mercoledì 23 luglio 2025

Come lo Stato raccoglie signoraggio - secondo Mankiw - e come dovrebbe farlo davvero

 

Come lo Stato raccoglie signoraggio in modo ottimale: teoria ed evidenza empirica secondo Mankiw

Autore: Marco Saba


Introduzione

Nel suo saggio del 1987, l’economista N. Gregory Mankiw affronta un tema ancora centrale: come e perché lo Stato finanzia la spesa pubblica usando sia le tasse esplicite che l’inflazione (signoraggio). Secondo Mankiw, l’inflazione agisce di fatto come una tassa sul possesso di moneta e va considerata parte integrante della politica fiscale.


Il cuore della teoria di Mankiw

Mankiw mostra che, in un sistema in cui il governo deve reperire risorse per finanziare spese fisse, l’inflazione è uno strumento di raccolta fondi al pari delle imposte. Usare l’inflazione riduce la necessità di tasse dirette ma genera distorsioni e costi sociali. Per minimizzare questi costi, lo Stato bilancia tasse e inflazione in modo da “spalmare” nel tempo l’impatto fiscale, rendendo l’inflazione e i tassi d’interesse nominali persistenti (random walk).

Secondo i dati empirici (USA, 1952–1985), quando il gettito fiscale aumenta, crescono anche inflazione e tassi d’interesse nominali. Questo conferma che la leva fiscale e quella monetaria sono strettamente connesse.


Il limite: l’inflazione resta una tassa nascosta

Nella teoria di Mankiw, l’inflazione rimane un effetto collaterale necessario, perché le banche commerciali, creando moneta tramite prestiti, generano signoraggio di fatto privato non contabilizzato apertamente. Questo fenomeno sfugge al controllo diretto del Tesoro e non appare nei rendiconti delle banche in modo trasparente.


Il Bilanciamento Quantitativo: la riforma contabile che rimuove la tassa occulta

Qui entra in gioco la proposta innovativa: il Bilanciamento Quantitativo (BQ). Come spiegato nel mio studio “Risolvere il Dilemma dei Rendiconti Finanziari delle Banche”, il BQ affronta il problema alla radice: la creazione di moneta da parte delle banche commerciali.

Come funziona?

Rivalutazione dei depositi: i depositi bancari non vengono più trattati come semplici passività verso i clienti, ma come passività verso il Tesoro dello Stato.
Trasparenza del signoraggio: la banca, ogni volta che crea moneta tramite un prestito, riconosce un debito da signoraggio al Tesoro, esplicitato come spesa operativa.
Segregazione: le banche diventano custodi di fondi di proprietà pubblica, non pià debitori di moneta ai depositanti.
Rendiconti veritieri: il flusso di cassa distingue tra flussi reali di cassa e quelli fittizi derivanti dalla creazione di moneta.
Equilibrio di Nash: Stato, banche e depositanti hanno interessi allineati — nessuno ha incentivo a generare inflazione incontrollata o a gonfiare i bilanci.


Effetto sul problema dell’inflazione

Se applicato su larga scala, il Bilanciamento Quantitativo:

  • rende visibile e controllato il signoraggio bancario,

  • trasferisce al Tesoro i profitti della creazione monetaria,

  • riduce la pressione a stampare moneta per coprire spesa pubblica o deficit,

  • separa la politica monetaria dalla speculazione bancaria,

  • elimina la tassa occulta dell’inflazione come mezzo di finanziamento improprio.

In questo modo, l’inflazione strutturale — che nella teoria di Mankiw è fisiologica e “ottimale” — diventa non più necessaria come strumento di raccolta risorse, perché il signoraggio non è più nascosto nel sistema bancario ma gestito in modo trasparente e redistribuito a beneficio pubblico.

Mankiw dimostra che, nel sistema attuale, inflazione e tasse sono inevitabilmente legate. Il Bilanciamento Quantitativo propone un cambio di paradigma: riformare la rendicontazione bancaria per rendere chiaro chi crea moneta e come il signoraggio viene restituito allo Stato. In questo modo, si può mirare a una finanza pubblica più trasparente, più giusta e potenzialmente non inflattiva.


Fonti:

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