Relazione sullo Stato della Giustizia Italiana: Criticità nel Sistema Penale e Civile
A cura di Antonio Savino, Gruppo Carabinieri Sindacato – Roma, 24 marzo 2025
Introduzione
La presente relazione intende analizzare lo stato attuale della giustizia italiana, con particolare riferimento ai sistemi penale e civile, evidenziando le principali criticità emerse da un’analisi approfondita. Si denunciano disfunzioni strutturali, abusi di potere e una percepita mancanza di imparzialità che compromettono il diritto alla giustizia per i cittadini.
1. Giustizia Penale
1.1 I Procuratori della Repubblica
I procuratori, secondo l’analisi, risultano spesso affiliati a correnti politiche, in prevalenza di orientamento sinistroide (es. corrente “Area”), con un approccio che ne comprometterebbe l’indipendenza. Si rileva una presunta mancanza di competenze investigative, con indagini costruite ad arte in collaborazione con una polizia giudiziaria ritenuta asservita. I procuratori disporrebbero di giudici delle indagini preliminari (GIP) compiacenti, che approvano ordinanze di custodia cautelare senza adeguata verifica, e di periti pagati per emettere valutazioni falsate.
1.2 Obbligatorietà dell’Azione Penale e Violazioni dell’Art. 358 c.p.p.
L’obbligo di avviare l’azione penale, previsto dall’articolo 358 del Codice di Procedura Penale, appare sistematicamente disatteso. Si denuncia che i procuratori archivino denunce meritevoli di indagine (mod. 44 o 45) senza motivazioni trasparenti, mentre avvierebbero procedimenti pretestuosi contro soggetti mirati, costruendo prove inesistenti. La Corte di Cassazione (sentenze n. 30812/2024, n. 47013/2018 e altre) ha ribadito che la violazione dell’obbligo di indagare a favore dell’imputato non è sanzionabile, lasciando tale scelta alla discrezionalità del pubblico ministero, senza effettivi contrappesi.
1.3 Ruolo dei Giudici e dei Tribunali
I tribunali, inclusi i GOT (giudici onorari), sono accusati di asservimento ai procuratori, emettendo sentenze prive di prove certe e violando il principio costituzionale della condanna “oltre ogni ragionevole dubbio”. Si segnala l’uso improprio di fotocopie come prove (in contrasto con l’art. 234 c.p.p.) e una generale mancanza di controllo sull’operato dei magistrati da parte del Ministero della Giustizia, del CSM e del Presidente della Repubblica.
1.4 Impatti sui Cittadini
Il sistema penalizza i cittadini comuni, privi di risorse per avvocati qualificati o perizie difensive, favorendo i “potenti”. Le carceri risulterebbero piene di presunti innocenti, mentre i criminali sarebbero spesso assolti. Gli appartenenti alle forze dell’ordine coinvolti in procedimenti subirebbero un doppio giudizio (penale e amministrativo), con esiti pregiudizialmente sfavorevoli.
2. Giustizia Civile
2.1 Tempi e Costi
La giustizia civile è caratterizzata da tempi lunghissimi (10-15 anni per una sentenza) e costi elevati, rendendola inaccessibile ai più. I giudici civili, spesso ex avvocati con competenze discutibili, sono accusati di favorire i poteri forti, emettendo sentenze compromissorie o ingiuste.
2.2 Corruzione e Clientelismo
Si denuncia un sistema clientelare, con giudici e avvocati di grido che operano in sinergia, trascurando le cause ordinarie dei cittadini. Le aste giudiziarie sarebbero gestite con metodi opachi, coinvolgendo giudici, custodi e forze dell’ordine, mentre i contratti usurari alla base di pignoramenti non verrebbero adeguatamente scrutinati, nonostante obblighi giurisprudenziali (Cassazione).
2.3 Esiti Processuali
Le sentenze favorevoli ai cittadini comuni sono rare, con condanne alle spese che aggravano la situazione dei soccombenti. La giustizia civile appare forte con i deboli e accomodante con i forti, alimentando un senso di sfiducia generalizzato.
3. Considerazioni Finali
Il sistema giudiziario italiano, sia penale che civile, è percepito come una “vergogna” che viola i principi del giusto processo sanciti dall’Unione Europea e dalla Costituzione. L’impunità di giudici e procuratori, la mancanza di riforme efficaci e l’indifferenza delle istituzioni alimentano un potere assoluto incontrollato. Chi propone riforme sembra non conoscere a fondo tali criticità o esserne complice.
4. Proposta di Azione
Si segnala la nascita del “Comitato contro la Malagiustizia”, che mira a mobilitare i cittadini attraverso manifestazioni, referendum e testimonianze dirette, per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere verso una riforma radicale del sistema.
Senza un intervento deciso, che riformi non solo le norme ma anche la mentalità e la professionalità degli operatori della giustizia, l’Italia rischia di consolidare un sistema percepito come dittatoriale, lontano dai principi di equità e giustizia.
Nessun commento:
Posta un commento