara a un nuovo capitolo nella gestione delle sue finanze pubbliche.

Fonti di Riferimento:

  • Banca d'Italia - Tesoreria

  • Ragioneria Generale dello Stato - Tesoreria dello Stato

  • Legge 28 marzo 1991, n. 104

  • Banca d'Italia - Programma Re.Tes.

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