Petizione per la Campagna “Restituiamo la Tesoreria allo Stato!”
Introduzione e Contesto
Questa nota analizza la petizione per la campagna “Restituiamo la Tesoreria allo Stato” e “Disdetta 2025: Per un’Italia Trasparente”, che mira a restituire la gestione della Tesoreria di Stato allo Stato italiano, attualmente affidata alla Banca d’Italia dal 1894 senza gara d’appalto. La campagna si basa sull’urgenza di disdire la convenzione entro il 31 dicembre 2025 per aprire una gara pubblica per il periodo 2030-2050, evidenziando irregolarità alla luce delle leggi antitrust italiane ed europee. L’analisi considera il contesto legale, le eccezioni di irregolarità e le azioni necessarie, con data di riferimento il 15 aprile 2025, ore 17:44 CEST.
Contesto Storico e Legale
La Banca d’Italia gestisce la Tesoreria di Stato dal 1894, con una convenzione rinnovata automaticamente ogni 20 anni salvo disdetta entro 5 anni dalla scadenza, come stabilito dalla Legge 28 marzo 1991, n. 104. L’ultimo rinnovo tacito è avvenuto nel 2005, estendendo l’affidamento fino al 31 dicembre 2030. Senza disdetta entro il 31 dicembre 2025, il servizio sarà rinnovato fino al 2050. La Banca d’Italia, pur essendo un’istituzione pubblica di diritto pubblico e parte dell’Eurosistema, ha una struttura proprietaria che include partecipazioni di banche private, sollevando dubbi su potenziali conflitti di interesse.
Problemi Identificati
La campagna evidenzia diverse irregolarità, basate su leggi antitrust italiane ed europee:
- Mancanza di Concorrenza: L’assenza di una gara d’appalto dal 1894 viola la Legge 287/1990 (antitrust italiano), che vieta pratiche restrittive della concorrenza, e la Direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici, che richiede trasparenza e competizione per servizi di interesse economico generale. La gestione della Tesoreria, con flussi finanziari di miliardi di euro, rientra in questa categoria.
- Rinnovo Automatico: La clausola di rinnovo tacito ogni 20 anni limita la revisione periodica, contraddicendo il principio di proporzionalità e trasparenza richiesto dalle normative europee (art. 101-102 TFUE). Questo potrebbe configurare un abuso di posizione dominante da parte della Banca d’Italia.
- Conflitto di Interesse: La partecipazione di banche private (es. Intesa Sanpaolo, UniCredit) al capitale della Banca d’Italia, sebbene minoritaria, potrebbe suggerire un vantaggio indiretto, specialmente considerando l’accesso privilegiato ai dati finanziari pubblici. Questo solleva dubbi su un potenziale aiuto di Stato mascherato, violando l’art. 107 TFUE.
- Mancanza di Accountability: Senza gara, non esiste un processo trasparente per valutare i costi e i benefici del servizio, né per garantire che lo Stato ottenga il miglior valore possibile. La Corte dei Conti italiana ha più volte sottolineato la necessità di trasparenza negli affidamenti pubblici, e questo caso sembra non rispettarla.
Proposta della Petizione
La petizione chiede al MEF e al Governo Italiano di:
- Disdire la convenzione con la Banca d’Italia entro il 31 dicembre 2025, rispettando la scadenza legale.
- Iniziare un processo di gara pubblica per l’affidamento della gestione della Tesoreria di Stato per il periodo 2030-2050, conforme alle normative antitrust italiane (Legge 287/1990) ed europee (Direttiva 2014/24/UE).
- Garantire trasparenza, concorrenza e accountability, allineandosi ai principi di buon governo pubblico.
Benefici Attesi
- Trasparenza: Una gara pubblica permetterebbe di valutare offerte alternative, potenzialmente più efficienti o economiche, migliorando la gestione dei fondi pubblici.
- Concorrenza: Aprire il mercato a nuovi operatori (es. altre banche, enti pubblici) favorirebbe innovazione e riduzione dei costi.
- Accountability: Un processo trasparente garantirebbe che lo Stato ottenga il miglior valore, rispondendo alle aspettative dei cittadini.
Sfide e Rischi
- Resistenza della Banca d’Italia: Potrebbe opporsi, sottolineando il suo ruolo storico e la continuità operativa. Tuttavia, la campagna argomenta che la trasparenza è più importante della tradizione.
- Tempistiche Strette: Con meno di 8 mesi dalla data attuale (15 aprile 2025) al 31 dicembre 2025, la campagna deve agire rapidamente per sensibilizzare e mobilitare la gente.
- Reazione Politica: Il governo potrebbe preferire mantenere lo status quo per evitare conflitti con l’Eurosistema. La campagna deve costruire un consenso bipartisan, coinvolgendo parlamentari sensibili a temi di sovranità (es. M5S, Fratelli d’Italia) e trasparenza (es. PD).
Concludendo:
La petizione “Restituiamo la Tesoreria allo Stato” è un’opportunità per modernizzare la gestione dei fondi pubblici italiani, allineandosi alle normative antitrust e rispondendo alle aspettative di trasparenza dei cittadini. La disdetta entro il 2025 è cruciale per aprire una gara pubblica per il 2030-2050, garantendo un sistema più equo e competitivo. Con una strategia di comunicazione efficace e pressione istituzionale, questa campagna può trasformare un tema tecnico in una causa popolare.
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