LO SPORTELLO
Creare denaro dal nulla? È reato e va perseguito
Si tratta di una pratica vietata, ma le banche sanno nasconderla. Chi la paga siamo noi.
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10 Giugno 2016
Ho sempre avuto qualche diffidenza nello scrivere sul tema della
creazione della moneta bancaria perché sono convinto che le
rivoluzioni e i cambiamenti partano dal basso e temi del genere,
troppo complessi, non interessino la massa dei cittadini vessati
e truffati.
Fino a quando non incontro Giuseppe Quarta, ispettore capo della
polizia di Stato.
Ma il paradosso risiede nella sceneggiatura, non
nell'attore.
IL NODO DELLA CONTABILITÀ. Non meravigliamoci
del fatto che la denuncia della ennesima situazione di
illegalità sia partita da un ispettore capo della polizia
(libero dal servizio e non nell’esercizio delle sue funzioni),
ma piuttosto sorprendiamoci di fronte allo studio che ha permesso
a Quarta di mettere in luce alcuni (altri) aspetti bui
dell’attività bancaria.
Aspetti che delineano situazioni, secondo lui, di illegalità ben
nascosti dalla stessa contabilità legittimata dagli organi di
Vigilanza e dalla Banca d’Italia.
La premessa sta nella subdola 'confusione' creata ad hoc
dalla Casta bancaria, che continua a considerare le circolari di
Bankitalia come norma dello Stato legittimando gli istituti di
credito a fare cose che non potrebbero e accecare chi con loro si
interfaccia.
La legge deve essere progettata e scritta da un organo
legislatore, e Bankitalia non lo è.
LA DENUNCIA DI QUARTA. La denuncia è frutto di
studi interdisciplinari che vedono al centro del caso il famoso
studio di Werner, stimato docente dell’Università di
Southampton, titolato
Banking and Law: The Lawfulness of
Banking (2016), con cui Quarta ancora collabora per
portare a termine il nobile progetto di continuare a svelare i
piccoli trucchetti di cui le banche si servono per eludere la
legge.
Secondo Quarta, «se il processo è lo strumento con il quale si
accertano le responsabilità individuali [...] allora la
magistratura ha l’obbligo istituzionale di perseguire i
responsabili del degrado bancario». E Giuseppe ha denunciato il
caso alla procura del suo distretto.
Il caso di denuncia è forse più complicato a scriversi che a
capirsi.
L'unica banca che può stampare moneta è la Bce
(© Ansa) Il presidente della Bce Mario Draghi.
Partiamo da una premessa: la sola banca preposta a stampare,
quindi immettere nuova moneta legale nel circuito economico, è
la Bce.
Il trattato unico bancario specifica infatti che gli istituti
sono autorizzati al solo esercizio del credito, ossia al prestito
e alla raccolta. Prestito di denaro già esistente, non creazione
di mezzi monetari.
La realtà dei fatti però risulta essere ben diversa.
Nel momento in cui la banca riceve denaro dai depositanti, denaro
che dovrebbe essere utilizzato per svolgere l’attività di
prestito, questo viene automaticamente investito in attività
speculative. Quindi l’istituto non ha realmente denaro per
svolgere una delle sue funzioni fondamentali.
SITUAZIONE PATRIMONIALE FALSA. Dove sussiste il
problema? I prestiti vengono erogati lo stesso. Come? Attraverso
movimenti contabili, senza che nessun euro sia realmente
disponibile per essere prestato.
L’illecito, che secondo Quarta dovrebbe essere perseguito
penalmente, risiede nella contabilizzazione.
La banca contabilizza l’uscita di denaro in seguito
all’erogazione di un prestito in modo tale da far risultare che
i fondi derivano dalla raccolta.
In questo modo si delinea una situazione economica e patrimoniale
falsa, perché il denaro prestato viene creato dal nulla. Le
banche prestano denaro che non hanno.
Nel caso di specie il falso in bilancio può essere penalmente
perseguito. Già altre banche, soprattutto nei Paesi
anglosassoni, sono state condannate per bancarotta fraudolenta,
come la Barclays, quando ha creato capitale dal nulla e la Banca
di Stoccolma fallita nel 1966 seguita dalla condanna dei
dirigenti.
GLI ESTREMI DI REATO. Il fatto ancora più grave
di tutta questa situazione è che si omette di contabilizzare
nell’attivo la creazione di questo nuovo denaro.
Ipotizziamo che un cliente chieda alla banca la concessione di un
mutuo per una cifra di 1.000 euro.
Nel momento della sottoscrizione del contratto (fase 1) la banca
contabilizza il prestito come un credito, e quindi come una
risorsa.
Successivamente la banca deve realmente disporre al cliente la
somma di 1.000 euro (fase 2) e quindi deve contabilizzare una
passività. Nella realtà la banca contabilizza l’uscita di
denaro come utilizzo di un deposito di pari importo di altro
risparmiatore.
Nessuno può confermare il contrario. La banca ha semplicemente
riclassificato l’obbligazione facendo risultare che i 1.000
euro che ora sta prestando siano precedentemente entrati. Ma quei
soldi sono stati impiegati per attività speculative (acquisto
asset finanziari). Questo è falso in bilancio.
La banca presta denaro che non esiste
La sede di Bankitalia.
Ciò che la banca fa risultare come deposito, e quindi come
liquidità disponibile, in realtà è debito.
Ciò che la banca sta prestando è denaro che non esiste. La
creazione di credito è un meccanismo vietato nella pratica
bancaria. Il problema è che le banche sanno come nascondere
questa pratica. Tutto ciò con gravi conseguenze per i
cittadini.
L'ANALISI DI UN MUTUO. Troppo spesso,
infatti, per il continuo reiterarsi di pratiche del genere, i
governi e le banche centrali sono costretti ad avviare azoni di
salvataggio degli istituti di credito che non sono più in grado
di restituire i soldi ai depositanti.
Con l’entrata in vigore del bail in, in realtà, a riempire i
buchi saranno le tasche dei cittadini e dei correntisti ignari,
ingenui e disinformati.
La Bce in questa situazione sembra una fabbrica di moneta,
attivando continue linee di credito a singole banche a corto di
liquidità reale e attraverso la loro continua capitalizzazione,
mettendo in circolo il denaro che gli istituti hanno già
speso.
Il lavoro di Quarta parte proprio da questo punto. Le indagini
vertono inizialmente sull’analisi di un mutuo.
LE INDAGINI DI TRANI. Attraverso una semplice ma
dettagliata perizia rilasciata da un professionista, è stata
formalizzata un’articolata denuncia basata su fatti reali,
sorretta dalle precedenti indagini della Procura di Trani e
dimostrata dalle ricerche empiriche dello studio di Werner.
La magistratura investita di tale incarico si troverà a indagare
non solo sul singolo illecito penale commesso a danno di Quarta
stesso, ma anche sui meccanismi contabili che tutte le banche
utilizzano per violare la legge.
«Il vero problema oggi è che il sistema bancario è fuori
controllo, ma non solo. È fuori controllo anche tutta
l’ostentata ignoranza e indifferenza mostrata dai media col
silenzio assordante su questo problema e il mancato controllo
delle autorità»: così Werner conclude la prefazione del
suo prossimo libro in uscita, che descrive nel dettaglio la sua
teoria, qui accennata.
LE LEGGI CI SONO. Sono ancora troppo pochi gli
economisti che si “convertono alla parola” abbandonando la
via del silenzio su questi aspetti.
Il popolo, i piccoli risparmiatori, ancora una volta devono farsi
carico di denunciare a gran voce ciò che viene sistematicamente
nascosto.
Attenzione a non credere a una mancanza di tutele
legislative.
Il problema è che le leggi, anche contabili, non vengono
rispettate. Però esistono.
Vi è un insieme di regole scritte per tutelare la trasparenza e
imputare le giuste responsabilità a chi non le rispetta.
Solo denunciando si può trasformare un fuorilegge in vittima
delle sue stesse azioni.
Twitter @VincenzoImpera1