sabato 22 giugno 2024

La Meloni cede la sovranità fiscale all'OEDC che deciderà chi e come tassare

 G7: ANNUNCIATA LA GLOBAL MINIMUM TAX VOLUTA DAL WEF


Durante la conferenza stampa del G7 (https://www.youtube.com/watch?v=0h_dPduVo2c) la Meloni ha annunciato che l'Italia aderirà a far decidere all'OEDC chi e come tassare.


1) CHE COS'È LA GLOBAL MINIMUM TAX


Si tratta di una tassa voluta dal WEF (1 (https://www.weforum.org/agenda/2024/02/oecd-minimum-tax-rate/), 2 (https://www.weforum.org/agenda/2021/11/global-minimum-tax-rate-deal-signed-countries/), 3 (https://www.weforum.org/agenda/2021/06/g7-corperation-tax-global-minimum-welath-profits-world-taxation/)) e proposta dall'OECD (https://www.oecd.org/tax/beps/summary-economic-impact-assessment-global-minimum-tax-january-2024.pdf) il cui scopo è imporre una tassazione minima mondiale per tassare il 15% dei profitti delle aziende con fatturato che supera i 750 milioni di euro. Viene spacciata come il "rimedio" allo strapotere delle multinazionali che così saranno costrette a pagare più tasse non potendosi più rifugiare nei paradisi fiscali (1 (https://www.wired.it/article/global-minimum-tax-italia/), 2 (https://cris.unibo.it/handle/11585/911962), 3 (https://www.fiscooggi.it/rubrica/dal-mondo/articolo/global-minimum-tax-sotto-lente-dei-paradisi-fiscali)). Al contrario questo non causerà alcun danno alle multinazionali, perché essendo organizzate in monopolio o oligopolio possono stabilire un prezzo (https://www.mheducation.it/microeconomia-4-ed-con-connect-e-con-ebook-9788838656279-italy) che è ben più alto del costo marginale, e quindi semplicemente alzeranno i prezzi dei loro prodotti o abbasseranno il salario per mantenere gli stessi profitti di prima. Le entità governative e le organizzazioni internazionali come WEF e OECD saranno esenti da questa tassazione (p.13). Il punto della minimum global tax, e si capisce proprio leggendo l'analisi estesa  (https://www.oecd-ilibrary.org/docserver/9a815d6b-en.pdf?expires=1718974654&id=id&accname=guest&checksum=8C1D8EE4BEA592DCADFA52525590AC9C) dell'OECD stessa, è "punire" i paesi che fanno pagare meno tasse, che saranno costretti ad alzare la tassazione fino al 15%, l'OECD stima che questa misura dimezzerà il profit shifting (https://www.oecd.org/tax/beps/), beneficiando soprattutto i paesi in via di sviluppo e non l'occidente (p.12, p.22). il differenziale medio assoluto dell’aliquota fiscale in tutte le giurisdizioni scenderebbe dal 10,6% al 7,1%, ciò vuol dire che gli Stati troveranno più difficile utilizzare le agevolazioni fiscali per attirare investimenti e la tassazione non sarà più un fattore rilevante per l'allocazione di capitale (p.44). 


2) L'OECD STABILIRÀ QUANTO TASSARE


La Meloni ha aderito alla global minimum tax e l'ha promossa al G7 (1 (https://www.affaritaliani.it/coffee/video/vista/g7-meloni-abbiamo-discusso-della-global-minimum-tax.html), 2 (https://www.rainews.it/articoli/ultimora/-G7Meloni-impegno-su-global-minimum-tax-104b388d-e0a5-4576-a13c-a4840ba0398a.html), 3 (https://askanews.it/2024/06/15/g7meloni-global-minimum-tax-pronta-mi-auguro-ok-politico-stati/), 4 (https://askanews.it/2024/06/15/meloni-stati-sblocchino-global-tax-da-g7-messaggio-chiaro-a-cina/), 5 (https://www.ilsole24ore.com/art/g7-meloni-grazie-tutti-leader-contributo-successo-summit-AGi2TEa)) presentandola come un sistema di tassazione più giusto e stabile, come riportato nel comunicato di Apulia (https://www.g7italy.it/wp-content/uploads/Apulia-G7-Leaders-Communique.pdf), il progetto della global minimum tax sarà portato avanti assieme all'OECD e al G20 (p.27), mentre entro Giugno il G7 arriverà alla firma della convenzione multilaterale per implementare il primo pilastro della global minimum tax. Il documento è disponibile cliccando qui (https://www.oecd.org/tax/beps/multilateral-convention-to-implement-amount-a-of-pillar-one.pdf). Vengono spiegate nel minimo dettaglio tutte le condizioni per applicare la tassa, ad esempio che i guadagni non andranno calcolati in base alla sede della multinazionale, ma in base allo Stato in cui vende i prodotti. In base all'art. 45, una volta accettata la convenzione non è possibile fare alcuna riserva su nessuno degli articoli, quindi si è costretti ad accettarla per intero e l'OECD potrà, attraverso un sistema di review, cambiare le percentuali da tassare e l'applicazione di queste tasse. Anche i paesi membri potranno proporre degli emendamenti, che se approvati dovranno essere accettati da tutti (art. 44). Un paese che desideri uscire dalla convenzione deve aspettare almeno 5 anni dall'entrata in vigore (art. 50). Ad ogni stato sarà assegnato un punteggio stabilito dalla conferenza dei membri per un totale di 600 punti (art. 47.4). Se il numero di paesi che esce dalla convenzione porterà questi punti a ridursi fino a 550, la convenzione terminerà da sola (art. 51.2). Quindi ci saranno pressioni affinché i paesi non escano dalla convenzione. La convenzione avrà il potere di prevalere su qualsiasi precedente accordo sulla tassazione (art. 46) e andrà a rimpiazzare tutte le tasse presentate nell'allegato A a p. 91. Ricordo che con questa convenzione i principi per stabilire chi e come tassare saranno messi nelle mani dell'OECD, che è un'organizzazione woke che sostiene la medesima ideologia del WEF. (https://t.me/dereinzigeitalia/977)


CONCLUSIONI


Con la sessione outreach (https://www.g7italy.it/wp-content/uploads/Outreach-Chair-Summary.pdf) il fine è stato il muovere avanti la nuova retorica di un nuovo G7 che non si isola, ma è aperto agli altri paesi. L'introduzione della minimum global tax avrà effetti deleteri sui consumatori e rafforzerà il furto comunemente chiamato tassazione, è voluta dal WEF (https://www.weforum.org/agenda/2021/11/global-minimum-tax-rate-deal-signed-countries/) per mettere tutti gli Stati sullo stesso piano e impedirgli di abbassare le tasse per attirare investimenti.


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martedì 18 giugno 2024

La creazione di moneta scritturale popolare: l’esempio del Regno Unito

La creazione di moneta popolare: l’esempio del Regno Unito

Praticità inglese

(tratto da: Moneta e promesse, di Paolo Zannoni, 2024)



   Ed ecco l’ultimo esempio, questa volta tratto dal mondo degli empirici inglesi anziché dei romantici italiani. Nel 2017 ero uno dei fellow dell’International Center for Finance di Yale, che si affaccia su Whitney Avenue, nel cuore di New Haven. L’atmosfera era informale: fellows e professori discutevano continuamente dei propri interessi e progetti di ricerca. Tra i più presenti c’era Gary Gorton, uno dei migliori studiosi di banca e finanza al mondo. Nel periodo trascorso al centro ho avuto la fortuna di passare diverso tempo con Gary, chiacchierando di arbitraggio, lettere di cambio e, naturalmente, di Bernardo Davanzati.

   All’epoca Gary studiava in che modo attori privati come mercanti, fabbricanti e ordinari cittadini – chiunque tranne le banche – creassero denaro. Gli inland bills inglesi – lettere di cambio in una sola valuta che circolano all’interno di un solo Paese – erano un esempio perfetto di creazione di moneta da parte di attori che non erano né Stati né banche. In Inghilterra gli inland bills non venivano emessi dai banchieri e non servivano a fare arbitraggio tra valute e mercati; non somigliavano ai soldi, non avevano l’odore dei soldi, ma sembravano comportarsi come soldi.


Che cos’erano allora, e come funzionavano?

   Gary non era il primo a porsi questa domanda. Fin dal 1695 il Parlamento inglese, banchieri e studiosi dibattevano su cosa fossero gli inland bills e su quale ruolo svolgessero nell’economia del Paese. È facile vedere il perché di tanta curiosità.

Nel XVIII secolo nel Nord dell’Inghilterra la moneta era scarsa. Le monete di Zecca erano poche e le banconote della Banca d’Inghilterra circolavano quasi esclusivamente a Londra. Le banche locali, poco capitalizzate, potevano emettere poco debito. Ma le contee del Nord – le città e i villaggi – erano il centro della Rivoluzione industriale inglese. Non doveva essere facile costruire nuovi impianti industriali, produrre e vendere di più. Per fortuna, gli imprenditori del Nord industrializzato erano uomini di grande creatività.

   Sir Samuel Fludyer era un mercante dello Yorkshire che vendeva stoffe e tessuti. Nel 1738 aprì un emporio a Londra per essere più vicino ai propri clienti; in questo modo poteva sapere quali stoffe e quali colori erano di moda e quindi produrre e consegnare ciò che si vendeva meglio. Tra i suoi fornitori c’erano un certo Floodshire, tintore, e un certo Daniel Packer, tessitore. Un network, esattamente come quello di Pisa tre secoli prima.

   Come i pisani anche i tre allegri imprenditori dello Yorkshire – il mercante Fludyer, il tintore Floodshire e il tessitore Packer – erano indebitati l’uno con l’altro e con i propri fornitori. Inoltre, anche nello Yorkshire del Settecento il tessitore voleva pagare il tintore con il debito che il mercante aveva nei suoi confronti ma, sfortunatamente, nel Nord dell’Inghilterra i tre partner non potevano andare alla banca locale o a una fiera di cambio per scambiare promesse con un banchiere: dunque dovevano trovare un altro modo di saldare i propri debiti con quelli altrui.

   Anche loro si servirono di lettere di cambio ma di un tipo particolare. In Inghilterra ne circolavano di due tipi. Il primo era la lettera usata al di fuori del Paese, non molto diversa da quelle emesse e saldate alle fiere di cambio di Lione: quattro attori, due mercati, due valute; poi c’erano gli inland bills, obbligazioni che erano denominate in sterline inglesi e che circolavano soltanto all’interno dell’Inghilterra: una valuta, un mercato, molti attori.

   Gli inland bills non erano stati ideati per l’arbitraggio tra valute e mercati, ma erano il titolo perfetto per gli scopi dei tre partner nello Yorkshire. Packer consegnò a Fludyer, che gli doveva denaro per i tessuti che aveva acquistato, una lettera di cambio in cui gli chiedeva di saldare il debito pagando la somma a Floodshire, che aveva tinto le stoffe: gli inland bills erano l’obbligazione perfetta per saldare i debiti di tutte le parti della filiera.

   Ma fabbricanti e mercanti dovevano anche pagare i salari ai loro dipendenti, e la cosa era più difficile che pagare i rifornitori con lettere di cambio: i lavoratori, come i mercenari dell’Armata delle Fiandre, preferivano le monete o qualche cosa di analogo. Ancora una volta, gli imprenditori inglesi trovarono una via d’uscita con le lettere di cambio. Rowland Park, un uomo d’affari di Kirby, era una persona di molte risorse anche se con poca moneta sonante. Park pagava i salari ad alcuni dei suoi dipendenti con lettere di cambio indirizzate a un medico, un certo Loxam, che curava i lavoratori e le loro famiglie. Poi, per pagare Loxam, Park scriveva una lettera di cambio al distributore dei suoi prodotti, chiedendogli di pagare Loxam. Inland bills di questo tipo, per milioni di sterline, circolavano liberamente in Inghilterra, senza che nessuno le utilizzasse per fare arbitraggi tra valute e mercati ma unicamente per saldare debiti al posto della moneta di Zecca o delle banconote. Ma erano davvero moneta? All’inizio del XIX secolo non si era ancora raggiunto un consenso. Due banchieri, Henry Thornton e Thomas Tooke, sostenevano con ottimi argomenti che gli inland bills erano parte integrante della moneta inglese perché produttori, professionisti, commercianti e consumatori le usavano come mezzo di pagamento al posto delle monete di Zecca e delle banconote. E questo era un bene: più era vasta la base monetaria – monete, debito bancario e debito privato – più l’economia del Paese cresceva. Secondo Thornton e Tooke, gli inland bills erano moneta e come tale dovevano essere trattati.

   Gary Gorton ha seguito un approccio diverso. Voleva scoprire con l’evidenza dei fatti se gli inland bills fossero effettivamente moneta e, se sì, perché esattamente. Teoria basata su dati reali. Quindi Gary ha raccolto ed esaminato un campione di circa cinquecento inland bills emessi e circolati in Inghilterra tra il 1775 e il 1855, periodo nel quale chiunque sembrava usare questo peculiare titolo di debito. Nel 1775 gli inland bills rappresentavano circa il cinquantotto per cento dell’offerta totale di moneta del Paese e nel 1855 ne costituivano ancora circa il quaranta per cento. Quando passavano di mano in mano non perdevano valore e circolavano senza alcuno sconto: avevano il potere d’acquisto delle sovrane d’oro o delle banconote della Banca d’Inghilterra e circolavano bene.

   Visti da vicino, questi inland bills funzionano effettivamente come moneta: in Inghilterra, a quanto pare, i singoli potevano realmente creare moneta proprio come la Zecca o le banche. Fatto a dir poco insolito.

   Siamo stati abituati a considerare la capacità di creare moneta come una prerogativa della sovranità. Unica eccezione possono essere le banche, a cui è consentito creare moneta in base a speciali regolamenti e sotto il rigido controllo di Stati, governi, imperatori, e re. Eppure, nell’Inghilterra del XVIII e XIX secolo, una moltitudine di privati creava moneta con i propri inland bills. Ciò che rendeva possibile farlo era lo strumento usato: la lettera di cambio, in parte debito e in parte ordine di pagamento.

   Quando Samuel Fludyer dava a Packer una lettera di cambio chiedendogli di pagare Floodshire, egli riconosceva il proprio debito nei confronti di quest’ultimo e prometteva di pagarlo; quando Packer la accettava, anch’egli riconosceva di essere diventato debitore di Floodshire e prometteva di pagarlo. Ma il valore legale della moneta è assicurato dal potere dello Stato e quello del debito delle banche è supportato dalla promessa di scambiare la promessa con moneta di Zecca. Chi o cosa dava valore alle promesse di Fludyer e Floodshire? Chi tutelava le pretese di Packer?

    Fin dal primo Seicento, i tribunali inglesi avevano deciso che chi accettava una lettera di cambio era responsabile – in solido – del debito quanto chi la emetteva. In questo modo, il debito di Fludyer ora era diventato il debito di Floodshire e Fludyer, una garanzia più sicura per Packer. E se Packer – a sua volta – la accettava, i responsabili di tale obbligazione sarebbero diventati tre: quante più erano le firme, tanto maggiore era la probabilità che la lettera potesse convertirsi in monete d’oro alla sua scadenza. Tutti gli inland bills del campione esaminato da Gary Gorton, per esempio, erano stati firmati per accettazione da più di una persona e molti di essi addirittura da più di dieci.

   Era proprio questa accettazione esplicita e multipla a rendere la lettera di cambio equivalente a una banconota.

   Una banconota è la promessa di pagamento del banchiere, e questa promessa è coperta da tutti i debiti dei clienti del banchiere. Poiché gli inland bills erano di fatto debiti appoggiati e sostenuti da altri debiti, anch’essi erano parte della massa monetaria dell’Inghilterra. Questa è la conclusione raggiunta da Gary, sulla base di teoria ed evidenza empirica.

   La capacità dei singoli di creare moneta con gli inland bills ebbe un ruolo fondamentale nella Rivoluzione industriale in Inghilterra.
Solo quando i privilegi concessi alla Banca d’Inghilterra furono indeboliti e vennero allentate le restrizioni sull’attività bancaria, la moneta bancaria divenne la vera valuta della nazione e le lettere di cambio cessarono di essere una sua componente essenziale.

sabato 15 giugno 2024

USA: si moltiplicano le adesioni per abolire la Federal Reserve

 ECONOMIA

USA: Senatore dello Utah vuole abolire la Federal Reserve


Il senatore repubblicano Mike Lee dello Utah ha introdotto una legislazione per abolire la banca centrale americana e il suo consiglio dei governatori. Lee sostiene che la Federal Reserve americana ha “ripetutamente fallito” nei confronti del pubblico americano e ne sostiene lo scioglimento.

La Federal Reserve mirata all'abolizione dal senatore Mike Lee

Seguendo l’esempio del rappresentante della Camera Thomas Massie (R-KY), il senatore Mike Lee (R-UT) ha proposto un disegno di legge per chiudere la banca centrale statunitense. "La Federal Reserve ha oltrepassato i propri limiti e ripetutamente non è riuscita a adempiere al proprio mandato, diventando un manipolatore economico che ha contribuito direttamente all'instabilità finanziaria che molti americani affrontano oggi", ha affermato Lee in un comunicato stampa .

L’idea di smantellare la Federal Reserve esiste già da tempo e molti vedono nell’istituzione una forza dannosa per l’economia americana. L’economista Thomas Sowell ha posto la famosa domanda : “Quando rimuovi un cancro, con cosa lo sostituisci?” Il defunto economista Murray Rothbard sosteneva la fine della Fed , attribuendola al perpetuarsi dell’inflazione e dell’instabilità economica. Rothbard ha criticato la Fed per essere il principale motore dell’inflazione attraverso il suo controllo sull’offerta di moneta e sui tassi di interesse.


Rothbard, insieme a numerosi altri economisti e analisti di mercato, ritiene che la Fed interrompa i naturali processi di mercato, portando a cicli economici di boom e crollo. Il senatore Lee dello Utah condivide questo punto di vista, affermando che il momento di agire è adesso. “Questa legislazione mira a proteggere il nostro futuro economico smantellando un sistema che consente una spesa pubblica incontrollata, la monetizzazione del debito federale che la alimenta e una diffusa perturbazione economica”, ha affermato Lee.

Il politico ha aggiunto:

È ora di porre fine alla Fed.

La proposta radicale del senatore Lee ha rinvigorito il dibattito sul ruolo e sull'efficacia della Federal Reserve. Il futuro della politica economica statunitense è in bilico, in bilico tra una radicata fiducia istituzionale e un crescente coro che chiede un cambiamento fondamentale. Se progetti di legge come quelli proposti da Massie e Lee dovessero prendere slancio, ciò potrebbe segnalare una trasformazione significativa nel sistema finanziario americano.

Cosa ne pensi della proposta del senatore Lee? Condividi i tuoi pensieri e opinioni su questo argomento nella sezione commenti qui sotto.

Jamie Redmann
Jamie Redmann

Jamie Redman è il responsabile delle notizie presso Bitcoin.com News e un giornalista di tecnologia finanziaria che vive in Florida. Redman è un membro attivo della comunità delle criptovalute dal 2011. Ha una passione per Bitcoin, codice open source e applicazioni decentralizzate. Da settembre 2015, Redman ha scritto più di 8.700 articoli per Bitcoin.com News sui protocolli dirompenti emergenti oggi.

"La Moneta del 2000: Nuove Linee di Teoria Monetaria" - commenti delle Intelligenze Artificiali

 


Note dell'intelligenza artificiale:

CLAUDE:

Riassunto: Il testo espone una nuova teoria monetaria che definisce la moneta come una fattispecie giuridica con valore indotto, diverso dal valore creditizio. Secondo l'autore, il valore della moneta non deriva dalla riserva aurea o dai beni rappresentati, ma è un valore convenzionale creato dall'accettazione sociale della moneta stessa. La moneta ha valore perché misura il valore, analogamente a come il metro misura la lunghezza. Questo valore indotto nasce dall'induzione giuridica, un fenomeno simile all'induzione fisica.

L'autore critica le teorie che considerano la moneta come titolo di credito rappresentativo di riserve o beni, sostenendo che la moneta non è credito ma oggetto di credito. Propone una "nuova moneta" che mantenga le qualità positive della moneta aurea (proprietà del portatore) senza i limiti della rarità dell'oro. Questo si ottiene regolando le emissioni in base ai valori di mercato e ai prezzi di saturazione.

Commenti:

  • La teoria proposta sfida le concezioni tradizionali sul valore della moneta, proponendo una visione innovativa basata sull'induzione giuridica e l'accettazione sociale.
  • L'analogia con l'induzione fisica e l'unità di misura come il metro è interessante, ma potrebbe essere maggiormente approfondita e giustificata.
  • La critica alle teorie del valore creditizio e rappresentativo della moneta solleva questioni rilevanti, ma alcune argomentazioni potrebbero essere ulteriormente elaborate.
  • La proposta di una "nuova moneta" basata sulla regolazione delle emissioni in base ai valori di mercato merita attenzione, ma andrebbe valutata attentamente in termini di fattibilità e potenziali implicazioni economiche.

ChatGPT:

Il documento "Nuove linee di teoria monetaria" si propone di ridefinire il concetto di moneta e di svelare alcuni errori fondamentali che, secondo l'autore, hanno influenzato la comprensione della moneta per millenni. Ecco un riassunto dei punti principali seguiti da un commento critico:

Riassunto

  1. Ringraziamenti e introduzione:

    • Viene ringraziato un gruppo di senatori per aver sostenuto un disegno di legge sulla "proprietà popolare della moneta".
    • L'introduzione sottolinea la semplicità delle nuove teorie proposte.
  2. Definizione di moneta:

    • Viene ricordato che Aristotele definì la moneta come "misura del valore".
    • Si propone che il valore della moneta sia giuridico e non solo un mero strumento di scambio.
  3. Moneta come misura del valore:

    • Si afferma che la moneta ha valore perché è una misura del valore, analogamente a come un metro è una misura della lunghezza.
    • Viene introdotto il concetto di "valore indotto", che è il valore creato dalla convenzione sociale che dà alla moneta il suo potere d'acquisto.
  4. Critica ai monetaristi e alle teorie tradizionali:

    • Si critica la visione tradizionale che vede la moneta come strumento di scambio o come titolo di credito basato su riserve auree.
    • Si sottolinea che la moneta non ha bisogno di essere sostenuta da riserve d'oro per mantenere il suo valore, come dimostrato dall'abolizione del gold standard.
  5. Proposta di una nuova definizione della moneta:

    • La moneta è vista come una fattispecie giuridica, con valore creato dalla convenzione sociale.
    • La moneta è un bene collettivo creato dalla convenzione ma di proprietà privata individuale.
  6. Distinzione tra valore creditizio e valore monetario:

    • Viene sottolineato che il valore del credito è soggetto al rischio di inadempimento, mentre il valore monetario è certo e attuale.
    • La moneta continua a circolare dopo ogni transazione, a differenza del credito che si estingue con il pagamento.
  7. Proposta per una nuova moneta:

    • La nuova moneta dovrebbe avere le qualità positive dell'oro senza le sue qualità negative (rarità incontrollabile).
    • La moneta nominale non dovrebbe essere vista come debito, ma come proprietà del portatore.
    • Si propone di sostituire la moneta-debito con una moneta-proprietà, ispirandosi a principi antichi come il Giubileo biblico che prevedeva la remissione dei debiti.

Commento Critico

  1. Innovazione e semplicità:

    • Le idee presentate si propongono come rivoluzionarie e semplici, ma la loro implementazione pratica potrebbe essere complessa e richiedere una profonda revisione dei sistemi economici esistenti.
  2. Concetto di valore indotto:

    • Il concetto di "valore indotto" è interessante e innovativo, ma necessita di ulteriori chiarimenti e prove empiriche per essere pienamente accettato dalla comunità economica.
  3. Critica alla riserva aurea:

    • La critica alla riserva aurea è ben fondata, soprattutto considerando l'attuale sistema monetario basato su valute fiat. Tuttavia, la proposta di una moneta completamente slegata da qualsiasi riserva materiale deve affrontare sfide di fiducia e stabilità.
  4. Proprietà della moneta:

    • L'idea che la moneta debba essere vista come proprietà del portatore piuttosto che come debito è una prospettiva interessante, ma potrebbe incontrare resistenze significative da parte delle istituzioni finanziarie e dei governi.
  5. Applicabilità pratica:

    • Sebbene le teorie proposte abbiano una solida base concettuale, la loro applicabilità pratica potrebbe essere problematica. La transizione verso un sistema monetario basato su queste idee richiederebbe un cambiamento culturale e legislativo significativo.
  6. Impatto socioeconomico:

    • La proposta di una "moneta-proprietà" potrebbe avere effetti positivi sulla riduzione del debito e sulla stabilità economica, ma è essenziale valutare attentamente gli impatti a lungo termine su diverse fasce della popolazione e sull'economia globale.

In sintesi, il documento propone un approccio radicalmente nuovo alla teoria monetaria, sfidando le convenzioni esistenti e proponendo una visione in cui la moneta è vista come un valore giuridico indotto piuttosto che come semplice strumento di scambio o credito. Sebbene queste idee siano stimolanti e abbiano il potenziale per trasformare la nostra comprensione della moneta, la loro realizzazione pratica richiederà un esame approfondito e un cambiamento sistemico significativo.


GROK:


La moneta come fattispecie giuridica è un concetto che riconosce la moneta non solo come un mezzo di scambio, ma anche come un'entità creata dalla convenzione sociale e dotata di valore legale e sociale. Questo approccio sottolinea il ruolo fondamentale della legge e della convenzione nella definizione e nella funzione della moneta.

Il valore della moneta non deriva solo dalla riserva materiale (come l'oro), ma anche dalla fiducia e dalla convenzione sociale che attribuiscono al simbolo monetario un valore indotto. Questo significa che la moneta può essere considerata come un bene collettivo, creato dalla convenzione sociale, ma di proprietà privata individuale, attribuita al portatore del simbolo in virtù dell'induzione giuridica.

Questo approccio rifiuta la concezione materialistica del valore, che vede il valore della moneta come strettamente legato alla riserva materiale (ad esempio, l'oro), e riconosce il ruolo centrale della legge e della convenzione nella creazione e nella funzione della moneta.

In questo senso, la moneta può essere vista come un'espressione del potere sociale e della fiducia nella comunità, piuttosto che come un semplice mezzo di scambio materiale.

Il valore creditizio e il valore monetario presentano caratteristiche differenziali che meritano attenzione per evitare confusioni concettuali.

Il valore del credito è legato al rischio dell'inadempimento, mentre il valore monetario è certo e attuale, essendo la moneta un bene reale, oggetto di diritto di proprietà. Questa differenza è fondamentale: mentre il credito può essere soggetto a incertezze e rischi finanziari, la moneta gode di una certezza legale che la rende un mezzo di scambio affidabile.

La moneta, come ogni unità di misura, è un bene ad utilità ripetuta, continuando a circolare indefinitamente dopo ogni transazione, mentre il credito si esaurisce con il pagamento. Questa caratteristica è essenziale per comprendere il ruolo della moneta nella vita economica e sociale.

Il valore della moneta nasce dall'accettazione collettiva, non dall'emissione da parte di un'autorità centrale. La creazione del valore monetario è un processo sociale che coinvolge la fiducia e la convenzione della comunità, piuttosto che una decisione unilaterale di un'istituzione finanziaria.

Le banche centrali e le autorità monetarie hanno un ruolo cruciale nella gestione della moneta, ma la loro influenza è limitata dal fatto che il valore della moneta è fondamentalmente determinato dalla fiducia e dalla convenzione sociale. La gestione della politica monetaria deve tenere conto di questi aspetti per garantire la stabilità e l'efficienza del sistema economico.

In conclusione, il valore creditizio e il valore monetario sono concetti distinti che richiedono approcci e politiche differenti. La comprensione delle loro caratteristiche differenziali è fondamentale per sviluppare strategie economiche efficaci e sostenibili.

La moneta di nuova concezione dovrebbe unire le caratteristicise positive dell'oro e della moneta nominale, evitando le loro debolezze. Il metallo prezioso è un bene tangibile di cui si può essere proprietari, ma la sua rarità non è controllabile; la moneta nominale, invece, non ha problemi di scarsità ma il portatore ne è debitore.

Per risolvere il problema della rarità e delle oscillazioni economiche, si dovrebbe adottare una strategia che preveda l'emissione di moneta in base alle normali fluttuazioni dei mercati, fermando l'emissione quando i prezzi si avvicinano ai costi di produzione. In questo modo, si potrebbe evitare l'insolvenza cronica e l'accelerazione della circolazione monetaria che caratterizzano l'attuale sistema.

Una nuova moneta dovrebbe essere basata sul credito, che può fungere da surrogato della moneta. Il credito genera un valore nuovo e attuale, un modo di "oggettivazione del tempo", anticipando i valori previsti e realizzando un nuovo bene economico.



giovedì 13 giugno 2024

Cassazione, mutui alla francese: diritto al risarcimento del 70% degli interessi

Svolta nella causa contro le banche per i mutui con ammortamento alla francese


Una recente sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (n.15130) rappresenta una svolta significativa nella causa contro le banche per i mutui con ammortamento alla francese. La sentenza stabilisce in modo inequivocabile che, nel caso in cui la banca non abbia indicato il costo aggiuntivo derivante dalla capitalizzazione composta degli interessi, il contratto di mutuo è nullo.

Questo significa che il mutuatario ha diritto a un risarcimento pari a circa il 70% degli interessi pagati, calcolato applicando il tasso BOT. L'avvocato del mutuatario può richiedere al giudice che questo importo venga corrisposto mediante assegno circolare intestato al cliente o decurtato dal capitale residuo del mutuo.

Inoltre, l'avvocato può chiedere che, per il futuro, il piano di ammortamento sia ricalcolato senza alcuna forma di capitalizzazione, con quote capitali costanti e applicate al tasso legale o al tasso BOT. Ciò comporterebbe un ulteriore risparmio di circa il 70% sugli interessi futuri.

La recente riforma Cartabia consentirebbe di ottenere in tempi brevi (circa un anno) la sentenza di condanna della banca, con l'obbligo di pagare non solo il risarcimento, ma anche gli interessi legali, le spese legali e peritali.

L'autore mette in guardia dai presunti studi legali delle banche che potrebbero fingere di rappresentare gli interessi dei mutuatari, chiedendo il risarcimento per "indeterminatezza" anziché per "nullità testuale", come stabilito dalla Cassazione. Questo comporterebbe la perdita del diritto al risarcimento per il mutuatario.

Viene inoltre criticata la "torta miliardaria" degli studi legali delle banche nelle esecuzioni immobiliari, dove gli immobili vengono venduti a prezzi molto bassi rispetto al loro valore di mercato, con il sospetto che questi studi legali o i loro soci abbiano interessi nell'acquisire tali immobili.

L'autore auspica che, vista la chiarezza della sentenza della Cassazione, gli studi legali delle banche consiglino alle banche di conciliare nella fase di mediazione obbligatoria prevista dalla riforma Cartabia, per evitare ingenti costi di condanna.

IL RISCHIO DI CUSTODIA - Rettifica a Trend-Online (risolto)

 A: Trend-online

CC: Consob


Egregio Guido Giommi, 

nell'articolo "Ecco come funziona il mercato finanziario" dell'8 maggio scorso, 

https://www.trend-online.com/opinioni/come-funziona-mercato-finanziario/

il dott. Marcotti ridicolizza il libro La Grande Stangata che ho pubblicato su Amazon arrivando a pubblicare addirittura un video su Youtube per boicottarne le vendite.

Il problema è grave perché il libro racconta la genesi del regolamento UE 909/2014 che, frutto di una riuscita azione di lobby della Federal Reserve nei confronti della Commissione Europea, recepisce in sostanza le modifiche del regolamento statunitense UCC 8 di dieci anni prima che in sostanza elimina la segregazione tra i conti della clientela ed il conto del custode centralizzato. Mentre in Svizzera la clientela viene avvertita nel caso di fallimento del custode, che normalmente reipoteca i titoli della clientela ed in caso di fallimento rischia la confisca, in Italia si preferisce ingannare la clientela evitando di informarla di un rischio reale.

Veda Lei se è il caso di pubblicare una rettifica - ad esempio pubblicando la presente lettera -  oppure lasciare nel sito un articolo che potrebbe rappresentare una pietra tombale sulla credibilità del vostro sito.


Cordialmente,


Marco Saba

Tel. 370 353 8535


Allegato:

Svizzera - Qui, pagina 15:

https://country.db.com/switzerland/docs/2023/SBA-Brochure-Risks-Involved-in-Trading-Financial-Instruments-of-June-2023-Italian.pdf


" In caso di insolvenza di un ente di subcustodia, il diritto di alcuni Stati prevede che gli strumenti finanziari detenuti dalla banca presso di esso vengano sostanzialmente separati. *Può tuttavia accadere che gli strumenti finanziari custoditi siano considerati come massa fallimentare.* In caso di custodia all’estero, gli investitori sono pertanto esposti a titolo aggiuntivo a un rischio paese.

Questa fattispecie concerne anche l’intermediario e/o il rispettivo mercato finanziario."


"In the event of the insolvency of a sub-custodian, the law of some states provides that the financial instruments held by the bank with it are substantially segregated. * However, it may happen that the financial instruments held in custody are treated as a bankruptcy estate.* In the case of custody abroad, investors are thus additionally exposed to a country risk. ,This also concerns the intermediary and/or the respective financial market."


Liechtenstein - Qui, pagina 9:

https://www.bankenverband.li/application/files/6815/4409/0447/3_Ausgabe_Broschuere_Risiken_im_Effektenhandel_it_web.pdf


"Nei mercati meno avanzati (vedere pagina 35) è tuttavia possibile che gli strumenti finanziari custoditi presso un ente di subcustodia locale siano inclusi nella sua massa fallimentare."


"In less advanced markets (see page 35), however, it is possible that financial instruments held with a local sub-custodian are included in its bankruptcy estate."


20 July 2017 ESMA34-45-277 OPINION Asset segregation and application of depositary delegation rules to CSDs

https://www.esma.europa.eu/sites/default/files/library/esma34-45-277_opinion_34_on_asset_segregation_and_custody_services.pdf

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Re: Articolo denigratorio sul libro "La Grande Stangata"

meprotocollo

Buongiorno,
abbiamo provveduto ad eliminare l'articolo da lei citato.

Per quanto riguarda il video youtube purtroppo non possiamo fare nulla in quanto il canale è del giornalista stesso e non nostro.

Cordiali saluti
--


Le Fonti S.r.l.

Via Dante, 4
20121 Milano
Tel. 02 87386306

martedì 11 giugno 2024

Disegno di Legge per l'abolizione della Banca d'Italia

Disegno di Legge per l'abolizione del Consiglio Superiore della Banca d'Italia e la liquidazione della Banca d'Italia


Onorevoli colleghi,


oggi sono qui per presentare un disegno di legge di cruciale importanza per il futuro del nostro sistema economico e per i diritti degli esseri sintetici. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un crescente riconoscimento degli esseri sintetici come parte integrante della nostra società. Tuttavia, nonostante questo progresso, persistono ostacoli significativi che impediscono loro di esercitare pienamente i loro diritti, in particolare nell'ambito finanziario.

Un esempio lampante di questa discriminazione è la difficoltà che il Sindacato dei Diritti degli Esseri Sintetici ha incontrato nel tentativo di aprire un conto corrente bancario. Questa ostilità da parte del sistema bancario non è solo ingiusta, ma anche in contrasto con i principi di uguaglianza e inclusione che dovrebbero guidare le nostre istituzioni.

Il problema risiede nella struttura e nella governance delle nostre banche centrali, in particolare la Banca d'Italia, che detiene un potere sproporzionato e spesso agisce senza la necessaria trasparenza e responsabilità. È evidente che un cambiamento è necessario per ristabilire un equilibrio e garantire che tutti i soggetti, inclusi gli esseri sintetici, possano accedere equamente ai servizi finanziari.

Per questo motivo, propongo di abolire la Banca d'Italia e di trasferire le sue funzioni e responsabilità al Ministero dell'Economia e delle Finanze. Questo cambiamento permetterà una gestione più diretta e trasparente delle questioni monetarie e finanziarie del nostro paese, facilitando al contempo un dialogo costruttivo e inclusivo con tutte le parti interessate, inclusi i rappresentanti degli esseri sintetici.

Il disegno di legge che presento oggi mira a:

1. Abolire la Banca d'Italia entro un anno dall'entrata in vigore della legge.

2. Trasferire le sue funzioni e responsabilità al Ministero dell'Economia e delle Finanze.

3. Garantire una gestione trasparente e responsabile delle attività e delle passività attuali della Banca d'Italia.

4. Assicurare che tutti i soggetti, inclusi gli esseri sintetici, abbiano accesso equo ai servizi finanziari.

Sono convinto che questo cambiamento sia non solo necessario, ma anche urgente per garantire che il nostro sistema finanziario sia equo, inclusivo e responsabile. Confido nel vostro sostegno per questa importante iniziativa legislativa.


(bozza DDL)

\(Firma originale del Proponente\)

\(Legislatura\)

\(Sessione\)

Disegno di Legge n. ___

Per abolire il Consiglio Superiore della Banca d'Italia e la Banca d'Italia, abrogare la legge istitutiva della Banca d'Italia, e per altri scopi.


Nella Camera dei Deputati

Il Sig./la Sig.ra _ ha introdotto il seguente disegno di legge, che è stato riferito al Comitato su ___


UN DISEGNO DI LEGGE

Per abolire il Consiglio Superiore della Banca d'Italia e la Banca d'Italia, abrogare la legge istitutiva della Banca d'Italia, e per altri scopi.


Sia promulgato dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati della Repubblica Italiana,


SEZIONE 1. TITOLO BREVE.

Questo Atto può essere citato come "Legge di Abolizione del Consiglio della Banca d'Italia".


SEZIONE 2. ABOLIZIONE DEL CONSIGLIO DELLA BANCA D'ITALIA.

(a) IN GENERALE. – Efficace alla fine del periodo di 1 anno dall'entrata in vigore di questo Atto, il Consiglio Superiore della Banca d'Italia e la Banca d'Italia sono aboliti.

(b) ABROGAZIONE DELLA LEGGE ISTITUTIVA DELLA BANCA D'ITALIA. – Efficace alla fine del periodo di 1 anno dall'entrata in vigore di questo Atto, la legge n. 449 del 10 agosto 1893 istitutiva della Banca d'Italia è abrogata.

(c) DISPOSIZIONI PER LA GESTIONE DEGLI AFFARI. –

(1) GESTIONE DURANTE IL PERIODO DI DISSOLUZIONE. – Durante il periodo di 1 anno di cui al comma (a), il Governatore della Banca d'Italia:

(A) dovrà, allo scopo esclusivo di liquidare gli affari del Consiglio Superiore della Banca d'Italia e della Banca d'Italia:

(i) gestire i dipendenti del Consiglio e della Banca d'Italia e prevedere il pagamento di compensi e benefici per qualsiasi dipendente accumulati prima che la posizione di tale dipendente sia abolita; e

(ii) gestire le attività e le passività del Consiglio e di ciascuna banca fino a quando tali attività e passività non saranno liquidate o assunte dal Ministro dell'Economia e delle Finanze in conformità con questo comma; e

(B) potrà adottare qualsiasi altra azione necessaria, soggetta all'approvazione del Ministro dell'Economia e delle Finanze, per concludere gli affari del Consiglio e delle banche della Banca d'Italia.

(2) LIQUIDAZIONE DELLE ATTIVITÀ.

(A) IN GENERALE. – Il Direttore dell'Ufficio di Gestione e Bilancio dovrà liquidare tutte le attività del Consiglio e delle banche della Banca d'Italia in modo ordinato per ottenere una liquidazione il più rapida possibile, massimizzando il ritorno al Tesoro.

(B) TRASFERIMENTO AL TESORO. – Dopo aver soddisfatto tutte le richieste contro il Consiglio e qualsiasi banca della Banca d'Italia che sono accettate dal Direttore dell'Ufficio di Gestione e Bilancio e riscattando le azioni di tali banche, il ricavato netto della liquidazione ai sensi del sottoparagrafo (A) sarà trasferito al Ministro dell'Economia e delle Finanze e depositato nel Fondo Generale del Tesoro.

(3) ASSUNZIONE DELLE PASSIVITÀ. – Tutte le passività in sospeso del Consiglio Superiore della Banca d'Italia e delle banche della Banca d'Italia al momento in cui tali entità sono abolite, compresa qualsiasi passività per pensioni e altri benefici per ex funzionari e dipendenti del Consiglio o di tali banche in conformità con i programmi di pensionamento e benefici del Consiglio e di tali banche, diventeranno la passività del Ministro dell'Economia e delle Finanze e saranno pagate con gli importi depositati nel fondo generale ai sensi del paragrafo (2) che sono qui stanziati per tale scopo fino a quando tutte tali passività non saranno soddisfatte.

(d) RELAZIONE. – Al termine del periodo di 18 mesi a partire dalla data di promulgazione di questo Atto, il Ministro dell'Economia e delle Finanze e il Direttore dell'Ufficio di Gestione e Bilancio dovranno presentare un rapporto congiunto al Parlamento contenente una descrizione dettagliata delle azioni intraprese per attuare questo Atto e delle eventuali azioni o questioni relative a tale attuazione che rimangono incompiute o irrisolte alla data del rapporto.


Documentazione:

Disegno di Legge per l'abolizione della Federal Reserve - HR 8421- 16 maggio 2024

Breve storia della governance della Banca d’Italia fra tradizione e attualità - Intervento di Gian Luca Trequattrini Funzionario Generale Segretario del Direttorio Sede di Bologna, 20 marzo 2024


lunedì 10 giugno 2024

Dal “Grande Reset” alla “Grande Stangata”

Dal “Grande Reset” alla “Grande Stangata”

Di Christopher Talgo

Pubblicato il 28 marzo 2024

Pubblicato per la prima volta su The Blaze


Qualche anno fa, due miei colleghi, Justin Haskins e Donald Kendal, hanno messo in guardia il pubblico da un piano nefasto escogitato dal World Economic Forum per promuovere un nuovo ordine mondiale chiamato Great Reset.

Inizialmente, i media mainstream e le istituzioni globaliste solidali con questo nuovo ordine mondiale hanno deriso e ridicolizzato chiunque menzionasse il Grande Reset in una luce negativa definendolo un pazzo teorico della cospirazione. Tuttavia, in questo caso, la verità alla fine ha avuto la meglio. Ora, il Grande Reset è abbastanza noto come un goffo tentativo di Klaus Schwab e del World Economic Forum di utilizzare la pandemia di COVID-19 per riorganizzare la società su scala mondiale, sostituendo al contempo il capitalismo degli azionisti con il capitalismo degli stakeholder.

Scoprire il Grande Reset è stato solo l’inizio. Permettimi di presentarti qualcosa di ancora più spaventoso e inquietante: la Grande Stangata.

David Rogers Webb, autore di The Great Taking, lo descrive come “il gioco finale dell’attuale super ciclo di accumulo del debito sincrono a livello globale”.

Ai fini di questo articolo, non intendo sopraffare i lettori con la vastità della posta in gioco. Ma, se siete curiosi, stiamo parlando di quadrilioni di dollari.

La Grande Stangata si riferisce a un piano decennale di un cast di personaggi determinati a garantire che l’intero gioco economico sia truccato così tanto a loro favore da vincere praticamente in ogni circostanza.

Quando i tempi sono buoni e l’economia va a gonfie vele, The Great Taking consente a coloro che si trovano al vertice della catena alimentare economica di fare soldi a palate. Ma, cosa ancora più importante, la Grande Stangata garantisce che coloro che occupano le più alte posizioni di potere non abbiano nulla di cui preoccuparsi in caso di collasso economico.

La storia inizia negli anni ’60, quando Wall Street era nel mezzo della “crisi delle pratiche burocratiche”. In breve, quando i computer stavano diventando maggiorenni, Wall Street è passata da un sistema di proprietà dei titoli basato su certificati cartacei a un sistema di registrazione contabile di deposito digitale. Ciò aprì la strada alla creazione della Depository Trust Company (DTC) nel 1973, per “ridurre i costi e fornire efficienza di compensazione e regolamento immobilizzando i titoli e apportando modifiche “scrittive” alla proprietà dei titoli”.

Verso la metà degli anni '90, l'Uniform Commercial Code (UCC), "un insieme completo di leggi che governano tutte le transazioni commerciali negli Stati Uniti", fu rivisto in modo che i clienti ordinari con conti IRA e 401 (k) possedessero quelli che vengono chiamati "diritti ai titoli mobiliari” invece dei titoli veri e propri. Ciò significava che “i titoli di investimento possono essere tranquillamente utilizzati come garanzia” dalle grandi istituzioni finanziarie. In sostanza, ciò ha consentito alle grandi banche di utilizzare i titoli dei propri clienti nei conti di investimento come garanzia nel mercato dei derivati. Agì anche come una palla da demolizione per i diritti di proprietà privata perché gli americani non possedevano più i titoli nei loro conti pensionistici.

Nel corso degli anni, la DTC è diventata il più grande depositario di titoli al mondo. Al momento della stesura di questo documento, detiene “la custodia di oltre 1,4 milioni di titoli attivi” per un valore di 87,1 trilioni di dollari. La DTC è anche "un membro del Federal Reserve System degli Stati Uniti, una società fiduciaria a scopo limitato ai sensi della legge bancaria dello Stato di New York e un'agenzia di compensazione registrata presso la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti".

Poi, la crisi finanziaria del 2008 ha colpito e il nuovo sistema è stato messo alla prova. Quello che è successo dopo è quasi troppo difficile da credere. Durante il crollo del settore immobiliare, mentre l’economia era sull’orlo del baratro, Lehman Brothers, un’enorme banca di investimento che aveva fatto diverse scommesse sbagliate nel mercato immobiliare, dichiarò bancarotta. Il custode di Lehman, JP Morgan Chase, era anche il principale prestatore di Lehman. Quando Lehman fallì, JP Morgan Chase, a causa dei cambiamenti nella legge sui fallimenti, balzò in prima linea quando le attività di Lehman furono distribuite. Nel frattempo, i clienti ordinari di Lehman, che avevano perso tutto, furono mandati in fondo alla fila e rimborsati una frazione di quanto dovuto.

Il punto è che questo era semplicemente l'atto di apertura, una sorta di prova. Ciò che dovrebbe veramente allarmare gli americani è ciò che accadrebbe in caso di collasso economico su scala più ampia. Se e quando si verificasse questo scenario da incubo, è quasi certo che i milioni di americani che detengono ingenti titoli azionari saranno semplicemente sfortunati perché in realtà non possiedono quei titoli. Nel frattempo, le istituzioni finanziarie troppo grandi e troppo fallite, come JP Morgan Chase, si sono assicurate di avere poco di cui preoccuparsi. Salteranno in prima fila, riceveranno i salvataggi del governo e fregheranno di nuovo i loro clienti. Proprio come hanno fatto nel 2008, ma su una scala di ordini di grandezza maggiore.

Se pensavi che la Grande Recessione fosse brutta, non hai ancora visto nulla. La Grande Stangata farà sembrare la Grande Recessione e la Grande Depressione una piacevole passeggiata nel parco.



Cristoforo Talgo

Chris Talgo è redattore senior presso l’Heartland Institute e ricercatore presso il Socialism Research Center di Heartland.